Morta sopravvissuta a Stazzema Lilia Pardini: i nazisti le tolsero un futuro da madre

Lilia Pardini

Lilia Pardini sopravvisse a nove anni di età alla fucilazione dei nazisti in località Coletti, dove morirono la madre Bruna, e dopo giorni di agonia, le sorelline Anna di 20 giorni di età e Maria di 16 anni. Fu la sorella maggiore Cesira, Medaglia d’oro al merito civile scomparsa il primo aprile del 2022, che la salvò, con l’altra sorella Adele e Paolo Lencioni. Lilia, scomparsa oggi (lunedì 20 novembre) all’età di 89 anni, era una degli ultimi testimoni viventi della strage del 12 agosto 1944 di Sant’Anna di Stazzema, dove furono uccisi dai nazifascisti 560 tra bambini, donne e anziani. Ha vissuto tutta la vita con un cruccio: quello di non esser potuta diventare madre, a causa – come raccontava - di un feroce calcio inferto alla pancia da un nazista durante l’Eccidio.

Lilia Pardini, che da giovane era stata anche una bracciante nei campi e poi una casalinga, ha abitato per tutta la vita fra Valdicastello e Pietrasanta. «Inizialmente abitava vicino a quella che oggi è la Carducciana e un tempo fu il bar Nella – ricorda la nipote di Lilia, Isabella -. Poi alla morte del marito, Lido Lazzeri, nel ’90, aveva comprato un appartamento a Pietrasanta, ma da circa 8 anni era tornata a Valdicastello e viveva con la sorella (mia mamma) Licia Pardini, che ci ha lasciato il 27 novembre del 2022». Licia si salvò insieme all’altra sorella, Siria, e ai fratelli Vinicio e Vittorio che insieme al padre Federico erano a Sant’Anna in località Cacciadiavoli.

Lilia, finché ci è riuscita non è mai mancata ad ogni cerimonia pubblica a Sant’Anna di Stazzema, oggi Parco nazionale della Pace. C’era una frase che ricordava con lucidità di quel maledetto giorno: «Vai al muro con gli altri». Fu il grido di un italiano, lì con soldati della Ss quel giorno a Sant’Anna, che aveva rivolto a sua madre. C’è una foto poi, emblematica, che ritrae Lilia che porge la mano a Giorgio Napolitano, quando da Ministro degli interni salì al Sacrario di Col di Cava. «Sono giorni tristi perché segnano ancor di più il passare del tempo – commenta Graziano Lazzeri, dell’Associazione Martiri di Sant’Anna e figlio di Adele Pardini – e segnano la perdita dei testimoni oculari di quei fatti. Per noi è una ferita perché ci mette sempre più di fronte alla realtà: senza i superstiti la trasmissione della memoria è ancora più difficile. Certo, ci sono testimonianze scritte e registrazioni, ma ascoltare determinati fatti dalla viva voce dei sopravvissuti ha un altro valore. Spesso Lilia raccontava di quel calcio nel basso ventre inferto da uno dei perpetratori, lo riteneva causa delle sue difficoltà a procreare, ed era stato per tutta la vita il suo cruccio».

Nello stesso fatto accaduto in località Coletti morì la bambina più giovane della strage di Sant’Anna di Stazzema, Anna Pardini, a cui è dedicata la piazza d'ingresso al Parco nazionale della Pace e la cappellina. Anna è simbolo di tutti i piccoli uccisi in quella frazione nella seconda guerra mondiale, in cui fu compiuto uno dei massacri più atroci di Italia in cui caddero bambini, anziani e donne. La messa funebre in ricordo di Lilia Pardini si svolgerà domani martedì 21 novembre alle ore 15 alla Pieve di Valdicastello.

La testimonianza di Lilia Pardini tratta dal libro di Oliviero Toscani “I bambini ricordano”.

«Uno, in italiano, aveva fatto posà tutta la roba. lo invece avevo una valigia, non la volli posà. Disse alla mi' mamma "Va al muro con gli altri!", questo me lo ricordo bene, non lo dimenticherò mai! Questo, rimase appoggiato al paletto; poi piazzarono una mitragliatrice davanti; uno rimase sulle scale di sopra. Poi fu una raffica di mitra. lo mi ricordo che mi trovai in terra, con l'Adele che gridava "Mamma!", le chiusi la bocca. Poi la mi' Cesira tento di tirarsi, più che poteva, dentro, che la porta s'era aperta. Quando si fu dentro, io avevo l'Adele. Lei era rimasta in piedi. Gli pollava il sangue da un braccio e da tutte le gambe. lo me lo sentivo scorre dietro, Voltai l'occhio, c'era la Maria, di sedic'anni: era a pezzi, dico a pezzi! Quando furono andati via, ci alzammo, con l'aiuto della mi' Cesira, si venne fori. Si senti piange la piccola Anna. Lei prese la bambina e si andò sotto una grotta».

Fonte: Ufficio stampa Sant’Anna di Stazzema



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