Solvay in Valdicecina, Fondazione CrVolterra: "Panorama da anni deturpato"

Il paesaggio mozzafiato della Valdicecina, che i volterrani e i turisti possono ammirare dal punto panoramico dei Ponti - con le sue dolci colline spruzzate di ogni sfumatura dal verde all’ocra seguendo il passaggio delle stagioni - è da troppi anni deturpato da numerose strisce di un bianco accecante snodate lungo i pendii che feriscono l’armonia visiva e purtroppo non solo quella.

Queste lingue lattee che niente hanno a che vedere con la morfologia naturale del terreno sono uno dei segni più visibili dall’intensa attività della società chimica Solvay, che rende gli appezzamenti inutilizzabili per lungo tempo.

La multinazionale attiva in Toscana dagli inizi del Novecento per la sua produzione di carbonato e bicarbonato di sodio necessita principalmente di calcare e salgemma, e quest’ultimo viene estratto attraverso grandi quantità di acqua proprio nel nostro territorio.

“La visione dai Ponti è devastante - afferma Roberto Pepi presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra - l’azione aggressiva da parte della Solvay sta rovinando questo territorio, loro portano via e lasciano solo danni. Mentre di solito quando c’è una ricchezza di materie prime le zone interessate se ne avvantaggiano, qui è successo il contrario. Nel sottosuolo ci sono importanti giacimenti di salgemma che hanno generato storicamente occupazione e benessere - spiega Pepi - ma da un certo momento in poi, per scelte sicuramente non condivisibili, questo patrimonio è diventato un boomerang, tanto che forse
sarebbe stato meglio non averlo, visto che ad oggi non abbiamo nessuno ritorno economico, e tra l’altro, le riserve del prezioso sale non sono eterne. Certo la società Solvay è in possesso di tutte le autorizzazioni, i permessi, i benestare e della benedizione politica per l'attività estrattiva che incessantemente sta realizzando - sottolinea il presidente - ma questo non la dovrebbe assolutamente autorizzare a deturpare quello che è il nostro territorio e non il suo. Non capiamo il motivo e la giustificazione della sudditanza psicologica da parte delle istituzioni nei confronti di Solvay alla quale non viene chiesto niente, anzi si continua a permettere e tollerare il degrado anche esteriore della nostra valle."

Fonte: Fondazione CrVolterra



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