Le elezioni a Campi viste da Milano: intervista 'senza freni' a Dario Baldi

Dario Baldi, giornalista e autore radiofonico

Si sono chiusi sabato 15 aprile i termini per la presentazione delle liste per le elezioni comunali di maggio e anche a Campi Bisenzio, provincia di Firenze, si sono delineati candidati sindaco e schieramenti. Cinque uomini, due per il centrodestra, uno per il centrosinistra, un civico e uno per la sinistra: parliamo di Leonardo Fabbri (Pd), Riccardo Nucciotti (ex assessore della giunta Fossi, ora civico), Antonio Montelatici (FdI), Paolo Gandola (Lega, FI e altre liste di centrodestra) e Andrea Tagliaferri (sinistra e Movimento 5 Stelle).

Per fare un esaustivo punto della situazione abbiamo chiesto aiuto a un 'esterno' che si sta occupando in maniera originale: Dario Baldi, autore radiofonico, campigiano di origine ma residente al momento a Milano per lavoro. Ha lanciato un podcast chiamato Cercasi Sindaco in cui affronta frontalmente tutti gli aspetti per le comunali che vedranno il successore di Emiliano Fossi.

Le elezioni si seguono meglio da Milano?

La fortuna è che sui social le notizie arrivano prima che se fossi a Campi. La notizia che il simbolo del M5S non fosse stato autorizzato dal nazionale sulla candidatura di Tagliaferri lo abbiamo scoperto sui social, ma i voti si contano dal vivo.

Campi era una cittadina di tradizione di centrosinistra, poi è successo qualcosa, sono state le dimissioni di Emiliano Fossi o qualcosa prima ad aver portato a queste sfumature e a 5 candidati in corsa per la poltrona da sindaco?

La mancanza di forza del Pd a livello nazionale si è sentita molto, anche 5 anni fa con il primo ballottaggio tra Fossi e Maria Serena Quercioli. Il centrodestra è cresciuto a livello nazionale e locale, e poi a Campi Bisenzio c’è un’ala di sinistra forte, con la S maiuscola, che fa battaglie identitarie come l’aeroporto, temi dove il Pd non è mai stato chiaro.

Emiliano Fossi la politica a Campi l’ha sempre fatta, nei primi 5 anni ha portato un progetto innovativo e giovane, aveva una squadra di persone che gli ha permesso di lanciare idee come il Campi Lab. Con la riconferma c’è stato un suo calare, c’era anche da decidere il suo successore, sono partite mille strade diverse e il Pd come sempre nella sua storia si è divisa.

Leonardo Fabbri, ex assessore e consigliere comunale, è un uomo di fiducia di fossi. I membri della giunta del primo mandato di Fossi era un gruppo di amici che ha affrontato svariate battaglie, ricordo Fossi con assessori renziani, poi orlandiano, poi schleiniano e ora segretario regionale. Fossi si è plasmato nel corso degli anni, ma c’è una sinistra identitaria che si è distaccata dal Pd. Il pericolo Sesto ci può essere per il Pd (a Sesto Fiorentino dopo la caduta dell'allora sindaca renziana Sara Biagiotti fu eletto Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana, confermato per un secondo mandato poi con l'appoggio Dem, NdR).

Quanto ha contato che c’era da decidere il successore di Fossi, oppure il protagonismo, il malcontento nella coalizione di governo?

Ha prevalso il famoso personalismo politico, tutti volevano essere il post Emiliano Fossi. Tra tutti i litiganti ha vinto quello che non era neppure della partita, Fabbri. Il papabile candidato sindaco per il centrosinistra poteva essere Ester Artese, assessore al commercio nominata nel totosindaci, ma non si è trovato l’accordo e lei addirittura non si è candidata, supporterà solo la lista civica del sindaco, la lista arancione. Il segretario del Pd Galletti poteva essere candidato, ma poi è uscito Fabbri. La tematica del successore ha prevalso rispetto alle tematiche del cittadino.

Sul fronte centrodestra cis ono due candidati, sappiamo tutti che dove si presenta unito il centrodestra dà più filo da torcere. Stavolta c’è chi ci crede, abbiamo Gandola che porta l’esperienza dalla sua e Montelatici che ha solo il supporto di FdI.

Dobbiamo vederla su due piani. Il piano personale: Gandola si già candidato a sindaco e voleva riprovarci. Ha trovato dalla sua parte i comitati provinciali dalla sua parte, è stato aggregatore e c’ha messo la faccia dappertutto, non gli si può negare.

Arriva però Antonio Montelatici, un imprenditore, vicino alla Misericordia, eletto consigliere comunale a Firenze con la Lega e poi distaccatosi. Nel corso degli anni Montelatici è stato a supporto della candidatura di Fossi, di Monia Monni, di Stefania Saccardi. E’ sempre stato una figura di centro, ha trovato Claudio Gemelli con FdI con cui ha provato a fare un percorso, specialmente con la Lega.

La Lega poi si è ricordata che Montelatici li aveva abbandonati nel mezzo del Consiglio comunale a Firenze. Un accordo non si è trovato e allora Gandola e Montelatici sono andati separati. Dico purtroppo perché sarebbe una battaglia più aspra con una solo candidatura per il centrodestra.

Montelatici conta su una lista come Campi Domani con una persona come Alessandro Tesi, ex presidente del Consiglio comunale, dall’altra parte c’è Gandola con la sua esperienza e tante liste. Vediamo quanto riceveranno i campigiani da queste proposte. Sono divisi anche sull’aeroporto, Gandola è contrario.

Con 5 candidati e un bel numero di liste, spesso c’è confusione, come avevi detto ci sono più le persone rispetto ai partiti. Secondo te si va al ballottaggio anche a questa tornata elettorale?

Non c’è una forza tale che possa vincere al primo turno, l’esperienza Fossi-Pd al primo mandato è impossibile.

Facciamo un gioco. Proponi un aggettivo per ogni candidato sindaco,

Ci divertiamo.

Leonardo Fabbri: prudente. E’ una persona che quando parla ti trasmette sicurezza, potrebbe essere il classico amico di famiglia, non parla politichese ma da persona umana.

Riccardo Nucciotti: ruggente. Di statura molto alta, ha una vociona, si presta allo scontro. Nell’immaginario comune è l’assessore che c’è stato, quello che veniva e ci metteva la faccia sui problemi.

Antonio Montelatici: istituzionale. Si vede che è uno che ha lavorato nel volontariato, sempre preciso e puntuale, è un imprenditore, gestisce i conti e le persone, è molto attento alle parole.

Paolo Gandola: impegnato. è uno che studia, minuzioso, ci mette l’impegno.

Andrea Tagliaferri: colorato. Ti spiego: sta facendo la campagna elettorale, nonostante la provenienza dal Pd e sia vicino all’ex sindaco Chini, con tante donne, tanti giovani, che ci mettono la faccia e propongono le idee. Ha dei temi su cui spesso non sono d’accordo, ma la campagna è molto d’impatto. Gli va riconosciuto questo, da sinistra ci si aspettava un candidato ma non lui. E’ mancata l’unità con l’altra parte della sinistra e a vedere l’indirizzo a livello nazionale ci si aspettava una grande coalizione. Riuscirà a fare bene.

Per queste elezioni su quale tema verranno vagliate le proposte, quale per te è la più importante? Ci si dividerà su aeroporto e inceneritore come a Sesto Fiorentino?

Non ci sono temi così divisivi, anche se hanno una forza importante. Sono importanti l’aeroporto, come pure l’arrivo della tramvia a Campi. Tutti vorrebbero spostare l’arrivo, ma è un tema per il centro. La sicurezza anche è un grande tema, stanno uscendo tante notizie sulla delinquenza a Campi. Vincerà il candidato che si fa sentire più vicino al cittadino. Emiliano Fossi è stato immaginato come il ragazzo del Gorinello, quando è arrivato a Roma. I candidati si devono mettere in testa di stare vicino ai cittadini.

Emiliano Fossi ha fatto bene a dimettersi in anticipo per candidarsi al Parlamento e poi alla segreteria regionale del Pd? Ne ha imbroccate due su due, c’è stata lungimiranza sicuramente, ma porterà a qualcosa di buono per Campi?

Politicamente il suo percorso è ineccepibile, direbbe qualcuno ‘fattuale’. Le sue dimissioni è un fianco prestato alle opposizioni per dire “se n’è andato, guardate ai campigiani cos’ha fatto”. Tanti candidati dicono ‘Fossi vi ha abbandonato e vi ha lasciato al commissario’. Per Campi è mancata una figura come quella del sindaco e l’ultima parte della sua legislatura non si ricorderà per grandi cose portate a termine. La sua mancanza si è sentita, il mio consiglio da esterno ora è di esserci meno possibile a Campi. Questa campagna elettorale la vince chi porta meno leader nazionali sul territorio. Le campagne nazionali si vincono con la vicinanza al territorio. L’unica che potrebbe spostare voti è Giorgia Meloni se venisse a Campi, soprattutto sul tema migratorio vista la situazione dell’ex Cas a San Donnino, ma difficilmente verrà, se non in ballottaggio. Il consiglio al Pd che mi sento di dare è di pensare al territorio e non ai leader.

E quali svarioni sono stati fatti dalle coalizioni secondo te?

Parto dal Pd: il grave errore è stato di non candidare una donna, non come bandierina ma perché la donna c’era, Ester Artese. Il secondo errore è partire di rincorsa, già il cittadino fa fatica a capire, poi il tempo c’era ma si è deciso tutto all’ultimo secondo.

Montelatici e FdI: il grande tranello è essersi messi il bastone tra le ruote tra di loro. Con un nome unitario sarebbe stata una partita Fabbri-centrodestra al ballottaggio, ora al ballottaggio ci può andare chiunque. Bisogna vedere quanto il vento di FdI regge a livello amministrativo e soprattutto le liste fatte come quella di Fabbri dello sport o Campi Domani di Montelatici.

A Nucciotti come civico gli si può imputare poco, è stato assessore degli ultimi due mandati, poi ha corso da solo, sono battaglie che tira fuori lui, bisogna fargli i complimenti per essere riuscito a tirare fuori due liste civiche.

A Tagliaferri gli puoi dire di non aver trovato un accordo con il Pd. La sinistra poteva imbarcare anche il M5S, ma è questione di personalismi.

Ultima questione: il Terzo Polo che non si presenterà, forse il voto moderato andrà su Gandola.

In Toscana si vota a Pisa, Massa, Siena, capoluoghi di provincia importanti, in 2 su 3 il centrodestra è diviso. Le elezioni a Campi sono le più importanti tra quelle toscane a maggio secondo te?

Per me sì, ma ce ne sono di più importanti. Per la provincia di Firenze e di Prato se non ci fosse più un sindaco di centrosinistra, sarebbe il primo La in vista delle Regionali anche in vista dei capoluoghi Firenze e Prato. In quest’ultimo lì il centrodestra si è organizzato molto bene.

Un pronostico su chi vince?

Non lo so, al ballottaggio potrebbe succedere di tutto, ci potrebbe essere un'unione nel centrodestra o un appoggio tra civici. Già è impronosticabile chi va al ballottaggio.

Come continuerà il tuo podcast?

Andrò a visionare i candidati e a stuzzicare le tematiche delle varie frazioni, di solito ci si dimentica delle frazioni ma solo i cittadini che ti spiegano le cose e i veri problemi nascono sul territorio.

Elia Billero



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