Rischio cardiovascolare residuo, a Pisa il congresso della Fondazione Monasterio

Da sinistra: la Dr.ssa Gimelli, il Dr. Cademartiri, il Dr. Neglia

“The 3i Pisa congress: imaging, innovation, international”: un evento culturale, scientifico e divulgativo sullo stato dell’arte sul problema del rischio cardiovascolare residuo nel III millennio, e uno sguardo al futuro.

Appuntamento a Pisa, nell’Auditorium dell’Area di Ricerca del CNR, dal 13 al 15 ottobre, per un Congresso che si pone come innovativo sull’argomento, organizzato dalla Monasterio (in particolare, dal Dottor Danilo Neglia, dal Dottor Filippo Cademartiri e dalla Dottoressa Alessia Gimelli), con il supporto dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR.

Un approccio multidisciplinare, che vedrà riuniti insieme clinici, cardiologi, genetisti, biologi, radiologi, esperti di imaging - sia di base che avanzato -, di radiomica, medici del metabolismo, esperti di modellistica e di intelligenza artificiale, ricercatori e tecnici, in arrivo dalle migliori strutture del panorama internazionale, oltre che nazionale.

45 relatori, di cui quasi la metà provenienti da tutto il mondo, per mettere a fattor comune le proprie esperienze e aprirsi a tavoli di confronto e discussione, in un susseguirsi di sessioni su temi mirati. Dall’uso di marcatori dell’imaging e biomarcatori per studiare la stratificazione del rischio della malattia coronarica, fino all’utilizzo dell’intelligenza artificiale come ausilio all’interpretazione delle immagini e per la definizione individualizzata del rischio cardiovascolare, passando attraverso le varie metodiche di imaging, da quelle biologiche a quelle dei big data per la creazione - addirittura - di modelli predittivi del rischio stesso.

"Mi aspetto - ha commentato il Dottor Danilo Neglia, Cardiologo della Monasterio - una discussione multidisciplinare sui vantaggi e sui limiti di un approccio di medicina personalizzata relativamente al riconoscimento e al trattamento della malattia: dalla stratificazione del fenotipo clinico bioumorale fino all’uso dell’imaging allo scopo di riconoscere il paziente a rischio e trattarlo in maniera mirata. Sarà una discussione innovativa, tenendo presente la dimensione del costo, dell’aspetto etico e della applicabilità dei nuovi metodi. Che cosa aspettarci nel prossimo decennio? Cercheremo di rispondere, partendo dalle evidenze disponibili oggi, fino a fare un passo nel futuro".

Fonte: Ufficio Stampa



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