"Riserva in condizioni di degrado e abbandono": la denuncia degli Amici del Padule di Fucecchio

La Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, che per quasi due decenni ha rappresentato un modello di buona gestione (praticata fino al 2018 dal Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione), versa oggi in gravi condizioni di abbandono e di degrado.

Nell’area Le Morette anche quest’anno non è stato praticato alcun intervento di gestione della vegetazione, né si è mai provveduto ad azionare la calla di alimentazione idrica. La conseguenza, del tutto evidente a chi si affacci dall’osservatorio, è il degrado di un habitat prezioso, vale a dire di quel grande specchio d’acqua che si stagliava nella parte centrale della Riserva e che richiamava in inverno migliaia di anatre selvatiche e di altri uccelli svernanti. Lungo i confini della riserva naturale non vi sono più le tabelle perimetrali che ne dovrebbero indicare l’esistenza: il risultato è che in alcuni settori dell’area protetta viene frequentemente praticata la caccia.

L’osservatorio delle Morette per molto tempo è stato un luogo curato e accogliente, ma attualmente versa in condizioni di degrado perché negli ultimi due anni gli interventi di manutenzione sono stati insufficienti, tardivi e di cattiva qualità. La passerella in legno non è a norma, per il mancato impiego di dispositivi antiscivolo nella pavimentazione e non è accessibile alle persone diversamente abili a causa della formazione di uno scalino non facilmente superabile dai visitatori in carrozzina. La schermatura esterna da almeno due anni risulta deteriorata, e le feritoie al piano terra sono occluse dalla vegetazione. In abbandono, ed in pratica non più visibile, è anche lo stagno didattico (che fino ad alcuni anni fa ospitava una collezione di piante caratteristiche del Padule) e le panchine prospicienti.

La fruibilità dell'Osservatorio è minacciata anche dal divieto di transito per i mezzi motorizzati in via delle Morette, unico accesso pubblico dell'area protetta. Il divieto, disposto periodicamente durante i fine settimana da una ordinanza comunale, obbliga i visitatori che desiderino raggiungere la struttura a percorrere a piedi circa 6 Km fra andata e ritorno.

Per finire anche una nota positiva: sia pure con molto ritardo, i lavori di manutenzione straordinaria del Centro Visite di Castelmartini sono iniziati e risultano ben fatti. Questa struttura non ha mai cessato di essere operativa, grazie alla professionalità del personale del Centro di Ricerca, ed al grande lavoro dei volontari degli Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità.

L’attuale gestione è più costosa, mancano le competenze tecniche e la programmazione.

Il fatto che riteniamo sconcertante è che, a fronte del quadro che abbiamo descritto e che chiunque può verificare, i costi di gestione per la manutenzione dell’area protetta negli ultimi anni sono più che raddoppiati rispetto al passato. Il denaro stanziato annualmente dalla Regione Toscana, che dovrebbe essere utilizzato per la gestione della Riserva Naturale, viene distribuito a vari soggetti pubblici i quali, senza alcun coordinamento (e, evidentemente, in assenza di controlli e verifiche), impegnano le risorse in progetti quasi mai realmente attinenti alla cura della Riserva. Gli effetti negativi sul fragile equilibrio degli habitat sono più numerosi e gravi di ciò che appare a prima vista e che abbiamo descritto brevemente; il ripristino degli ambienti naturali a lungo trascurati potrebbe richiedere importanti risorse economiche.

Riteniamo urgente salvare il Centro di Ricerca e restituirgli le funzioni gestionali che gli sono state affidate per quasi due decenni.

Nel frattempo il Centro di Ricerca, che, grazie alle proprie risorse umane, continua ad assicurare i soli servizi rimasti in piedi, come l’apertura al pubblico e la cura degli interni del Centro Visite e dell’Osservatorio, rischia la liquidazione per la crisi economica e politica in cui si trova da molto tempo. Anch’esso è stato lasciato in abbandono. Non è nostro compito individuare le responsabilità politiche e dirigenziali che hanno condotto a questo stato di cose. Con parole ben più autorevoli delle nostre Leonardo Rombai (Professore ordinario di Geografia storica - Università di Firenze e presidente sez. fiorentina di Italia Nostra) aveva invitato la Regione Toscana a riflettere sulla soluzione dello smembramento dei beni e delle competenze della riserva naturale, ma non fu ascoltato!

Nonostante tutto continuiamo a credere nel ruolo delle Istituzioni e proprio per questo non ci stanchiamo di denunciare questi esempi di cattiva amministrazione di beni pubblici affinché possano essere presi provvedimenti appropriati. Così come non ci stancheremo di ripetere che è opportuno salvare il Centro di Ricerca e restituire ad esso le funzioni gestionali di coordinamento e di consulenza tecnico-scientifica. Semplicemente perché è il soggetto più attrezzato e credibile fra quelli presenti sul territorio per garantire una buona gestione della Riserva.

Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità



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