Nuova base militare a Coltano, è polemica a Pisa

La sinistra e gli ecologisti contro la decisione di Draghi: i 70 ettari di Coltano sono nell'occhio del ciclone


A Pisa scoppia la polemica sulla nuova base militare a Coltano. Se da una parte arriva l'ok di Draghi per la realizzazione di un'opera definita importante per la difesa nazionale, dall'altra la sinistra e gli ecologisti si scagliano contro la ristrutturazione dell'ex Centro Radar. La situazione non è placida sotto la Torre Pendente.

La zona in questione si trova a sud di Pisa, non distante da Camp Darby. Consta di 70 ettari, di cui 40 occupati da strutture. L'ex Centro Radar verrebbe ristrutturato coi fondi del Pnrr: sarebbero realizzati una torre di ardimento, centri di addestramento, un eliporto, uffici, magazzini, piste di atletica, una piscina e molto altro ancora. Diventerebbe la nuova casa del Gis (Gruppo Intervento Speciale) dei carabinieri, quindi la sezione anti-terrorismo, e pure dei gruppi cinofili e dei paracadutisti del Tuscania.

Il complesso è dismesso e sorge su aree di proprietà del parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. I lavori dovrebbero durare qualche anno, per ora non c'è una tempistica precisa. Quel che è certo è che il piano è stato presentato dal Comitato misto paritetico per la regolamentazione delle servitù militari Stato-Regione (Comipar) ed è finito sulla scrivania di Mario Draghi. A marzo fa il premier ha firmato un decreto in cui ha considerato l'opera destinata alla difesa nazionale: è stato il passaggio cruciale, la base si farà.

La polemica a Pisa nasce dal modus operandi del governo. Si punta il dito sul fatto che Draghi non abbia condivido il progetto con enti e residenti prima di agire, tanto che la notizia è finita in Gazzetta Ufficiale quando a Pisa in molti pensavano che l'idea fosse ancora embrionale o, addirittura, arenata.

"Molte strutture arriveranno su molto suolo impermeabilizzato, come l'eliporto i diciotto fabbricati per alloggi. Una vasta area protetta viene sacrificata per esigenze militari che non coincidono con gli obiettivi dell'Ente Parco. La ripresa e la resilienza dovrebbero arrivare con un cambio di rotta per superare le crisi sociale, ambientale e economico. Sacrificare un bene ambientale prezioso invece va dalla parte opposta" è la protesta di Legambiente Pisa.

Un'altra voce contraria è quella di Lorenzo Bani, presidente del Parco San Rossore, che più volte sulla stampa locale e nazionale ha criticato la scelta "sia per il metodo che per il merito". Secondo Bani non sono state ascoltate le voci di residenti e istituzioni prima della costruzione.

Rifondazione comunista, Potere al popolo e Una città in comune si sono scagliate contro la "cittadella della guerra" che "punta a militarizzare Pisa". Ancora la sinistra pisana: "Questo progetto va fermato, facendo appello all'indignazione dell'intero Paese e non solo di Pisa e della Toscana. Conti e Giani sapevano? Perché continuano a tacere?".

Anche il Partito Democratico ha preso una netta posizione. Il PD pisano ha parlato di "una collocazione di questo intervento nell’area protetta che non convince. L'area verrebbe pesantemente trasformata, con l’urbanizzazione di una superficie ingentissima (oltre settanta ettari, con più di quattrocentomila metri cubi di edificazioni) con strutture di grande impatto. Riteniamo ugualmente errato il metodo con cui si è giunti a questa decisione, che ha scavalcato completamente il territorio e ignorato le comprensibili contrarietà dell’Ente Parco, ben rappresentate dal Presidente Bani nelle sue prese di posizione".

"Non è sostenibile per il territorio. Con tutto il rispetto per la sicurezza nazionale, sono finiti i tempi nei quali si poteva pensare da Roma di realizzare un intervento di queste dimensioni, in un’area di elevato pregio ambientale, derogando a tutte le leggi di tutela dell’ambiente e del territorio in nome della difesa nazionale, scavalcando completamente le istituzioni del territorio e ignorando le criticità evidenziate da tutti gli enti competenti, a cominciare dall’ente Parco" questa è la prima considerazione del capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Vincenzo Ceccarelli.

"Consideriamo un onore avere scelto Pisa quale sede di tali reparti e riteniamo trattarsi di una scelta appropriata per la strategicità funzionale della posizione con la vicinanza all'aeroporto militare e alla base interforze di Camp Darby. Siamo grati ai Carabinieri e ai loro reparti speciali, che operano ogni giorno per la difesa delle nostre comunità" è uno dei pochi pareri positivi, arrivato da Amici di Pisa.



Tutte le notizie di Pisa

<< Indietro

torna a inizio pagina