Torrigiani: "Nel 2021 persi a Empoli 27mila euro al giorno nel gioco d'azzardo"

Fanno a dir poco riflettere, ancora una volta, i numeri sul gioco d’azzardo che riguardano la nostra città. Filippo Torrigiani, consulente della Commissione antimafia per questa materia e punto di riferimento a livello nazionale del settore, ha elaborato i dati relativi al 2021, numeri che fanno paura.

Come riferisce un articolo de La Nazione dello scorso 31 maggio – attacca Torrigiani - la nostra città è purtroppo sempre più povera ma, nonostante questo, si continua a giocare d’azzardo.

Quanta è la spesa del 2021 nell’Empolese?
In totale 73 milioni 638mila euro e spiccioli che, se preferite, sono 6 milioni e 136mila euro al mese. Io mi riferisco al gioco fisico, ovvero macchinette, gratta e vinci e tutto quello che si può fare fisicamente e online. Con una differenza perché molti dei giochi telematici hanno un pay-out, cioè un ritorno in vincita al giocatore, molto più alto del gioco fisico. Una slot rende il 64% del giocato ogni tot cifra di partite, mentre ci sono dei giochi online che danno oltre il 90%. Sono cose ovviamente studiate.

Se questo è il giocato, le perdite si possono calcolare?

Certo, 9 milioni ed 839mila all’anno, 819mila al mese e 27.332 al giorno. Quindi a Empoli si perde ogni giorno questa cifra netta, soldi bruciati, buttati via. I giochi in cui si è speso di più sono quelli online, causa anche la pandemia che ha limitato il gioco fisico per oltre 6 mesi. La seconda voce di spesa è il gratta e vinci, si parla di 9 milioni e mezzo. Fra slot e Vlt sono stati spesi 11milioni e 500mila euro.

In quali giochi si spende di più?

I giochi dove sono stati spesi più soldi sono quelli che in gergo vengono definiti giochi di abilità, ossia Casinò, poker on line, Slot, gratta e vinci e Vlt. Tutto questo nonostante il periodo di stop imposto dalle norme anti contagio che hanno tenuto gli apparecchi spenti per oltre 6 mesi. In slot e Vlt sono stati spesi oltre 11 milioni di euro, circa 43 milioni sono quelli nei giochi di abilità e 9,5 milioni i soldi nei gratta e vinci. Agosto e dicembre i mesi in cui si è giocato, speso e perso di più.

Rispetto al 2020 come sono andate in generale le cose?

In questo anno, la spesa che nel 2020 aveva registrato una contrazione a livello nazionale ha ripreso a crescere attestandosi su circa 110 miliardi di euro: una follia se si considera l’epoca pandemica dove, ad esempio, i dati Caritas ci dicono che ci sono circa 6 milioni di persone che vivono in regime di povertà totale. E dove sempre più persone fanno la fila per la mensa dei bisognosi e per la busta della spesa.

La politica nazionale si pone il problema?

Di fronte a questi numeri, con persone sempre più povere, aziende in crisi anche per i costi della guerra e post pandemici, la politica, salvo alcune eccezioni, sta tergiversando. Una cosa importante è stata fatta vietando la pubblicità del gioco d’azzardo, ma non è sufficiente. Noi auspichiamo da tempo la scrittura di una legge organica che, al momento, non si vede mentre la tendenza è diversa da quella che noi vorremmo. Il concetto è che tutto si può riformare ma ad invarianza di gettito. Quindi o si tassa ancora di più la filiera del gioco o si cala il payout. Poi c’è un’altra cosa da valutare

Ovvero?

Il costo indiretto che ognuno di noi è chiamato a corrispondere attraverso la fiscalità generale. Quanto ci costa il gioco d’azzardo? Il contrasto alla patologia ha un costo a cui si aggiungono altri fenomeni da non sottovalutare, primo fra tutti la lotta alle mafie che sono ben presenti come in ogni posto dove girano soldi. Visto che episodi di riciclaggio sono all’ordine del giorno, un’altra cosa importante è la tracciabilità dei flussi finanziari. Se la persona X ha uno stipendio da mille euro al mese e ne gioca 3mila a settimana, qualcosa non torna

Questo fiume di soldi è anche in conti online?

Si, in Italia ci sono più di 10 milioni di conti gioco, una sorta di cassaforte in dote alle concessionarie. Se sono lì e non nelle banche mancano all’economia reale, non sono nel bancomat per fare spesa ma in conti per giocare

E le rappresentanze del commercio?

Tacciono, sul tema nessuna presa di posizione. Tutti molto loquaci nel chiedere ristori, contributi ed iniziative, ma assolutamente silenti sul tema. Eppure, tutti questi denari veicolati nei canali di gioco, sono sottratti al resto dell’economia reale: se le persone spendono lì, non mangiano la pizza, non comprano vestiti, non fanno girare l’economia. E’ il concetto di povertà indotta

A livello locale il fenomeno viene combattuto?

C’è un regolamento di molti anni fa che non so quanto funzioni o i controlli che vengono fatti. Un lavoro importante lo fa la Società della salute attraverso il Ser.D, persone molto preparate e che lavorano con impegno sulla questione sia nella cura che nella prevenzione. Ma per il resto non c’è un dibattito, non si parla del tema, di questi milioni di euro che si perdono non parla nessuno

I sindaci che ruolo possono avere?

Importante, ci vorrebbe il loro coraggio. Alcuni lo hanno avuto intervenendo con decisione per la tutela della salute pubblica. Ma intervenire sulle slot è importante, ma non è tutto. Basta vedere i dati dei gratta e vinci. Per dirne una, la loro vendita potrebbe essere regolamentata con orari. I sindaci hanno gli strumenti, ma devono avere il coraggio di usarli

E la vostra campagna mettiamoci in gioco?

Prosegue con iniziative, dibattiti, portati avanti dal nostro portavoce nazionale Don Armando Zappolini e da tutti coloro che fanno parte della campagna. In questo un supporto fondamentale arriva dalla Chiesa. I Vescovi sono fermi su questo tema, non tentennano. Cosa che anche la politica dovrebbe fare

Marco Mainardi

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