Pronto soccorso di Careggi, Nursind: "Anche dieci ore per una visita, servono soluzioni"

Luca Bigi, segretario aziendale NurSind

Il segretario aziendale Bigi: "Sessanta pazienti in attesa, situazione che si ripete spesso. Maggiore criticità al cambio turno delle 20"


Di nuovo in sofferenza il pronto soccorso dell’ospedale di Careggi. La denuncia arriva dal NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. "L’altra sera - spiega il segretario aziendale Luca Bigi - erano sessanta i pazienti che aspettavano di essere visitati, con tempi che sono arrivati a sfiorare le dieci ore. Una situazione che, purtroppo, si ripete spesso: la criticità maggiore si registra al cambio turno delle 20, quando il personale che inizia a lavorare si trova mediamente tra le quaranta e le sessanta persone in attesa e difficilmente riesce a normalizzare la situazione prima delle 4".

Il problema denunciato dal sindacato delle professioni infermieristiche riguarda in primis i tempi lunghissimi della visita medica: a poco valgono i tentativi messi in campo dall’AOU Careggi di tamponare la situazione con soluzioni estemporanee, come l’anticipo dell’esecuzione di alcuni esami da parte degli infermieri di triage. Lo stress di valutare, anticipare trattamenti prima della visita e garantire la sicurezza di un numero così elevato di pazienti in attesa sta pesando sempre di più sul personale, che esce dagli anni della pandemia con tante pacche sulle spalle ma nessun supporto concreto alle proprie difficoltà lavorative.

In caso di sovraffollamento, secondo il NurSind, non funziona neppure la soluzione di attivare infermieri e Oss reperibili: per il sindacato è inutile controllare continuamente le persone in attesa per cercare di prevenire situazioni di pericolo se a questi interventi non seguono le azioni diagnostiche e terapeutiche dei medici (pochi e super-utilizzati) e il ricovero, quando necessario. Senza dimenticare un altro problema fondamentale: la mancanza di spazi adeguati nella sala d’attesa, inadeguata ad accogliere un numero così elevato di persone.

"L'azienda - conclude Bigi - deve attivarsi prontamente per trovare soluzioni definitive, che permettano di risolvere un problema che non si può più considerare emergenziale, ma strutturale. Sessanta persone che attendono tutta la notte sedute nel pronto soccorso fiore all’occhiello della sanità toscana sono una vera e propria inciviltà. E non possiamo evitare di domandarci cosa succederà all’arrivo dell’influenza, col suo inevitabile picco di accessi al pronto soccorso".

Fonte: Nursind Toscana



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