Mamme non più sole dopo il parto: a breve la decisione negli ospedali Asl Centro

Ospedale San Giuseppe di Empoli

Nei punti nascita dell'Asl Toscana Centro si tornerà ad accogliere il padre o un parente a fianco della neo-mamma nelle ore e nei giorni successivi al parto. La decisione verrà presa durante una riunione nella prossima settimana del dipartimento materno-infantile della Azienda sanitaria, come affermato da Arianna Maggiali, direttore struttura complessa ostetricia Asl Centro.

Il tema è al centro di un ampio dibattito scaturito dal caso di cronaca dell'ospedale Pertini, dove una mamma si è addormentata mentre allattava al seno il neonato causando involontariamente la morte del piccolo per soffocamento. Su questo tema è stato basato anche il sondaggio di gonews.it di questa settimana dedicato all'assistenza post-partum delle neo-mamme.

Con la dottoressa Maggiali abbiamo chiesto lo stato dell'arte per chi si trova a partorire nei punti nascita dell'Asl Centro, quindi nelle province di Firenze, Prato e Pistoia.

"Dal punto nascita più piccolo come quello di Borgo San Lorenzo a quello più grande come quello di Prato, è garantita la presenza dell'accompagnatore per due ore dopo la nascita. In quel frangente almeno 4 volte in due ore un operatore sanitario presente H24 valuta il benessere di mamma e bambino, secondo una check list dettata da indicazioni internazionali di sorveglianza", spiega.

Al momento però l'accompagnatore non può rimanere presente nelle ore successive, seguendo una procedura che è figlia delle accortezze prese durante il periodo della pandemia. La richiesta è stata inoltrata anche dal sindaco di Empoli Brenda Barnini che in un comunicato ha raccontato la sua esperienza di madre con un secondo figlio nato nel pieno della pandemia, lontano dal padre del bambino.

"Abbiamo cercato anche durante la pandemia di avere il più possibile la presenza del padre e abbiamo proceduto a un'apertura graduale anche nei giorni del post-partum. La prossima settimana andremo a definire ulteriori aperture compatibilmente con le strutture. Non tutti i nostri punti nascita hanno stanze con un letto singolo o due letti per le mamme. In alcuni ospedali ci sono stanze per 4 letti e avere 8 persone H24 non è così fattibile. Un familiare è sicuramente d'aiuto ma deve tornare utile a maggior ragione a casa, quando la mamma non avrà intorno il personale sanitario". Non si tornerà totalmente al regime pre-pandemia, anche con le visite dei parenti: "Sono momenti impegnativi anche per le mamme a livello di stress".

La dottoressa Maggiali non si esprime in merito al caso di cronaca di Roma ("non abbiamo certezza delle cause della morte di questo bambino"), ma afferma che sicuramente "a livello di personale tutti i punti nascita hanno standardi di sicurezza imprescindibili per quanto riguarda la presenza di ostetriche e infermiere. Possono esserci carenze generali numeriche, ma il minimo è sempre rispettato". Se il minimo è rispettato, la situazione è migliorabile? "Si può fare sempre di più".

Guardando a dei modelli di sanità virtuosi sull'esperienza del parto, in Germania per esempio la figura della ostetrica che viene a casa successivamente al parto è fonte di ispirazione per l'Italia? "Nei paesi anglosassoni su parti normali o fisiologici la mamma torna a casa nel giro di 10 ore, in seguito l'ostetrica va nelle ore successive per l'inserimento in famiglia. Per la nostra cultura l'ospedalizzazione è di 48.72 ore in situazione di benessere, vengono effettuate le visite domiciliari in caso di bisogno, ma le mamme non devono farsi scrupoli nel chiedere aiuto" (In realtà in Germania la presenza dell'ostetrica a casa è prolungata fino a 2 mesi con 2 appuntamenti a settimana di media, NdR).

A cosa sta mirando l'Asl Centro per migliorare l'esperienza del parto, vista con difficoltà da parte delle mamme? "Stiamo portando avanti progetti sulla continuità ospedale-territorio, dai punti nascita si pasa al supporto territoriale nel ritorno a domicilio oltre a un percorso modello di assistenza della gravidanza fisiologica secondo evidenze scientifiche. Parliamo di un operatore adeguato a mantenere il benessere come l'ostetrica che sappia inquadrare una visione a 360° della donna. A livello di paesi del Nord Europa è già normalità".

Elia Billero



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