Mozione sul femminicidio, Giglioli (Lega): "Cadono le dottrine su educazione e rispetto reciproco"

Nel Consiglio Comunale di ieri 29 novembre, il Partito Democratico e gli altri gruppi di maggioranza si sono rifiutati di votare, uscendo dall’aula,  la mozione presentata dal gruppo consiliare della Lega che chiedeva di riconoscere il duplice omicidio qualora il femminicidio sia perpetrato a una donna incinta oltre il terzo mese di gravidanza.

Il riferimento era chiaramente a uno degli ultimi fatti di cronaca: l’efferato omicidio di Senago (Milano), in cui la giovane vittima Giulia Tramontano di appena 29 anni, veniva brutalmente uccisa al settimo mese di gravidanza. 

Dopo settimane di manifestazioni, prese di posizione e condanne trasversali  contro la piaga sociale e culturale del femminicidio, con richiami forti all’educazione e all’affettività, l’obiettivo era condividere un appello morale, sentimentale e soprattutto di sensibilità nella condanna sottolineando un’aggravante così repellente e non certo aprire un dibattito sulla giustizia, la certezza della pena e le attenuanti di cui potrebbe godere l’accusato. 

Al di là del fatto che non sono mancate battute a dir poco inappropriate, l’abbandono dell’aula è un diritto che i consiglieri hanno su cui non mi esprimo ma è sull’attacco personale che ho subito dal Presidente del Consiglio a chiusura della seduta, a microfoni ormai spenti, su cui non posso soprassedere proprio per quel rispetto che è alla base dell’affettività e della correttezza di cui dovremmo essere esempio, e che non può essere utilizzato a giorni alterni o a seconda delle occasioni. 

La scena incomprensibile di urla in cui venivo additata nella sala del Consiglio è avvenuta sotto gli occhi esterrefatti dei consiglieri di opposizione e dietro la totale indifferenza degli assessori presenti con il solo Segretario che cercava di smorzare la situazione. I consiglieri di maggioranza erano già usciti dall’aula. 

Non cedo mai al vittimismo e non mi sento vittima neanche questa volta ma è inutile parlare dell’ora di affettività nelle scuole se poi, in netto contrasto con tante dottrine, non si riesce a mantenere la correttezza reciproca a margine di una seduta collegiale, per questo mi rivolgerò al Prefetto, come ho fatto altre volte e da cui ho sempre avuto riscontro, per rappresentare quanto accaduto.

Susi Giglioli 

Lega Castelfiorentino 



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