M5S Empolese Valdelsa contro l'eradicazione del muflone del Giglio

Il Movimento 5 Stelle esprime grande perplessità sulla risposta all’interrogazione della consigliera regionale Silvia Noferi depositata in data 27 OTTOBRE 2022. In tale interrogazione, si chiedeva alla Regione Toscana:
1. Come sono stati spesi i soldi del progetto life finanziato con i fondi europei per 1.6 milioni di euro;
2. Che fine ha fatto l’ipotesi della creazione di una riserva nel ‘Promontorio del Franco’;
3. Perché è stato programmato di uccidere questi poveri animali solo perché considerati una SPECIE
ALIENA.

Spiace constatare che la risposta dell’assessore Monni non contenga nessuna responsabilità né
decisione importante sul destino dei mufloni dopo decine di richieste, diffide, proposte fatte da
scienziati ed etologi, genetisti e zoologi e tutte volte a documentare che si parla di poche decine di
unità di animali;
- che non è vero che si sono riprodotti in dismisura, poiché da quando sono stati reintrodotti
sull’isola (negli anni ‘50) il numero complessivo non ha superato le 100-150 unità;
- che i residenti si stanno battendo affinché non vengano del tutto eradicati;
- ma soprattutto non si tiene assolutamente conto dell’importante scoperta scientifica pubblicata
sull’accreditata rivista “Diversity” in agosto 2022 nella quale viene riconosciuto il DNA dei mufloni
del Giglio come unico al mondo. Inoltre, a detta di molti esperti, la definizione di “alieno” dovrebbe
essere usata con parsimonia.

Nel 1955 i professori Ghigi, Baldacci Toschi e Videsott costituirono l’ormai famoso nucleo di Mufloni nel ‘Promontorio del Franco’ per mettere in salvo il Muflone in un periodo nel quale era a rischio di estinzione. La recente scoperta scientifica pubblicata nella sopraccitata rivista Diversity conferma l’importanza, il successo e la validità ancora attuale del progetto dei grandi naturalisti e sottolinea come questo nucleo di mufloni del Giglio costituisca un elemento unico di Biodiversità.

Interessante notare come i professori Tassi, Spagnesi (docente di zoologia generale a Bologna e per oltre vent’anni Direttore Generale dell’Istituto Nazionale per la Fauna selvatica, ora ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e tanti altri difendano tale popolazione. “Mi pare poco credibile che esista al Giglio la necessità di ricorrere ad una definitiva eradicazione del Muflone. Sono più propenso a pensare che si tratti di una strategia di politica ambientale messa in atto dall’Ente Parco per sostenere una filosofia di purismo naturalistico nel contesto di un’area protetta. Se così fosse, speriamo in un ravvedimento prima che sia troppo tardi”, scrive Spagnesi.

Anche la sen. Maiorino del Movimento 5 Stelle al Senato sta chiedendo la stessa cosa. Sorge allora spontanea una domanda:
1. se gran parte del mondo scientifico chiede a gran voce di salvare questi ultimi mufloni proprio in
nome della biodiversità;
2. se il progetto finanzia la tutela della biodiversità;
3. se è stato accertato che i mufloni del Giglio costituiscono un elemento di biodiversità;
4. se addirittura gli autori del riconoscimento del DNA hanno sostenuto che il muflone del GIglio deve essere preservato anziché eradicato; perché la Regione Toscana e i suoi rappresentanti ignorano il problema? Perché Giani non risponde alle lettere scritte da molte associazioni animaliste? La tutela della fauna selvatica è competenza della Regione, che la tutela in tutte le forme (art. 1 L R) come si può ignorare un simile tesoro di biodiversità?

Sammuri, Presidente del Parco, in un’intervista alla Repubblica del 25 marzo 2021 ha ammesso che non
esisterebbe alcuno studio condotto in loco che accerti il livello d’incidenza del muflone né sull’ambiente, né sull’agricoltura. In assenza di una sua comprovata incidenza negativa non è legale classificare l’animale come invasivo seppure alloctono. ISPRA ha espresso un parere che il parco ha diritto di intraprendere l’eradicazione se in possesso dei dati scientifici che ne dimostrino l’invasività. Di tali studi non esistono tracce.

“Si nota un disallineamento strategico, nonché la mancata comunicazione e coordinamento fra l’Ente Parco e la Regione Toscana sulle modalità operative di svolgimento del progetto europeo, di cui sono entrambi partner e le sue finalità risultano poco chiare all’opinione pubblica” (Maiorino M5S, interrogazione al Senato).

Il M5S dice no ad una gestione farlocca della fauna e non basata su concreti dati scientifici, in considerazione anche dell’art. 9 della Costituzione che recita: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 33, 34]. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali’.

Alla luce di quanto detto, Il Movimento 5 Stelle chiede di annullare, sulla base dei risultati scientifici sopracitati, la Delibera del 18 luglio 2022 n.813 con oggetto ‘piano di prelievo del muflone’.

Fonte: Movimento 5 Stelle Empolese Valdelsa



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