Sanità volontari da Firenze per formare medici in Uganda

Sono circa 500 gli interventi chirurgici alla tiroide e 800 le visite eseguite dal 2012 in Uganda al St. Mary’s Hospital di Lancor, nel nord del paese africano. Lo racconta al rientro dell’ultimo viaggio il dottor Roberto Santoro responsabile, nell’Ospedale Careggi di Firenze, della SOD di Audiologia e Chirurgia oncologica testa-collo, che ha ideato e portato avanti questo progetto di cooperazione sanitaria internazionale, sostenuto dal Centro di Salute Globale della Regione Toscana, con l’invio ogni anno di volontari: medici, infermieri e personale specializzato del Servizio Sanitario Toscano.

Il camp del 2024 – spiega Santoro – ha eseguito il maggior numero di interventi grazie alla partecipazione di tre chirurghi, due anestesisti e uno strumentista provenienti dall’AOU Careggi e dalla ASL Toscana Centro (ASLTC). È stato inoltre sottoscritto un accordo di scambio internazionale tra l’Università di Firenze e quella di Gulu e promosso il progetto Erasmus Plus KA 107 che prevede l’invio e l’arrivo di personale in formazione specialistica e docente.

Il St. Mary’s Hospital – prosegue Santoro – rappresenta il più grande ospedale non governativo dell’Africa Orientale con circa 600 posti letto e 6 sale operatorie ed è punto di riferimento essenziale per la Facoltà di medicina dell’Università di Gulu.

Lo scopo principale del Progetto – precisa Santoro – è quello di introdurre tecniche chirurgiche per la patologia tiroidea che sono eseguite nei paesi occidentali, ma che in Africa sub-sahariana vengono poco praticate, sia per le possibili importanti complicanze difficili da gestire in ospedali a scarse risorse, sia per motivi economici legati al fatto che alcuni pazienti non sono in grado di comprare l’ormone sostitutivo dopo la tiroidectomia totale.

Inoltre – conclude Santoro – l’impegno volontario dei sanitari toscani è quello di insegnare ai giovani medici locali le tecniche chirurgiche nell’ambito di un continuo scambio culturale. I risultati raggiunti in questi anni sono andati ben oltre le aspettative e adesso ci stiamo muovendo per migliorare sia la qualità diagnostica delle patologie della tiroide, sia la gestione delle complicanze post-operatorie.

 

Fonte: Ufficio Stampa



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