Dicembre al Teatro Era con 4 spettacoli: "Ruolo centrale di riferimento culturale"

Giovanna Daddi, Dario Marconcini_ ph. Paolo Foti

La Fondazione Teatro della Toscana annuncia quattro nuovi spettacoli a dicembre nella stagione 2023/2024 del Teatro Era.

Sono Ecuba, la cagna nera con Giovanna Daddi diretta da Dario Marconcini (1 dicembre), La ginestra di e con Mario Biagini (2 dicembre), E il popolo canta con Felicita Marcelli diretta da Mario Biagini (3 dicembre), La figlia di Iorio con Maria Bacci Pasello, Leonardo Greco, Giovanna Daddi, Gianni Buscarino, Enrico Pelosini, Fabio Bartolomei, Irene Falconcini e Francesca Galli, diretti da Dario Marconcini (20 dicembre).

«È una stagione teatrale che guarda al territorio e che ne valorizza le specificità – afferma Matteo Franconi, sindaco di Pontedera – il Teatro Era conferma il suo ruolo centrale di riferimento culturale e lo fa in una dimensione veramente importante, a carattere nazionale e locale. Radicamento e relazioni da una parte, visione di crescita dall'altra, non solo culturale, ma anche sociale ed economica. Ed è da sottolineare, ancora una volta, come la cultura sia un motore di sviluppo fondamentale».

Tutti gli spettacoli sono programmati in Sala Cieslak, con inizio alle 21, la domenica alle 17.

1 dicembre, ore 21

Giovanna Daddi in

ECUBA, LA CAGNA NERA

da Le Troiane di Euripide

drammaturgia e regia Dario Marconcini

scene e luci Riccardo Gargiulo e Maria Cristina Fresia

musica da Le Sacre du printemps di Igor' Fëdorovič Stravinskij

produzione Ass.ne Teatro Buti

Fra le molte vittime che agitano Le Troiane di Euripide spicca la figura di Ecuba che riassume su di sé tutta la sofferenza, il dolore, la disperazione, il vuoto, l’impotenza delle donne vinte e violate dalla guerra, ridotte in catene, orfane o vedove con i beni saccheggiati, le case in fiamme, in attesa di un incerto futuro da schiave.

Lungi dal volere attualizzare questa tragedia (e ce ne sarebbero dei riferimenti con l’oggi!) dobbiamo renderci conto che i versi di Euripide ci portano nella dimensione del mito, una dimensione che supera lo spazio e il tempo e ci avvicina all’eternità; il testo de Le Troiane appartiene ai classici i quali “raggiungono la nostra anima scavando nei suoi inaccessibili labirinti”.

L’ho voluta lasciare lì, sola, indifesa, simbolo della caduta, della fine, dell’addio, del distacco. È suo il punto di vista dei vinti e la loro disperazione. Ma, attenzione, con Euripide siamo nella radura del mito, non c’è niente di patetico, ma piuttosto di sublime e quei versi, che arrivano a noi da così lontano, riscattano ogni cedimento al compianto.

Infine, perché cagna? Perché, secondo il mito, durante la traversata in mare da schiava, Ecuba si trasformò in cagna e raggiunse Ecate, e anche Dante così ce la ricorda nell’Inferno: «Forsennata latrò sì come cane / tanto il dolor le fe’ la mente torta».

Dario Marconcini

Segue incontro con Dario Marconcini e Giovanna Daddi.

2 dicembre, ore 21

Mario Biagini in

LA GINESTRA

di Mario Biagini

in collaborazione con Felicita Marcelli

produzione Accademia dell’incompiuto

Mario Biagini porta in scena un classico della letteratura italiana, La ginestra, o il fiore del deserto, composta da Giacomo Leopardi nel 1836 a Villa Ferrigni presso Torre del Greco, dove il poeta si era rifugiato per sfuggire all’epidemia di colera scoppiata a Napoli. Nello spettacolo Biagini rende teatralmente palpabili i diversi strati che compongono la poesia, dagli aspetti più formali, ritmici e musicali, fino alle profonde e sentite implicazioni umane, filosofiche e politiche.

Il corpo e la voce dell'attore rivelano nella recitazione la sottile rete di corrispondenze, temi e domande intessuta da verso e verso, strofa e strofa. Lo spettacolo restituisce così alla fruizione anche di un pubblico non specialista la ricchezza e la bellezza di una delle opere più importanti e significative della nostra letteratura.

Prima della recita de La ginestra Biagini offre un'introduzione, in cui espone i temi presenti nella canzone leopardiana, mostrando come, nonostante le accuse di incoerenza da parte di intellettuali e critici illustri, essa riveli una profonda unità. Ci presenta La ginestra come un vero e proprio manifesto poetico, filosofico e politico che ci offre un punto di vista rivoluzionario da cui guardare con lucidità alla nostra esistenza.

3 dicembre, ore 17

Felicita Marcelli in

E IL POPOLO CANTA

Canti tradizionali del centro sud italiano e frammenti dall’opera poetica di Pier Paolo Pasolini,

dalle raccolte Le ceneri di Gramsci e Poesia in forma di rosa

regia Mario Biagini

produzione Accademia dell’incompiuto

E il popolo canta di Felicita Marcelli ci riporta a un mondo che non esiste più, a un paesaggio musicale di tradizione orale ormai scomparso dalla cultura viva della gente, per lo più dimenticato. Non solo un concerto dunque, ma un'evocazione di quel mondo umano e sonoro di cui sono rimaste solo tracce labili e che rivive in teatro per alcuni istanti davanti a nostri occhi, come in un'immaginaria eppur concretissima memoria. E scopriamo allora come i dolori e le gioie di chi ci ha preceduto siano i medesimi di quelli che proviamo noi, pur in una società radicalmente diversa.

Felicita Marcelli porta sulla scena un recital letterario-musicale sul rapporto tra canzone tradizionale italiana e modernità, in Italia. L’attrice/cantante ritrova nelle vibrazioni e i timbri di voci ormai scomparse dal nostro vissuto esperienze e affetti che ancora ci interpellano individualmente e collettivamente.

Intrecciandosi al canto delle generazioni andate, i versi di Pasolini ci interrogano con la stessa urgenza di decenni fa sul retaggio dei cambiamenti epocali occorsi nell'Italia uscita dal secondo conflitto mondiale e sugli effetti del rapido sviluppo che in pochi anni ha portato alla scomparsa di quei “vari modi di essere uomini che l’Italia aveva prodotto in modo storicamente molto differenziato”.

Si ringrazia per la consulenza il Sig. Emiliano Migliorini, Direttore Scientifico del Museo della Civiltà Contadina Valle dell'Aniene.

20 dicembre, ore 21

Maria Bacci Pasello, Leonardo Greco, Giovanna Daddi, Gianni Buscarino, Enrico Pelosini, Fabio Bartolomei, Irene Falconcini e Francesca Galli in

LA FIGLIA DI IORIO

Tragedia pastorale di Gabriele D’Annunzio

riduzione, drammaturgia e regia di Dario Marconcini

costumi a cura di Giovanna Daddi

allestimento Riccardo Gargiulo e Maria Cristina Fresia

tecnico Cesare Galli

produzione Ass.ne Teatro Buti

Quando si affronta La figlia di Iorio, man mano che si tolgono le scorie del folklore e del letterario, ci si accorge di essere in un’opera nera, che in qualche modo giustifica lo stupro come ricompensa al duro lavoro, i padri-padroni che tutto possono in nome di un antico tribale diritto di famiglia, assolve il parricida perché vittima di un raggiro, condanna il diverso al rogo perché la sua forza eversiva fa paura e non fa parte della comunità.

Qui si vede bene quando la formula tanto abusata “Dio, patria, famiglia” venga impropriamente messa in atto come affermazione di un sacro diritto. In fondo, i due personaggi principali, Mila e Aligi, gli innocenti, appartengono al mondo dei nomadi, Aligi col suo andare per monti con il suo gregge; Mila che appartiene alla natura selvaggia, ai boschi, ai riti legati a una conoscenza diversa, misteriosa, arcana, libera nel suo essere, generosa. I due non fanno parte di quel mondo di contadini legato alla terra, stanziale, anche crudele, dove il sacrificio di qualcuno è sempre legato alla “robba”, al raccolto, all’integrità e appartenenza al nucleo familiare.

Forse qui, inconsciamente per D’Annunzio, assistiamo allo smarrimento di un mondo culturale e al suo spaesamento, ricordandoci però che in qualche modo, malgré-nous, apparteniamo ancora alla “terra del rimorso”.

Dario Marconcini

Biglietti

Intero € 12

Ridotto Over 65, convenzioni e abbonati € 10

Ridotto soci Unicoop Firenze € 10

Under 30 € 8

In vendita in biglietteria, online e nei punti vendita Vivaticket.

Biglietteria Teatro Era

Aperta dal lunedì al sabato, ore 15.00 > 19.00

È possibile acquistare i biglietti di tutti gli spettacoli della stagione durante le serate di spettacolo presso la biglietteria.

Online su teatrodellatoscana.vivaticket.it e nei punti vendita Vivaticket.

La caffetteria Gab banco&gusto situata nel foyer del teatro, è aperta tutte le sere di spettacolo per l’apericena, con una selezione di vini e cocktail.

Per informazioni e per prenotare un tavolo 338/5767244 (Gabriele).

Fondazione Teatro della Toscana - Teatro Era, Pontedera

tel. +39 0587.55720/57034 | mail. teatroera@teatrodellatoscana.it

biglietteria +39 0587.213988 | mail. biglietteriaera@teatrodellatoscana.it

Fonte: Fondazione Teatro della Toscana



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