Stragi nazifasciste, nasce nuovo coordinamento nazionale per denunciare l’atteggiamento dell’Avvocatura dello Stato

“Il comportamento ostile assunto dall'Avvocatura dello Stato nei confronti dei familiari delle vittime delle stragi nazifasciste equivale al tentativo, incomprensibile e inaccettabile, di annichilire la memoria ed ogni sua forma, espressione, traccia, testimonianza che da 80 anni grida giustizia e verità, ciò che invece per noi rappresenta il cuore del patrimonio identitario nazionale, un valore imprescindibile sul quale poggiano i fondamenti della Carta costituzionale”.

Così tuonano gli amministratori comunali degli oltre venti comuni, al momento in gran parte toscani, teatro di stragi e deportazioni nazifasciste avvenute nel 1944, dopo aver appreso del ricorso all'appello dell'Avvocatura dello Stato che ha di fatto bloccato e allungato l'iter giudiziario delle prime sentenze italiane emesse a favore dei familiari delle vittime delle stragi. Il Tribunale di Firenze, con le disposizioni sancite dalla giudice, la dottoressa Susanna Zanda, aveva infatti condannato lo scorso novembre la Repubblica federale di Germania al riconoscimento della responsabilità dei crimini di guerra, nel caso specifico in merito ai fatti di Pratale e al massacro di Egidio Gimignani a San Donato in Poggio, accadimenti risalenti all’estate del ‘44 nel comune di Barberino Tavarnelle, e al conseguente risarcimento dei danni ai familiari delle vittime Mirella Lotti, figlia di Giuliano, uno dei dodici contadini della strage di Pratale, e Katia e Sergio Poneti, nipoti di Gimignani.

La linea oppositiva dell’organo che rappresenta lo Stato nelle controversie legali ha destato forti preoccupazioni nei rappresentanti istituzionali che alcuni giorni fa hanno deciso di convocare un incontro presso la sede della Regione Toscana, fare il punto sulla questione e concertare i passi successivi. Insieme al consigliere regionale Massimiliano Pescini, supportati dal senatore Dario Parrini, i sindaci dei comuni interessati provenienti dalla Toscana e dall’Emilia Romagna hanno dato vita ad un nuovo coordinamento dei territori colpiti dalle stragi nazifasciste estendendolo su scala nazionale.

Era già attiva una rete regionale, nata nel 2021 e ufficializzata nel 2022 con l'obiettivo di programmare e condividere interventi ed iniziative volte a promuovere e valorizzare la cultura della memoria basata sui valori costituzionali di democrazia, libertà, legalità e la conoscenza dei misfatti perpetrati in Toscana e in Emilia Romagna dalle truppe nazifasciste. Gli amministratori non solo hanno espresso la volontà di denunciare l’atteggiamento dell’Avvocatura dello Stato, ma hanno stabilito un piano di azioni congiunte come rete unitaria e compatta allo scopo di tutelare la memoria e sostenere le istanze dei familiari delle vittime.

“Alla guerra che di fatto lo Stato dichiara ai cittadini attraverso questa inaccettabile presa di posizione opponiamo la nostra battaglia di civiltà, resistenza e memoria – hanno commentato – all’indifferenza e ciò che è peggio agli ostacoli frapposti dall’Avvocatura dello Stato che punta ad arrestare il percorso dei risarcimenti rispondiamo con l’impegno a porre in primo piano la coscienza storica e la ferma determinazione ad ottenere giustizia, quella che i testimoni e i familiari delle vittime chiedono da troppo tempo”. “Perché lo Stato non vuole riconoscere ciò che è dovuto ai familiari delle vittime rispetto alle immani tragedie che hanno vissuto? – incalzano - chiediamo chiarimenti e attenzione alle più alte autorità del nostro Paese, chiediamo la restituzione doverosa dell'importante tributo di sangue che le vittime hanno versato sull'altare della nostra libertà. E non ci fermeremo”.

Alcune azioni di contrasto sono già partite. Il sindaco di Stazzema Maurizio Verona ha scritto e inviato una lettera-appello al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella per sottolineare l’iniquità dell’azione dilatoria intrapresa dall’Avvocatura dello Stato. Il presidente Antonio Mazzeo si è assunto l’impegno a portare questo stesso argomento all’ordine del giorno e attivarne una discussione politica tra i banchi del Consiglio regionale. Il senatore Dario Parrini, da tempo impegnato su questo fronte, ritiene inaccettabile il comportamento dell’Avvocatura dello Stato sul piano morale e giuridico, in cerca solo di un pretesto per allungare i tempi e scoraggiare le parti coinvolte. Il senatore fa nomi e cognomi e chiede con forza che il governo si esponga pubblicamente e interrompa il silenzio assordante nel quale si è trincerato.

“Da che parte stanno Meloni, Giorgetti e Nordio – conclude il senatore - se la volontà è quella di lasciare cadere nel vuoto le nostre proteste, come hanno fatto con la mia interrogazione, di fatto hanno già risposto, hanno scelto di schierarsi contro la democrazia, la giustizia, la libertà di chi ha sacrificato la propria vita per assicurarci un futuro che oggi torna ad essere incerto, minato da un’ideologia e un disegno politico che rifugge e teme la memoria, che non vuole riconoscere gli errori del passato di cui forse avverte la responsabilità”.

Fonte: Ufficio Stampa ASSOCIATO DEL CHIANTI FIORENTINO



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