Gassificatore a Empoli: dopo la protesta, ora che succede?

Brenda Barnini, sindaca di Empoli (foto gonews.it)

“Porteremo questo progetto a uno stato definitivo”. Questa frase di Alberto Irace, l'Ad di Alia, ha chiuso la serata organizzata alla Casa del popolo di Marcignana sul gassificatore che dovrebbe sorgere al Terrafino.

Per rimettere un po’ di ordine alle cose, quindi, si riparte da qui, da queste parole che oltretutto sono particolarmente importanti e significative. Dicono sì una cosa scontata, ovvero che Alia ha intenzione di portare avanti il suo progetto  (anche se si dice che martedi sera siano tornati i vertici presenti in sala a casa molto preoccupati), ma sono anche un segnale che la parte tecnica lancia a quella politica: noi andiamo avanti, ora tocca a voi. Sì perché a questo punto il pallino è in mano alla politica e a Empoli, come si è visto non da ora ma da tempo, la politica sulle questioni che davvero contano ha una faccia ed una voce sola, quella di Brenda Barnini.

Quando la sindaca aprì le porte del consiglio comunale all’azienda di rifiuti per illustrare questo progetto, sicuramente mai avrebbe pensato di trovarsi qualche mese dopo a parlarne in una casa del popolo della sua città natale davanti ad una platea in larga parte ostile e con un blindato della polizia fuori dalla porta. Altri tempi quando esisteva un partito radicato sul territorio e che proprio nella case del popolo trovava un punto di contatto importante con le persone, ora il mondo ed il partito sono cambiati e c'è da fare i conti anche con tutto questo.

E, così come aveva fatto in un precedente post sulla sua pagina social ammettendo di aver commesso errori, non ha mancato nel suo intervento iniziale di ammettere che “la sfiducia è la cosa che mi preoccupa di più”. La gente, tanta, che si è ribellata al progetto non solo sta infatti dimostrando di sentirla lontana ma, soprattutto, di sentirla dall’altra parte della barricata. E a niente finora è valso il ripetere che niente è deciso, che nessuno ha mai detto sì, che siamo tutti dalla stessa parte, che il progetto deve ancora fare il primo di tantissimi passi perché a tutto questo nessuno dei presenti in sala ha mai creduto e crede. E questo è un problema non di poco conto.

A proposito della platea, una piccola parentesi: che si smetta di mettere in evidenza alcuni eccessi che ci sono stati, urla e buuu di troppo perché così si sminuisce il senso di una protesta mai vista prima e che per le stanze del potere empolese costituisce un grosso problema, perché non si rende il giusto merito a chi ha posto domande precise o fatto interventi ragionati e puntuali e perché, per come era organizzata e gestita la serata, era inevitabile che qualche eccesso ci fosse.

Detto questo, torniamo al punto politico: la Barnini si ritrova in mano una gigantesca patata bollente, un problema che non ha facili soluzioni: andare avanti o fermarsi? Sfidare la gente con prezzi possibili da pagare altissimi o fermare un progetto molto importante a livello regionale? Perché, a proposito del livello regionale, l’altro aspetto emerso chiaramente dati alla mano è una delle cose che la gente non capisce e men che meno digerisce: perché una zona magnificata anche dall’assessora Monni come virtuosa nella raccolta differenziata deve raccogliere camion e camion (sulla pietosa Fi-Pi-Li) di rifiuti che arrivano da zone dove tutto questo non accade?

A meno che qualcuno non abbia il coraggio di rispondere che Marcignana deve risolvere il problema rifiuti di Firenze e Prato e che questo impianto guadagnerà sui rifiuti che processerà e quindi più ne arrivano meglio è (sempre sulla stessa, pietosa Fi-Pi-Li).

E allora? Dopo la frase di Irace ora che succede? E qui tornano d’importanza le parole della sindaca: “A me spetta il compito di non trascinare la mia comunità in una contrapposizione deleteria, sono aperta alla discussione e al confronto”. Posto che nella contrapposizione deleteria ci siamo già dentro fin sopra i capelli, se si vuol riportare serenità nel confronto, è una frase che il comitato non può comunque ignorare.

Per il bene di tutti serve trovare un punto d’incontro e ripartire da zero, seguire insieme gli step (rab compreso pur con tutti i dubbi emersi) che devono ancora esserci e farlo in un clima quanto più sereno possibile (all'indomani dell'evento a Marcignana è stato annunciato che sarà preso più tempo per rispondere di fronte alla cittadinanza, NdR). Non sarà facile, ma serve l’impegno di tutti a provarci. Quel blindato fuori da una casa del popolo è qualcosa che la nostra città, la nostra storia ed i nostri valori non possono accettare. Inutile star qui a dire di chi sia la colpa, forse come fra moglie e marito che divorziano sta nel mezzo, ma ora conta solo trovarsi tutti d’accordo su una cosa: mai più. Mai più blindati sicuro. E anche mai più gassificatore?

Marco Mainardi



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