Palio di Siena, presentati Drappellone e Masgalano

Svelati questo pomeriggio a Siena il Drappellone per il Palio del 2 luglio 2022 e il Masgalano, premio alla migliore comparsa della sfilata nel Corteo Storico.

Il Drappellone 2022, dipinto da Emma Sergeant

Il drappellone realizzato per il Palio del prossimo 2 luglio, corso in onore della Madonna di Provenzano e dedicato al 75° anniversario del Comitato Amici del Palio, porta la firma di Emma Sergeant. L’opera presentata questo pomeriggio nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico è un elegante lavoro figurativo, in cui l’abile tratteggio a gouche, esalta la rappresentazione dando vita a quel connubio tra sacro e profano che il Palio di Siena è in grado di creare. Di grande impatto visivo la testa di un cavallo che domina tutta la parte centrale. Il vero e unico protagonista della Festa senese. Sprigiona bellezza. Forza.

In alto, sulla destra, la riproposizione di un momento della corsa. Come in un fotogramma: due contrade sull’anello di tufo con sullo sfondo il Palazzo comunale. Dalla parte opposta il volto della Vergine nel quale ritrovare i lineamenti dell’artista inglese. Nella Madonna dipinta dalla Sergeant si può così vedere la santissima madre di Gesù e la donna della nostra contemporaneità. Un’iconografia mariana che attinge e trova ispirazione dalla realtà. Un armonico quanto intenso valzer di segni: talvolta più intensi e profondi, creati da una mano decisa, a volte più sfumati, quasi soffiati, che la avvolgono in una dimensione spirituale. In basso il bestiario delle 10 Contrade che partecipano alla Carriera.

Nel drappellone della pittrice inglese il cromatismo è estremamente ridotto. A dominare è il nero, con le sue sfumature e l’arancio che satura, con un effetto tipo spugnatura, gli spazi lasciati vuoti dalle figure. Un colore caldo usato come fonte di luce per far emergere il racconto icastico della corsa e della storia.

Una scelta forte, quella di usare solo due colori, ma perfetta per spinge lo sguardo dello spettatore all’estremo. Lo costringe ad interrogarsi sul perché. Lo costringe a innescare un dialogo sensoriale con l’artista. Tante le possibili “letture”. Forse anche quella di connotare l’opera di atemporalità. Un po’ come guardare un’antica lastra fotografica. Il cromatismo si sprigiona dal ricordo e dalla memoria. Emerge direttamente dal cuore. Il lavoro donato da Emma Sergeant alla città di Siena è sicuramente originale e unico, caratterizzato da una cifra stilistica di altissimo livello. Tratto elegante e tinte decise. Come il carattere dei senesi.

Del resto il nero è associato al potere, al controllo, al mistero. E Siena, da secoli, ha fatto di tutto, riuscendoci, per mantenere vivo il suo Palio con azioni innovative che hanno permesso di “adattarlo” alla modernità senza snaturarlo. Come i senesi ci siano riusciti è tuttora un mistero, forse è per l’entusiasmo e l’energia, tradotti proprio dal colore arancione, con i quali hanno difeso una tradizione fatta di amore e passione.

La Sergeant ha avuto modo di conoscere Siena, ben rappresentata, infatti, sul drappo anche con i tre grandi stemmi dei Terzi (Terzo di Camollia, Terzo di Città e Terzo di S. Martino), l’antica suddivisione della città, come a rimarcare il forte senso di appartenenza dei suoi cittadini. Una peculiarità sempre più diluita in molte altre realtà, così come le tradizioni, contenitori naturali e non artificiosi dei valori che una comunità riesce a trasmettere alle generazioni successive.

Masgalano per i Palii 2022, a firma dello sculture Dante Mortet

È di Dante Mortet, il Masgalano che andrà in premio alla migliore comparsa, che si distinguerà per eleganza e dignità di portamento e coordinazione, durante la sfilata nel Corteo Storico in occasione dei Palii del 2022.

Mortet, scultore e cesellatore, ha interpretato, con grande ironia, l’anima goliardica che, quest’anno, veste il premio offerto dall’Associazione Culturale Feriae Matricularum Senensium. Quel tradizionale spirito tipico del mondo universitario, in cui alla necessità dello studio si accompagnano il piacere della compagnia e del divertimento tra studenti, si materializza così in questo ambito riconoscimento paliesco.

Ed è proprio la mano, l’elemento scultoreo più amato da Mortet. Tante le mani celebri realizzate nella sua bottega di Roma. Da quella di Ennio Morricone a quella di Quentin Tarantino, Robert De Niro, Kirk Douglas. Il motivo di questa passione? Perché è con le mani che si crea la bellezza, soprattutto quella che nasce dall’estro creativo di un grande artista come Mortet, erede di un antico sapere artigiano. E sempre con le mani si comunica, non solo attraverso un’opera, ma anche con un gesto, una carezza, una stretta di mano, appunto. Ecco quindi che la sua firma stilistica si ritrova appieno in questo Masgalano. In quella bellissima mano in bronzo, placcata in argento, tesa verso l’alto e carica di simbologia con una duplice interpretazione. Ed è proprio in questo doppio significato gestuale: la mano dello studente alzata al cielo che stringe il goliardo nell’intonare l’inno del Gaudeamus, e quella dalla “lettura” più ribelle e irriverente dal comune significato che si racchiude quell’ideale romantico proprio della Goliardia. La volontà di essere liberi.

Dal cappello, placcato in oro, pendono 7 ciondoli. Rappresentano i valori della goliardia senese: bacco, tabacco, venere, il teatro, la battaglia di Curtatone e Montanara del 1848 durante la prima guerra d’indipendenza italiana e alla quale prese parte un battaglione di studenti e docenti universitari, lo stemma dell’Ateneo senese e, infine, un barbero che sarà dipinto, dopo i due Palii con i colori della Contrada che vincerà il Masgalano.

La scultura è retta da un piedistallo in marmo nero e bianco, simboleggia la Balzana, lo stemma di Siena, appoggiato, a sua volta, su una base che raffigura Piazza del Campo anch’essa bagnata nell’argento. Il Masgalano di Mortet è un lavoro che punta a stuzzicare l’immaginazione di chi osserva questa opera portandolo a domandarsi quale sia il vero e più profondo significato di quella mano e del gesto che compie. E con il conseguente e inevitabile risultato di stimolare un dibattito, un confronto fatto anche e soprattutto di ilarità e ironia, lo stesso che da anni vive e rivive nella goliardia delle Feriae Matricularum, e che ci ricorda quanto un sorriso possa essere un importante strumento di rottura, capace di scuotere le menti di tutti.



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