Keu in Consiglio, Guazzini: "Per il Pd va tutto bene". Greco: "Per lei imprenditori cercano mafiosi"

sequestro keu

Si torna a parlare in Consiglio comunale a San Miniato della vicenda Keu, lo si fa con una mozione portata avanti dal gruppo consiliare CambiaMenti dove si invita ad attuare le 10 proposte formulate dalla Cgil per evitare che accada di nuovo uno scandalo del genere.

Tra le 10 proposte troviamo "un incremento in termini di personale ed una rafforzata autonomia dell’ARPAT, che attraverso un incremento delle attività di controllo e prevenzione verifichi puntualmente il corretto iter del processo di depurazione e smaltimento", "l’intervento sulle modalità di lavorazione, in modo da migliorare la qualità del rifiuto, premessa indispensabile per un suo efficace trattamento"; "il rafforzamento dell’innovazione e della ricerca sui processi e le tecnologie di riciclo al fine di rendere compatibili le sostanze di scarto con i limiti stabiliti dalle norme...con l’obiettivo di creare un ciclo integrato dei rifiuti trasparente e conosciuto dalla popolazione".

La mozione è passata con l'astensione da parte di tutta la maggioranza Pd-Uniti si Vince-Riformisti e due voti a favore da parte delle minoranze.

Le accuse di CambiaMenti

Il dibattito si è svolto con particolare enfasi tra la capogruppo CambiaMenti Manola Guazzini e il capogruppo Pd Marco Greco, con interventi anche da parte del sindaco di San Miniato Simone Giglioli che ha invitato alla cautela nel trattare la materia ai tempi oggetto di indagine e con solo alcuni filoni con indagini chiuse.

"La maggioranza - afferma Guazzini in un post su Facebook - ha immediatamente tratto la conclusione che “da noi la mafia non c'è”; se l'è presa con i comitati no keu che si preoccupano giustamente della qualità di ciò che mangiano e bevono dalle parti della Strada Regionale della Valdelsa; ha sostanzialmente riproposto il ritornello che tutto deve andare avanti così, perché così, a parte alcuni incidenti, va bene".

Sulle infiltrazioni ha affermato: "Al Convegno promosso dall'associazione “Soldi Mozzi” lo scorso 18 maggio, il ricercatore della Normale Salvatore Sberna ha chiarito che l'intervento mafioso in Toscana non si presenta come un fenomeno di importazione e d'intimidazione, ma risponde con un'offerta di servizi a una domanda del sistema economico. In questo caso la domanda probabilmente era "come si fa a trovare uno sconto che ci faccia pagare meno lo smaltimento dei residui della depurazione?", e la risposta sembra sia venuta dalla ditta Lerose".

"Si deve riflettere su come intervenire sui processi produttivi per rendere il più possibile i residui riutilizzabili correttamente come sottoprodotti, su quali siano le dimensioni in cui questo si può fare e quali eventuali iniziative di innovazione e diversificazione andranno sostenute anche con soldi pubblici, su quali garanzie si devono dare per smaltire correttamente i rifiuti non trasformabili in sottoprodotti, senza sconti o scorciatoie di alcun genere".

"Che il PD di San Miniato - continua Guazzini - su questa impostazione si sia astenuto, anziché votare contro come ha fatto altre volte e come le argomentazioni adoperate avrebbero giustificato, è certo un passo avanti, di cui va reso merito alla CGIL, a cui la maggioranza consiliare non si è voluta contrapporre".

La replica del Pd

La replica del Pd e di Greco arriva prontamente: "La consigliera Guazzini è la stessa che sostiene sedicenti associazioni che affermano che gli imprenditori vanno a cercare i mafiosi. La consigliera è contro un sistema che, grazie all’impegno profuso dagli amministratori locali, dai sindacati e dal mondo imprenditoriale, ha contribuito alla prevenzione di fenomeni di criminalità organizzata e ha favorito un netto miglioramento della salute delle persone, investendo sulla qualità ambientale".

Greco riprende anche quanto affermato dal Pd Pisa in un comunicato delle ultime ore, che riprende la vicenda affrontata dalla Commissione regionale d'inchiesta che ha prodotto due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza.

"Relativamente alla vicenda di Aquarno - spiega Greco -, si evince che Arpat ha eseguito in maniera costante i controlli (almeno 2 al mese) e pertanto non si sono registrati illeciti ambientali. Anche in sede di audizione il direttore tecnico di Arpat, Marcello Mossa Verre, ha fatto emergere una responsabilità diretta da parte della società Lerose che non ha rispettato le procedure”.

Guazzini secondo Greco "non si rende conto che attacca un modello, quello pubblico-privato, che negli anni ha avuto grande capacità di innovazione. Non ci sono mai stati favoritismi, il lavoro è sempre stato svolto anteponendo le esigenze di tutela ambientale e della salute e dettando linee di indirizzo rigide che hanno comportato per il comparto ingenti investimenti negli ultimi decenni.

Alla luce di ciò, siamo convinti di quanto positivamente abbia prodotto il sistema pubblico-privato in questi anni e con forza e convinzione continueremo a raccogliere le istanze del comparto conciario affinché continui ad essere un’eccellenza per tutta la Toscana e non solo".



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