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Don Milani ha perso, anzi, forse no. Da Santa Croce un omaggio al suo pensiero

La terza edizione di "Eventi di Senso" ha proposto un convegno sulla figura del prete-insegnante-babbo e si è svolta nella Saletta Giovanni XXIII a Santa Croce sull'Arno


La figura di Don Lorenzo Milani è ancor oggi centrale nel mondo dell'educazione e della scuola. Un uomo, un visionario, che insegna ai suoi ragazzi a sciare, a metà del secolo scorso quando in pochissimi nel mondo sciavano.

Perché? Perché la "povertà dei poveri non si misura a pane, casa e caldo. Si misura sul grado di cultura e sulla funzione sociale".

Il convegno organizzato dalla cooperativa "Il piccolo principe" per la terza edizione di "Eventi di senso" è stato intitolato provocatoriamente "Don Milani ha perso", per rimarcare l'ampiezza delle sue intuizioni che ancora, forse, non sono state capite del tutto e sicuramente non del tutto messe in pratica.

Al convegno hanno partecipato circa cento persone tra soci e dipendenti della cooperativa Il Piccolo Principe, tra cui educatrici ed educatori, e insegnanti del territorio.

Insieme al presidente della cooperativa Roberto Beconcini sono intervenuti tre relatori di alto livello cioè il pedagogista Cesare Moreno, dell'associazione Maestri di Strada, Mao Fusina, architetto e designer di giochi in legno e progettista di aule e spazi educativi e Annalisa Mensi, della Fondazione Don Lorenzo Milani, che vive e lavora proprio lì, dove c'è tutto, Barbiana.

"I giovani - ha spiegato Moreno - sono confinati nella periferia degli interessi della società e soffrono per questo. La speranza non è una merce e nasce solo nelle buone relazioni che aiutano a crescere".

Per Fusina "gli spazi di apprendimento nella scuola italiana sono gli stessi dall'800. Allora inventiamo qualcosa di innovativo nello spazio dato, tramite il metodo e l'arredamento. Don Milani è riuscito a fare una scuola in un posto sgarrupato, essenziale, francescano. E ha fatto una scuola di altissimo livello. Don Milani ci ha insegnato che lo star bene è legato anche alla parte interiore. Ha scavato oltre la crosta esterna delle persone".

Infine Mensi è testimone di testimoni, lei ascolta i racconti degli ultimi testimoni di Don Milani. Il tutto con un grande trasporto anche se "oltre il 50% delle cose che mi hanno raccontato su Don Milani sono intime, e le tengo per me".

"Andare a Barbiana - ha concluso Beconcini - è conoscere un mistero, una storia, un modo di porsi, una rivoluzione che forse non c'è stata ma ha comunque seminato qualcosa".

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