'E se il bullo fossi io?', progetto a Montemurlo

Bulli o bullizzati, una strada per uscire dal tunnel della violenza, fisica e verbale, e dalla paura c'è e si chiama “consapevolezza”. Nella giornata contro il bullismo e il cyberbullismo, il Comune di Montemurlo presenta il progetto, promosso con P.a.m.a.t (Prevenzione abusi sui minori associazione Toscana), "E se il bullo fossi io? La sottile linea di confine tra consapevolezza e innocenza", rivolto agli studenti delle classi seconde della scuola media “Salvemini – La Pira” e le classi quarte e quinte delle primarie “Anna Frank”, “Margherita Hack”, “Alberto Manzi” e la paritaria del Sacro Cuore, in totale oltre 350 ragazzi dai 9 ai 14 anni. Obbiettivo degli incontri, che partiranno già dalla prossima settimana, è l’educazione e l’informazione dei giovani ad una cultura dei diritti e dei doveri attraverso un vero e proprio percorso di educazione civica, ma anche “emozionale”.

«Ormai da diversi anni il Comune di Montemurlo porta avanti in maniera capillare nelle scuole del territorio un progetto dedicato alla prevenzione del bullismo non solo dalla parte delle vittime ma anche dei “carnefici”. - spiega l'assessore alla pubblica istruzione Antonella Baiano - Ci siamo resi conto che nei ragazzi manca la consapevolezza delle conseguenze giuridiche ed emotive che certi atteggiamenti producono in chi è preso di mira. Con questi incontri nelle scuole, attraverso l'intervento degli esperti di Pamat, pensiamo che si possano gettare dei “semini” per far riflettere i nostri studenti».

Un progetto, quello portato avanti a Montemurlo, che non si pone solo dalla parte delle vittime ma che va ad indagare le motivazioni che spingono un bullo ad avere atteggiamenti vessatori: «Per fare un passo decisivo contro il bullismo è necessario porre l'attenzione anche sul bullo per capire le motivazioni e il disagio che lui stesso sta vivendo. In questo percorso coinvolgiamo non solo i ragazzi ma anche le loro famiglie. - spiega l'avvocato e consigliere di Pamat, Andrea Di Gregorio – Per arginare e contrastare gli atti di bullismo la prima cosa da fare è parlarne con gli insegnanti, i familiari e non rimanere chiusi in se stessi». Anche il sindaco Simone Calamai sottolinea come sia importante non aver paura ad aprirsi e a parlare del disagio che si sta vivendo:« Purtroppo anche a Montemurlo si sono verificati episodi molto preoccupanti, come lo stupido gioco dell'auto gialla dell'autunno scorso, che ha visto presi di mira con botte e spintoni alcuni ragazzi. - racconta il sindaco - Abbiamo visto, però, che nel momento in cui abbiamo denunciato pubblicamente l'accaduto e rafforzato i controlli con la nostra polizia municipale vicino alle scuole, gli episodi non si sono ripetuti. Il clamore e l'attenzione della scuola, del Comune e delle famiglie ha fatto rendere conto i ragazzi della gravità di quello che a loro sembrava solo un gioco»

Gli avvocati dell'associazione P.a.m.a.t svolgeranno in classe con le seconde medie un percorso di approfondimento e riflessione sui principi fondamentali ed i diritti di libertà della Costituzione italiana e della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e su argomenti di attualità quali il fenomeno del bullismo e cyberbullismo e l’uso responsabile di internet e dei social network, con particolare attenzione alle conseguenze di natura civile e penale delle varie azioni. Oltre all’approccio più di tipo “giuridico”, il bullismo sarà affrontato anche da un punto di vista “emozionale” attraverso l’intervento degli psicologi di P.a.m.a.t con analisi di vicende e casi reali, che coinvolgeranno i bambini della scuola primaria.

«Il 7 febbraio è anche la giornata promossa a livello europeo per aumentare la consapevolezza nell'utilizzo del web - aggiunge l'avvocato e consigliera di P.a.m.a.t, Elena Casavecchi - È importante insegnare ai ragazzi a riconoscere le forme di bullismo e cyberbullismo e scoprire come difendersi. Soprattutto dopo la pandemia, ci siamo accorti quanto sia difficile e importante far capire ai ragazzi che ciò che è virtuale è reale e che ciò che si dice e si fa in rete ha conseguenze dirette sulla vita reale»

In classe, durante gli incontri, gli studenti saranno coinvolti in un dibattito interattivo che affronterà casi reali della vita quotidiana. Occorre tuttavia fare molta attenzione ed evitare di puntare il dito, poiché l’etichettamento dei giovani come “bulli” può finire paradossalmente per rafforzare l’identità negativa e dare l’avvio a vere e proprie nuove “carriere devianti”. Saranno svolte anche attività di role-playing, in cui i ragazzi potranno sperimentare le proprie emozioni (rabbia, paura, tristezza, vergogna, senso di colpa…) ed adottare strategie per prevenirle e contrastarle. Infine, un laboratorio fotografico aiuterà i ragazzi a raccontare attraverso la fotocamera dello smartphone, una storia sul bullismo e le emozioni vissute.

Fonte: Comune di Montemurlo - Ufficio stampa



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