Tari a Firenze e in Toscana, polemiche bipartisan

raccolta differenziata toscana 2023

La Tari continua a far discutere a Firenze e in Toscana.

"Lunedì ci ritroveremo con un testo con cui ci viene chiesto di esprimere un parere e votare in poco tempo, mentre la Giunta sposta 6 milioni con un colpo di scena a favore della comunicazione, a discapito della democrazia" hanno dichiarato Dmitrij Palagi, Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune.

"Giù le mani dall'idea di rimettere in campo gli inceneritori. Se mancano impianti e politiche adeguate, la colpa è della visione di sviluppo che accomuna le destre e il centrosinistra. Se a Case Passerini non si è andati avanti è merito dei comitati e dei movimenti, a cui le sinistre di opposizione hanno sempre aderito. Queste stesse realtà hanno sempre chiesto politiche chiare e alternative a una gestione che solo oggi, faticosamente, parzialmente, sembra voler essere superata a livello regionale e locale.

Gli aumenti della TARI sono annunciati. Ci sorprende che si ritenga accettabile farceli arrivare nei consigli con pochissime ore per leggere la documentazione, provare a modificarla e procede a votarla. Come alimentare il peggiore populismo sul tema della gestione dei rifiuti? Così ci si riesce benissimo. Riteniamo irresponsabile questo modo di procedere, specialmente nel caso di Palazzo Vecchio: Firenze ha la maggioranza assoluta delle quote di ALIA ed esprime la presidenza di ATO Toscana Centro, ma nonostante questo il Consiglio comunale e le competenti commissioni finiscono per essere ritenuti luoghi di ratifica. L'obiettivo rifiuti zero è ancora lontano. La difesa dell'ambiente anche".

"Se non funzionerà Livorno e non faremo una scelta decisa di termovalorizzazione la Tari ci raddoppierà. Siamo una regione destinata a smaltire tutto fuori e questo non è possibile" dichiarano i consiglieri di Fratelli d’Italia al Comune di Firenze Jacopo Cellai e Alessandro Draghi con i consiglieri di fratelli d’Italia in Regione Toscana Francesco Torselli e Alessandro Capecchi.

"Era il 6 giugno 2020 e a proferire il verbo era il candidato alla presidenza della Regione Eugenio Giani. Che pochi giorni dopo, per evitare di far saltare in aria la coalizione che lo sosteneva, fece marcia indietro a 360 gradi passando dai carri armati ai fiorellini dell’economia circolare scoprendo che non c’era bisogno di nuovi termovalorizzatori. Oggi la questione di Livorno è ancora al palo mentre la profezia sui costi della Tari di Giani è una certezza. Dopo gli aumenti fino al 6,6 % della Tari preventivati per un triennio ora arriva l’ennesimo aumento all’orizzonte”.

Il 34% di rifiuti ancora conferiti in discarica, aumento dei costi per il porta a porta e super aumento dei costi per la mancanza degli impianti di smaltimento. Con la Regione targata Pd che si sveglia quasi 2 anni dopo le elezioni limitandosi a elencare le 39 proposte di nuovi impianti ricevute sapendo che per almeno 5/7anni non vedremo nessun nuovo impianto alla luce. E Firenze? Al sindaco Nardella può avere fatto anche comodo risparmiare la grana di Case Passerini ma la città che cosa ci ha guadagnato? Niente, solo aumenti Tari, specie per le imprese che coprono il 65% del gettito complessivo. Perché non ha battuto i pugni per un’alternativa a Case Passerini? Siamo in una situazione allucinante. E a pagarne le spese – concludono Cellai, Draghi, Torselli e Capecchi – sono sempre i toscani”.



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