Da San Miniato alla Banda dell'Esercito, Simona Altini racconta il suo sogno realizzato

C'era un po' di San Miniato nella cerimonia del 'passaggio della campanella' dal premier uscente Mario Draghi alla nuova presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Simona Altini, sorella del consigliere comunale ed ex candidato sindaco Michele, è Orchestrale della Banda dell’Esercito Italiano con il grado di Luogotenente e ricopre il ruolo di “Ottavino con l'obbligo del flauto”. Era lei nel cortile di Palazzo Chigi assieme agli altri membri della banda a salutare il passaggio a un nuovo governo.

Ma questa non è stata l'unica occasione importante alla quale ha partecipato, proprio grazie alla Banda dell'Esercito Italiano che l'ha portata a esibirsi di fronte alle massime cariche nazionali e internazionali. Una donna in divisa oggi è comune, ma quando tutto è cominciato per Simona Altini non era tutto così semplice.

Com'è cominciato il percorso che l'ha portata alla Banda dell'Esercito Italiano?

Artisticamente sono nata in Banda, precisamente nella Filarmonica “G. Verdi” di San Miniato. Qui è nata la mia passione per la musica che ho coltivato sin da bambina e mi ha portato a conseguire i diplomi al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze, all'Accademia del Teatro alla Scala e a suonare per diversi enti tra cui l'Orchestra del Festival Pucciniano, l'Orchestra Sinfonica di Sanremo, l'Orchestra Sinfonica Siciliana, l'Orchestra “Haydn” di Bolzano e molti altri, fino all'insegnamento in Conservatorio a Ribera (AG).

Ho sempre provato ammirazione per l'Esercito e per il suo principale complesso musicale, ma era un mondo a quei tempi inaccessibile per una donna. Nel momento in cui la Difesa ha cominciato ad arruolare personale femminile, ho subito colto l’occasione che mi si è presentata nel 2011 quando è uscito il concorso nella Banda dell'Esercito per il mio strumento.

E’ stata per me una vera gioia, sia per aver vinto il concorso e sia perché finalmente, con orgoglio, avrei potuto indossare anche io quell'uniforme che da bambina guardavo con ammirazione specie quando mio fratello la indossava, rientrando a casa durante il servizio di leva.

Lei è originaria di San Miniato, vi fa ritorno spesso nonostante gli impegni a Roma?

Purtroppo ci sono periodi in cui non mi è possibile spostarmi da Roma, ma non appena ne ho l'opportunità cerco di tornare a casa e vivere gli eventi della mia zona, anche perchè non posso nascondere che quando vedo la Rocca mi si apre il cuore.

La Banda dell'Esercito potrebbe mai venire proprio a San Miniato a suonare?

Sarebbe uno dei miei più grandi desideri potermi esibire con la mia Banda lì dove sono nata e cresciuta. Spero che questo un giorno si realizzi.

Qual è l'aspetto più gratificante di questo lavoro?

Credo che il sogno di tutti sia svolgere un lavoro che coincida anche con la propria passione. Ecco, posso dire di esserci riuscita e poi, oltre a fare musica ad alti livelli e viaggiare, la possibilità di prendere parte alle più importanti cerimonie istituzionali del nostro paese, non da spettatrice bensì da parte attiva, la considero un privilegio.

Che emozioni ha provato a suonare per la cerimonia della campanella tra Draghi e Meloni e se l'aveva già fatto con il cambio dei governi passati?

Avevo già partecipato a questo tipo di cerimonia, ma è innegabile che rappresenta ogni volta un momento molto particolare ed emozionante. Accogliere a Palazzo Chigi il nuovo Presidente del Consiglio è stato, come avviene nelle nostre attività istituzionali, un vero onore e orgoglio che risulta anche difficile riuscire a descrivere con delle semplici parole.

Elia Billero



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