Elezioni 2024, il Pd: "Empolese Valdelsa cresciuto in 10 anni, ora stagione nuova. Ma guai a sentirsi arrivati"

Jacopo Mazzantini

Proseguono le interviste in merito alle elezioni comunali del 2024 che vedrà concludersi il ciclo di 10 sindaci su 11, perché giunti al secondo mandato, nei territori dell'Empolese Valdelsa. La pressione maggiore, ovviamente, è sul Partito Democratico, che è chiamato a confermare il colore delle amministrazioni locali nonostante il rinnovo della classe dirigente. A rispondere è Jacopo Mazzantini, segretario di federazione del Pd Empolese Valdelsa.

Mazzantini, a che punto siamo a meno di un anno dalle elezioni? 

In questa fase ci si concentra sull'analisi della stagione amministrativa in conclusione, e poi ci si avvia verso la fase del discorso programmatico. Come Pd siamo sempre partiti dai contenuti: cosa porta in dote questa stagione e da lì impostiamo la proposta politica. Serve un programma elettorale per i candidati sindaci, ma se c'è una bozza di proposta programmatica da lì inizia la discussione sulla classe dirigente per la prossima stagione amministrativa.

A Empoli il segretario Lorenzo Cei ha già cominciato un percorso di confronto con forze politiche come Italia Viva e Alleanza Verdi-Sinistra

A Empoli c'è un confronto di merito serio, con iniziative pubbliche, da quella appena conclusa sul salario minimo fino al Dem Festival. E' un percorso che condivido molto, confido che possa rappresentare un modello, senza voler forzare i tempi degli altri territori. C'è bisogno di tempo per ricostruire la coalizione ma samo nei tempi giusti.

A Empoli le liste civiche hanno avuto un ruolo determinante nella doppia elezione di Brenda Barnini. Questa è Empoli 3.0 potrebbe esistere?

Per noi il civismo è un valore aggiunto, il Pd sin dalla nascita è stato un soggetto con l'ambizione di intercettarlo. Sono convinto che sarà una componente protagonista anche della prossima stagione amministrativa.

L'idea di guardare al civismo è un'ipotesi a cui punta anche il centrodestra. Voi come vi differenziate?

Il Pd porta in dote a mio modo di vedere con certo orgoglio un decennio di buongoverno, un governo degli 11 comuni che ha saputo tenere insieme sviluppo e solidarietà sociale. Nonostante la parentesi del covid. Dico anche: guai a sentirsi arrivati o popolari. L'Italia si è impoverita da un decennio, anche in Toscana con il lavoro precario. Tutto pesa molto e alimenta la diffidenza verso i partiti. Si può guardare al centrosinistra perché la credibilità l'abbiamo dimostrata.

Ci sono stati nelle ultime elezioni comunali esempi di comuni di centrosinistra che, nonostante il racconto del buongoverno, hanno cambiato colore politico, penso a Poggio a Caiano. Anche a livello nazionale il Pd è stato al governo negli ultimi anni ma non è stato premiato. Cosa ne pensa?

Chi fa politica deve aver imparato che su questa narrazione nessuno vince. Però non condivido con le vicende politiche nazionali. I due governi di Conte non erano omogenei. In quei 5 anni il paese si è impoverito, se il Paese sta peggio vota chi non ha governato. Il nostro territorio con il governo del centrosinistra ha fatto crescere competitività e sviluppo. L'Empolese Valdelsa è in continua trasformazione.

L'Empolese Valdelsa si è caratterizzato per 11 territori tutti governati dal centrosinistra. E se nel 2024 non dovesse accadere?

Il Pd è al lavoro dal giorno dopo le elezioni per preparare amministrative. Per dirtela con Schlein, anche nel preparare amministrative serve un partito umile nell'ascolto e utile alla società. Ripeto, guai a sentirsi arrivati. Abbiamo grande attenzione per le proposte del futuro.

Il nostro partito territoriale vuole mettere davanti alle correnti i territori. Ci si confronta e ci si divide, ma alla fine dei congressi e in preparazione degli elementi elettorali tutte le scelte servono per l'interesse territoriale. Con grande umiltà e per tempo prepariamo le amministrative: abbiamo modi per raccogliere il consenso che serve.

Nel libro di David Allegranti 'Quale Pd', presentato al Corsivo Festival a Empoli, abbiamo citato una frase del segretario Pd regionale Emiliano Fossi, sul fatto che forse il Pd "si è imborghesito". E' accaduto anche a Empoli e nelle zone vicine?

Credo che quando si fa un'analisi bisogna essere spietati e non autoassolutori, evidentemente anche nel nostro territorio c'è chi non guarda più a noi come soggetto di riferimento, parlo di parte della classe operaia. Il nostro intendimento è andare a riconvincerli, credo che le proposte politiche che il Pd sta portando avanti, penso al salario minimo, siano un segnale importante e nel merito condivido che sia da essere inteso come primo di intervento sulla povertà. Abbiamo fatto troppo poco quando eravamo al governo: nuovi diritti sul lavoro, sostegno all'impresa che reinveste e crea lavoro di qualità. Noi vogliamo essere un partito trasversale ma non possiamo non rappresentare chi sta peggio.

C'è la possibilità che il Pd nelle nostre zone ricorra alle primarie? Dieci anni fa, quando cominciò l'attuale ciclo di sindaci, vennero utilizzate quasi ovunque.

Spetta ai singoli partiti comunali in totale autonomia ricorrere, sono strumento di partecipazione del Pd, siamo unici a utilizzarlo. Sono uno strumento e non il fine, abbiamo imparato a conoscerlo e a utilizzarlo. E' funzionale quando si confrontano due declinazioni di partito che arrivano da un substrato comune. Ha portato anche a divisioni di difficile risoluzione quando i candidati avevano proposte sovrapponibili, penso che in quel caso il partito doveva scegliere prendendosi una responsabilità.

Ci sono anche le primarie di coalizione...

Certo. Noi vogliamo dimostrare di essere i più credibili, ma non da soli, insieme alle forze di centro-sinistra. La coalizione è più forte con il lavoro congiunto in altri partiti. Quello che ho imparato è che le coalizioni se partono da candidature non arrivano solide, il contrario se invece partono da un discorso programmatico comune.

Parlando ancora di coalizioni, pensate di poter mirare anche a un accordo con partiti come Azione, M5S, ecc?

Non c'è una chiusura preconcetta e pregiudiziale e non bisogna confondere l'esperienza amministrativa di questi anni con la stagione nuova che si aprirà nel 2024 e che sarà inevitabilmente diversa da ultimi 10 anni. Confermo che sulle amministrazioni uscenti abbiamo un giudizio molto positivo. Ma quando finisce il doppio mandato si apre una stagione politica amministrativa nuova. Se non elaboriamo su politiche, come facciamo a sapere se possiamo o non governare insieme?

Tornando ai comuni, nonostante l'Empolese Valdelsa sia vista come una roccaforte solida per la sinistra, quando andiamo a vedere i dati il centrodestra ha un buon margine di partenza a Fucecchio. C'è il rischio che il centrodestra possa sfondare lì?

Sono da più di 10 anni segretario federale, ricordo che 5 anni fa c'era una situazione politica analoga se sostituisci Fdi con Lega. Nel 2019 c'era un contesto non favorevole. Con le urne chiuse per le Europee, a Fucecchio il risultato pendeva per il centrodestra, poi il risultato fu ribaltato alle comunali. A Fucecchio, come 5 anni fa, se presentiamo una classe dirigente credibile e riconoscibile, possiamo essere in grado di ottenere consenso e fiducia per governare.

Ultima domanda: quali sono le tempistiche per arrivare a un nome di un candidato sindaco e di una coalizione?

Parliamo di 11 comuni, ognuno avrà il suo percorso. La partita dei comuni sopra 15mila abitanti è più complessa. In autunno inizia il percorso vero e proprio. Se entro l'anno chiudiamo la partita dei nomi, possiamo avere 5 mesi di campagna elettorale.

Elia Billero



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