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Quell’anfora scoperta per caso: i primi 50 anni dell'associazione Archeologica Volontariato Medio Valdarno

Una conferenza per il primo mezzo secolo di vita di questa importante associazione che ha ridefinito l’importanza di Empoli, retrodatando la sua esistenza di 16 secoli. L’obiettivo adesso è farsi conoscere dai giovani


Cinquant’anni di attività per l’associazione Archeologica Volontariato Medio Valdarno. Un traguardo importante (è una delle associazioni archeologiche più antiche della Toscana) che è stato festeggiato sabato 26 novembre nel Cenacolo degli Agostiniani a Empoli.

Per raccontare la storia di questo gruppo di appassionati si può raccontare la storia del loro più grande successo, cioè la scoperta, nei terreni empolesi, di una semplice anfora in argilla, dapprima riconosciuta come Ostia 4 (perché trovata, insieme ad altre Ostia 1, 2, 3) nelle zone laziali e poi invece studiata e rinominata come Anfora di Empoli.

Cioè un prodotto, realizzato nel nostro territorio per tre secoli e mezzo, in almeno 6 fornaci e in migliaia di esemplari che raccontava come l’Empolese Valdelsa fosse un territorio florido economicamente anche mentre, al contempo, l’Impero Romano si avviava verso la fine.

Insomma l’associazione Archeologica Volontariato Medio Valdarno, nata il 7 dicembre 1972, è riuscita in poco tempo a ridare lustro a Empoli, dimostrando che era una città e non un piccolo villaggio anche nell’antichità. Infatti, prima della nascita dell’associazione gli studiosi pensavano che Empoli fosse nata intorno al 12esimo secolo mentre gli studi condotti dall’associazione hanno certificato che Empoli esistesse già sedici secoli prima, nel quarto secolo avanti Cristo.

Nel Cenacolo degli Agostiniani, alla presenza dell’attuale presidente Marco Cerrai, dell’ex Leonardo Terreni, delle esponenti della Sovrintendenza Ursula Wierer e Lorella Alderighi, dell’assessora alla cultura del Comune di Empoli Giulia Terreni e del senatore Dario Parrini, si è parlato di questo importante percorso e si è festeggiato, insieme a molte persone questi primi 50 anni di vita.

Tornando all’anfora, filo conduttore della storia dell’associazione ricordiamo che si tratta di un prodotto in argilla, realizzato a mano e quindi con una capienza di 14-15 litri. Dentro veniva messo il vino prodotto nei nostri territori che poi, attraverso l’Arno, raggiungeva mezzo mondo nel Mar Mediterrano.

La storia della scoperta dell’anfora risale ai primi anni ottanta ed è stata casuale. Una banda di ladri, chiamata “banda del buco”, agiva nell’empolese tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80. Per tutelarsi dai furti subiti la gioielleria Pratesi di Empoli decise di costruire un caveau. L’anfora fu vista sulla benna di una ruspa da un volontario e al contempo ne vennero trovate altre in un altro scavo non troppo distante.

Da lì il ritrovamento di centinaia di cocci che dimostrarono la produzione empolese. Come detto dall’ex presidente e memoria storica dell’associazione Leonardo Terreni la portata di questa scoperta è ancora da capire e studiare.

Intanto, per chi vuole saperne di più, c’è la rivista Millarium, una volta cartacea adesso digitalizzata e visibile qui.

Cerrai e Terreni hanno ringraziato i volontari per il prezioso lavoro svolto in questi 50 anni, sono stati loro la forza trainante, grazie alla passione per l’archeologia e la storia e all’amore per il proprio territorio. Ad oggi l’associazione può contare su una sessantina di persone.

L’obiettivo dell’associazione, da adesso in poi, è quello di attirare nuovi giovani appassionati di archeologia e della storia locale.

L’Associazione, che opera sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Provincie di Pistoia e Prato, persegue la missione di salvaguardare, promuovere e valorizzare il patrimonio archeologico, monumentale e storico.

Cerrai e Terreni, a nome di tutti gli associati, hanno ringraziato l’Amministrazione Comunale di Empoli per il Patrocinio concesso e per la preziosa collaborazione.

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