Censimento su camini, stufe e caldaie a biomasse: come fare

La Regione Toscana ha disposto l'obbligo di censimento su camini, stufe e caldaie a legna, pellet e cippato in quanto la normativa prevede l’obbligo di accatastamento degli impianti a biomasse: chi detiene questi impianti nella propria abitazione è tenuto ad inserirli in un apposito registro attraverso una procedura online gratuita da effettuarsi senza l'ausilio di tecnici.

L'obbligo riguarda tutti quelli che nella propria abitazione hanno installato i generatori di calore alimentati a biomasse (legna, pellet e cippato) con potenza utile nominale inferiore ai 10 kW, come riportato nelle documentazione rilasciata dal fabbricante. L’obbligo di accatastamento riguarda tutti gli impianti (vecchi e nuovi) e quindi i caminetti (aperti, chiusi ed inseriti) nonché le stufe e le caldaie che usano biomasse legna, pellet, cippato. L'obbligo di accatastamento non riguarda le cosiddette “cucine economiche” (gli impianti dedicati soltanto alla cottura dei cibi e non collegate all’impianto di riscaldamento ), i camini dismessi ed i camini che rappresentano l’unica fonte di riscaldamento per l’abitazione: in questo caso sarà sufficiente un’autodichiarazione compilando un modulo (che si allega in calce) inviandolo insieme a una copia di un documento di identità alla mail esonerobiomasse@regione.toscana.it.

La procedura è online ed è possibile registrare gratuitamente questi impianti collegandosi al portale regionale sull’Efficienza Energetica della Regione Toscana. È possibile accedere con Spid o CNS . Chi riscontra problemi durante la procedura informatica o chi ha bisogno di informazioni può chiamare il numero verde 800 15 18 22 o chiedere aiuto a uno degli sportelli dell’Agenzia Regionale Recupero Risorse (ARRR) i cui indirizzi sono reperibili sul sito della regione. E

L'accatastamento dovrà essere effettuato entro e non oltre il 30 marzo prossimo. Qualora il personale dell’Agenzia Regionale Recupero Risorse riscontri la mancata iscrizione nel catasto, al cittadino verranno concessi 30 giorni di tempo per mettersi in regola; in caso di perdurare dell'inadempienza, decorsi i trenta giorni verranno irrogate multe dai 500 ai 3.000 euro.



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