Qui Torrigiani, a voi Cinisi: su il sipario sul libro denuncia 'Silenzi e distrazioni'

Ci sono tante cose in ‘Silenzi e distrazioni’, il libro di Filippo Torrigiani fresco di stampa per Navarra editore: ci sono dieci cose di cui, non a caso, la grande informazione non parla, c’è la prefazione di un nome del calibro di Rosy Bindi, c’è una serie dettagliata di dati e numeri per fotografare fenomeni che, pur non essendo sotto i riflettori, fanno danni incalcolabili al tessuto sociale ed economico, c’è il ricordo di un martire di mafia come Peppino Impastato, c’è l’aiuto concreto a chi, nel suo nome, porta avanti da anni iniziative di legalità (nelle tasche dell’autore non finirà un euro, tutto devoluto a casa Memoria Felicia e Peppino Impastato di Cinisi), c’è il mondo tragico della droga, i problemi di quello del lavoro, l’ambiente, i mille guai della sanità, i debiti che travolgono spesso le famiglie.

Tutto unito da un filo conduttore: l’impegno e la passione con la quale l‘ex assessore empolese, tolto in modo troppo frettoloso e superficiale dal panorama politico locale al quale aveva ed avrebbe ancora tanto da dare, porta avanti da anni a livelli ben più alti il suo impegno nel campo della difesa della legalità.

Se Torrigiani può essere ormai considerato uno dei più attenti analisti e studiosi a livello nazionale del cancro sociale del gioco d’azzardo (avete letto bene, c’è scritto cancro), con questo libro allarga il suo orizzonte e sbatte in faccia a chi lo legge questioni la cui reale e tragica portata in pochi conoscono, non per loro lacune ma semplicemente perché non le vedono visto che chi dovrebbe, per motivi nemmeno troppo difficili da capire, non ne parla.

L’effetto secchiata d’acqua gelida in faccia che provocano le sue periodiche denunce su quanti danni a persone e famiglie facciano i banalissimi grattini, le giocate alle sale slot o le scommesse sportive qui si amplifica.

Chi ha voglia di leggere queste 60 pagine scarse (fatelo, ne vale la pena), quando arriva in fondo, di secchiate ne ha prese tante, ma tante di più. E con acqua tanto, ma tanto più gelida. E si rende conto di essere immerso, suo malgrado e senza accorgersene, in un mondo omertoso nel quale di certe cose è meglio non parlare perché muovono tanti, ma tanti soldi che spesso finiscono nelle solite tasche, ovvero quelle della mafia e di chi questo mostro controlla anche ad alti livelli.

Rosy Bindi, che non a caso volle per la prima volta Torrigiani nella commissione antimafia al tempo da lei presieduta, nella sua prefazione pone l‘accento su tre temi (sanità, povertà, lavoro) e su una parola magica, ormai sbattuta fuori dal vocabolario: argomentare.

E’ vero che la velocità a cui viaggia oggi il mondo non ci lascia tempo per riflettere ma è anche vero che, per argomentare, bisogna avere le competenze, studiare, capire, porsi domande, scavare senza fermarsi all’apparenza, indagare e parlare con dati e fatti. E’ quanto Torrigiani fa, sprofondato come ama spesso dire “con i piedi nel fango” a significare la sua vicinanza agli ultimi, ma con la testa lucidamente fuori per denunciare un sistema nel quale troppe cose non vanno come dovrebbero.

E’ in questa melma invisibile che proliferano le mafie, nella “negazione dei diritti fondamentali e nelle disuguaglianze”, come ricorda la Bindi con un chiaro richiamo alle tante, troppe ingiustizie che spaccano ogni giorno di più una società dove i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri.

Ci fa piacere pensare, e ne siamo certi, che questo compendio lo avrebbe letto volentieri anche Peppino Impastato che certe cose le denunciava nella Sicilia degli anni ’70 attraverso la “controinformazione” di radio Aut e che, per questo, pagò con la vita.

Non sarà certo il solo Filippo Torrigiani col suo volume a far sì che certe cose cambino, ma nel suo coraggio di denunciarle sta una delle chiavi per riuscirci, per trasformare la crudeltà in speranza e, soprattutto, per far capire ai giovani, partendo da suo figlio Dario a cui il libro è dedicato, che un altro mondo è possibile e che niente come l’onestà rende l’uomo pienamente realizzato.

E’ un sistema non più accettabile, scrive l’autore chiudendo la sua fatica. E questo, aggiungiamo noi, è un volume che fa riflettere. Anche per questo merita di essere letto. Perché, come diceva la scrittrice americana Helen Keller: “da soli possiamo fare così poco, insieme possiamo fare così tanto”.

Stasera alle 18 l’autore presenterà ‘Silenzi e distrazioni’ alla libreria Rinascita di via Ridolfi assieme a Piero Bartalucci, vicepresidente dell’Arci Empolese-Valdelsa

Marco Mainardi

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