Trovata la tomba di Carlo Piaggia, la scoperta sulle orme del capannorese

E’ quasi certo che a Karkoj, lungo il fiume Nilo Blu, ci sia la tomba dell’esploratore Carlo Piaggia, che morì in questa località del Sudan Meridionale il 17 gennaio 1882 durante una spedizione in cui stava facendo da guida all’esploratore olandese Schuver. E’ questa l’importante scoperta fatta dalla delegazione lucchese che dal 26 febbraio al 6 marzo scorsi ha compiuto una missione in Sudan sulle orme dell’esploratore capannorese.

Alla missione promossa e organizzata dall’Istituto Storico Lucchese - a distanza di 41 anni dalla storica spedizione del febbraio 1982 - con la collaborazione dell’Ambasciata Italiana in Sudan e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e il patrocinio della Società Geografica Italiana, per rendere omaggio a Piaggia nella terra dove compì tante esplorazioni e dove visse per molti anni, oltre al sindaco Luca Menesini, hanno preso parte Giorgio Tori, vice presidente dell’Istituto Storico Lucchese, Luca Lupi, studioso, viaggiatore, scrittore, profondo conoscitore della cultura africana e Roberto Giovannini documentarista e videomaker, membro dell’Associazione Documentaristi Italiani. In Sudan la delegazione è stata assistita dai missionari comboniani e affiancata da Gino Barsella Direttore Paese della Fondazione AVSI.

Gli esiti della missione sono stati illustrati dai partecipanti al viaggio con una conferenza stampa svoltasi oggi (venerdì) nella sala consiliare del Comune di Capannori, alla quale ha partecipato anche il vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Raffaele Domenici.

Durante il viaggio in Sudan la delegazione ha raccolto una serie di importanti testimonianze orali tramandate di padre in figlio che rendono molto plausibile che la tomba di Carlo Piaggia si trovi a Karkoj, dove la memoria dell’esploratore capannorese, ricordato come l’uomo ‘bianco’ buono e gentile con la popolazione, è ancora molto viva, in un‘area posizionata subito al di fuori del cimitero musulmano.

La tomba si troverebbe nell’area dove venivano sepolti gli stranieri e dove le sepolture sono indicate solo con delle pietre. Qualcuno ha detto di ricordare che su quella tomba ci fosse una croce, ora non più presente.

Durante la missione la delegazione ha apposto due targhe in doppia lingua, inglese ed arabo, in ricordo dell’esploratore capannorese che esplorò in solitaria i territori dell’Eritrea e dell’ Etiopia, tracciò mappe dei territori inesplorati attorno alle foci del Nilo Bianco e del Nilo Azzurro, e, sua impresa più importante, entrò in contatto e visse per diverso tempo con la tribù conosciuta come Niam- Niam, gli attuali Azande un popolo di cacciatori e guerrieri formidabili.

Una targa è stata apposta anche alla presenza dell’ambasciatore italiano in Sudan, Michele Tommasi, nella biblioteca del Collegio dei Comboniani di Khartoum, il maggior istituto di istruzione della città, luogo molto frequentato, soprattutto dai giovani, e l’altra sulla residenza presidenziale a Karkoj nel Sudan Meridionale dove Piaggia morì.

Inoltre presso il collegio dei Comboniani di Khartoum si è svolta una giornata di studio sulla figura di Carlo Piaggia, dedicata in particolare alle ricerche dell’esploratore compiute in Sudan dal 1856 al 1882 che ha riscosso grande partecipazione ed interesse. La delegazione si è inoltra presa l’impegno di tradurre in arabo i libri su Carlo Piaggia dell’Istituto Storico Lucchese e di Luca Lupi.

“La missione in Sudan è stata un’esperienza davvero molto positiva durante la quale abbiamo appreso come la memoria di Carlo Piaggia sia ancora viva in quel Paese dove compì importanti scoperte e visse per lunghi anni e per questo ci tengo a ringraziare l'Istituto Storico Lucchese - afferma il sindaco, Luca Menesini- . Da importanti testimonianze orali da noi raccolte possiamo dire che sia più che plausibile che la tomba di Piaggia sia a Karkoj e questo è certamente uno dei risultati più importanti della missione. Come lo è il fatto che è sempre più evidente che Piaggia è l'esploratore italiano in Africa più importante a livello nazionale.

È stato infatti importante ricordare e valorizzare Carlo Piaggia in quella terra apponendo due targhe commemorative e realizzando un convegno che ha aperto a nuovi studi su Carlo Piaggia in Sudan. Adesso vogliamo mantenere un contatto con le istituzioni del Sudan per collaborare sulle prossime mosse da compiere, affinché Piaggia, esploratore non predatore ed arrogante come altri esploratori europei, che si è avvicinato con grande rispetto ed umanità alle popolazioni con cui è venuto in contatto, possa essere ulteriormente valorizzato non solo a Capannori ma anche a livello nazionale e in Sudan stesso".

“Siamo davvero felici di aver centrato gli obbiettivi che ci eravamo posti con la missione in Sudan, ovvero rendere omaggio a Carlo Piaggia nella terra dove compì numerose esplorazioni e in particolare a Khartoum dove visse per molti anni e a Karkoj dove morì apponendo in questi luoghi due targhe commemorative e realizzando un convegno di studi sulla sua figura – afferma Giorgio Tori, vicepresidente dell’Istituto Storico Lucchese -. Ma abbiamo centrato un altro importante obiettivo, inaspettato, avendo appreso attraverso varie testimonianze orali che quasi sicuramente la tomba di Piaggia si trova a Karkoj”.

“La missione sulle tracce di Carlo Piaggia è stata un’esperienza davvero positiva ed entusiasmante, in particolare per quanto riguarda la quasi certa individuazione della sua tomba - afferma Luca Lupi, africanista- . Piaggia è stato a mio avviso il più importante esploratore nel panorama degli esploratori europei, non solo per le importanti scoperte geografiche fatte, ma soprattutto per l’umiltà e la grande umanità con cui si è rapportato alle popolazioni locali dell’Africa. E’ stato bello scoprire che in Sudan lo ricordano proprio così, come un uomo dalle grandi qualità umane. Sarebbe importante valorizzare ulteriormente la sua figura e il suo operato sia in Italia che in Africa”.

“Non posso che definire bella ed emozionante questa esperienza sulle tracce di Carlo Piaggia – commenta Roberto Giovannini, videomaker e documentarista-. La missione infatti ha centrato in pieno l’obiettivo di valorizzare in Sudan la figura dell’esploratore capannorese e allo stesso tempo ci ha dato modo di venire a conoscenza della quasi certa presenza della tomba di Piaggia a Karkoj. Dal punto di vista della mia professione di documentarista questo viaggio ha sicuramente arricchito la mia esperienza”.

“Siamo di fronte ad un viaggio che ha unito il fascino della scoperta alla concretezza dello studio e della ricerca - afferma il vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Raffaele Domenici-. Il successo della spedizione, che la Fondazione ha voluto supportare, dipende infatti da ciò che l’ha preceduta: tanto i preparativi degli ultimi mesi, quanto gli anni di studi seri e pubblicazioni esaustive sulla figura di Carlo Piaggia. Un percorso univoco e lineare che con le nuove rivelazioni ha contribuito e contribuirà a rendere l’esploratore sempre più personaggio vivo e ‘parlante’ per la memoria collettiva, non solo di Capannori, ma della Lucchesia intera”.

Per l’organizzazione del viaggio in Sudan la delegazione si è avvalsa della Kel 12 che ha come suo braccio operativo nel Paese Qantra Travel-Sudan.

Fonte: Comune di Capannori - Ufficio stampa



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