I Territorialisti contro la nuova base militare nel Parco Migliarino

La Società dei territorialisti/e intende sostenere le posizioni di quanti si stanno opponendo alla realizzazione della “cittadella” militare di Coltano, nel Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli (Italia Nostra, Legambiente, Salviamo il Paesaggio e altri soggetti come Diritti in comune di Pisa che ha denunciato il progetto, CGIL, ecc).

Gli aspetti più gravi e negativi del Decreto del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2022 sono, a nostro parere: il consolidamento di una pratica del PNRR improntata alla centralizzazione governativa delle decisioni, in deroga a tutte le autorizzazioni pianificatorie degli enti preposti di governo del territorio e a ogni istanza partecipativa delle popolazioni; ciò consente , come nel caso degli impianti finanziati dal PNRR per le energie rinnovabili, di insistere autoritativamente su aree di grande valore paesaggistico, ambientale, culturale, anziché ricercare, come nel caso del fotovoltaico e minieolico, aree di scarso valore come tetti di zone industriali, commerciali, infrastrutturali, ecc; con l’aggravante, nel nostro caso, di finalizzare gli investimenti a funzioni militari antitetiche ai fini dello stesso PNRR.

Il secondo aspetto riguarda l’intervento di urbanizzazione e consumo di suolo a fini di insediamenti, servizi e infrastrutture militari di 73 ettari distrugge terreni agricoli di alta qualità (su cui insistono da decenni produzioni biologiche) che fanno parte delle Tenute agricole che sono fra gli ambienti più caratteristici del parco e costituiscono un importante filtro a difesa delle riserve integrali, anche grazie al sistema delle acque superficiali di origine palustre.

Il paesaggio caratterizzato dalle opere di bonifica è uno dei tratti distintivi del territorio e la sua salvaguardia è fondamentale anche per la sicurezza idraulica del territorio. Negli ultimi anni si sta sviluppando un turismo di qualità connettibile a questi caratteri agro-ecologici. Caratteri che attivano un laboratorio di servizi ecosistemici di scambio con le città relativi alle filiere corte del cibo, alla qualità ambientale, al paesaggio, alla biodiversità e cosi via.

Nello specifico territorio la base militare, oltre a cancellare la produzione agricola di qualità, impermeabilizza 73 ettari con asfalto e cemento e mette in crisi il complesso sistema dei canali di bonifica già in sofferenza, frammenta il paesaggio agricolo e di bonifica e, di conseguenza, gli agroecosistemi ad esso connaturati, investe con un traffico di mezzi motorizzati (civili del personale, militari, della logistica) l’area, causando inquinamento acustico e atmosferico anche a danno della piccola fauna selvatica; in un territorio già pesantemente investito da infrastrutture militari pesanti, di cui Camp Darby e l’hub aeroportuale in cui è insediata la 46° brigata aerea dell’esercito italiano sono i due esempi più rilevanti.

Ma, più in generale, un intervento di questa portata per attrezzature, edifici, servizi e funzioni militari si pone decisamente in antitesi distruttiva della funzione strategica di un’area considerata uno di più importanti patrimoni territoriali nazionali: un luogo di eccellenza in cui si pratica da tempo il passaggio dalla specifica tutela di un’area naturale alla messa in valore di un sistema territoriale complesso che integra attivamente aspetti storicopaesaggistici (relativi alla stratificazione co-evolutiva, in diverse fasi temporali, delle peculiarità identitarie di grandi Tenute: Medicea, Granducale, Reale, Presidenziale) con aspetti di eccellenza ambientale e produttiva, agricola, artigianale, culturale, terziaria; indirizzando in questo modo i parchi a divenire laboratori sperimentali integrati di sviluppo eco-auto-sostenibile per l’intero territorio.

E’ evidente la funzione erosiva e distruttiva di questa mission strategica del patrimonio territoriale del Parco attraverso un intervento di tale natura, che ne mina dall’interno i valori e la gestione. E’ scandaloso che sia proprio il PNRR a mortificare questi valori “bombardando” il territorio con funzioni militari esogene utili solo a sotterrarne le risorse.

Fonte: Associazione Società dei territorialisti e delle territorialiste APS



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