Pazienza Bettiol, è stato bello: il castellano è stoico al mondiale di ciclismo

Alberto Bettiol

Si è inchinato solo agli dei, ma è stato ed è il primo degli 'umani'. Alberto Bettiol, ciclista trentenne di Castelfiorentino, chiude un mondiale di ciclismo vibrante, fatto di emozioni tonanti. Un mondiale, quello in Scozia, che lo ha visto attaccare e portare l'Italia al primo posto a una manciata di chilometri dall'arrivo, salvo poi desistere ai vari Pedersen, Van Aert, Pogacar e soprattutto al più forte di tutti, van der Poel.

Se van der Poel vince e stravince pur cadendo a venti chilometri dall'arrivo, gli altri tre fanno un lavoro pazzesco e chiudono subito dietro. Bettiol invece ha fatto una corsa stoica, da leone, all'attacco come si conviene in questi casi. Quando all'arrivo mancavano pochi chilometri, il castellano, stremato, ha lasciato la prima piazza a quei fenomeni, ma è da applausi.

A cinquanta chilometri dalla fine si è giocato tutto, è scattato sui pedali e ha attaccato, è rimasto primo per una bella fetta di corsa e ha fatto sognare una nazione. Fin quando ce l'ha fatta, è stato spettacolare. Poi il crollo fisiologico: alla fine è giunto decimo, ma le emozioni restano.



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