Sesto e Calenzano ricordano padre Bortolotti

E’ stata ricordata alla Parrocchia di San Jacopo a Querceto, con tre giorni di varie cerimonie ricchi di emozioni, tra tanta commozione, la figura eroica dello storico parroco padre Eligio Bortolotti, sacerdote religioso degli Oblati di San Giuseppe d’Asti, nato a Pieve di Bono Trento nel 1912.

Il 5 settembre 1944, il territorio del Comune di Sesto Fiorentino, era già stato liberato dal nemico invasore da pochi giorni e i militari tedeschi erano ormai in ritirata verso la “Linea Gotica”, quando padre Eligio fu tratto in arresto e barbaramente ucciso a soli 32 anni in odio e disprezzo verso la fede, perdonando, prima di far ritorno alla Casa del Padre, coloro che, ingiustamente, lo uccisero: come ebbero direttamente a testimoniare, i militari del plotone di esecuzione che a Baroncoli in quella mattina, come ricordano le cronache, dal cielo grigio e plumbeo, si accanirono sul buon pastore padre Eligio.

Il religioso spese tutta la sua vita terrena alla luce del Vangelo, prodigandosi instancabilmente, durante l’occupazione tedesca, a proteggere il suo amato popolo dalle violenze dei nazifascisti. Padre Bortolitti sempre ha dimostrato coraggio e forza cristiana, senza mai abbandonare il suo gregge, amando il prossimo suo come fratello.

Quest’anno, le celebrazioni a ricordo del sacerdote sono iniziate domenica scorsa con la Santa Messa celebrata nel Comune di Calenzano nella Località Baroncoli, al cippo che ricorda il padre Giuseppino, alla presenza delle autorità cittadine e dei rappresentanti delle Amministrazioni comunali di Sesto Fiorentino e Calenzano, che hanno deposto una corona di alloro e inaugurato un sentiero escursionistico, ideato dalla Sezione CAI di Sesto Fiorentino e dai parrocchiani della Chiesa quercetana, che si snoda dalla Parrocchia di San Jacopo passando tra le colline sestesi e portando poi a Baroncoli nel comune di Calenzano.

Il giorno seguente, presso la Parrocchia, è stata celebrata da Monsignor Giancarlo Corti, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Firenze, una Santa Messa di suffragio in ricordo di padre Eligio.

Al culmine delle cerimonie commemorative, animate dal Coro Parrocchiale, è avvenuta la celebrazione eucaristica nel giorno nel quale la Chiesa fa memoria di Santa Teresa di Calcutta, presieduta da Monsignor Alberto Silvani, Vescovo emerito della Diocesi di Volterra; il quale, prima della celebrazione, alla presenza delle autorità locali, ha guidato un commovente momento di preghiera alla lapide nel loggiato della Chiesa che ricorda lo storico Parroco di Querceto, con queste parole: “Padre Eligio, prodigandosi instancabilmente durante l’occupazione tedesca per proteggere e difendere il suo popolo dalla violenza dei nazifascisti fu prelevato dalle truppe in ritirata e barbaramente fucilato presso Baroncoli il 5 settembre 1944”.

Era presente il Cardinale Ernest Simoni, fortemente legato alla parrocchia sestese, visitata più volte nel suo apostolato e prima comunità incontrata trasferendosi presso la Diocesi di Firenze dopo la creazione a Cardinale avvenuta nel novembre 2016 per volere di Papa Francesco; il quale ebbe a definire l’anziano sacerdote albanese “martire vivente”, per i suoi quasi 30 anni tra prigionia e lavori forzati nelle miniere e nelle fogne di Scutari nell’Albania del regime del dittatore Enver Hoxha.

Il Porporato, alla sua veneranda età, ha partecipato alla Messa; al termine, prima di recitare la preghiera di San Michele Arcangelo, prendendo la parola, ha raccontato, tra la commozione dei fedeli, il suo straordinario rapporto con Madre Teresa di Calcutta; la quale fu inviata da San Giovanni Paolo II in Albania per portare una missiva a Monsignor Nikolle Trosciani unico Arcivescovo schipetaro sopravvissuto agli anni della persecuzione e parente dell’allora don Ernest. Il Santo Padre inviò l’esile e minuta suora per incontrare l’Arcivescovo per così raccogliere informazioni della Chiesa del “Silenzio di Albania”.

Sull’Annuario Pontificio dell’epoca, per decenni, accanto al nome dell’Arcivescovo Trosciani, vi era riportata la parola “impedito”, proprio perché la Chiesa Albanese era perseguitata dal Regime Comunista, che dalla sua costituzione nel 1976 aveva definito il “Paese delle Aquile” ateo per costituzione, vietando ogni forma di religione con l’articolo 37, che così recitava: “lo Stato non riconosce nessuna religione e sostiene e sviluppa la propaganda ateista per includere le persone nella visione scientifico-materialistica del mondo”.

“Siamo qui radunati – ha affermato il Verscovo Silvani - per tenere viva la testimonianza di vita cristiana e sacerdotale del Padre Eligio Bortolotti. Vogliamo celebrare il passato non come alimento della curiosità, ma per esprimere riconoscenza verso chi ci ha preceduto e prendere ammonimento per il tempo presente. Ripensando al passato e meditando sul presente, preghiamo con le parole del salmo: “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male” (Sal 90,12.15). La memoria di Padre Eligio resti viva nel popolo cristiano, e il suo coraggioso esempio con l’intercessione di Madre Teresa sia trainante anche per noi”.

Fonte: Ufficio Stampa



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