Si toglie la vita nel carcere di Prato: il 45enne era stato trasferito da poco

Un detenuto di 45 anni del carcere di Prato si è tolto la vita nella scorsa notte nella prima sezione, quella dedicata ai reclusi per i reati comuni. L'uomo si è tolto la vita all'interno della sua cella. Gli altri compagni, quando se ne sono accorti, hanno dato subito l'allarme ma per il nordafricano non c'è stato più niente da fare. L'uomo era arrivato da poco alla Dogaia, era stato trasferito da un altro istituto.


Rinnoviamo il costante appello alla richiesta di aiuto qualora ci fossero persone a rischio: Se senti di trovarti in situazioni di disagio o conosci persone in questo stato, ci sono numeri di telefono e siti internet adatti per un aiuto istantaneo. Per gli adolescenti minorenni è disponibile il Telefono Azzurro (19696, www.azzurro.it), per i più grandi il Telefono Amico (199 284 284, www.telefonoamico.it).

I commenti

Così commenta il sindacato Uilpa: "Questo è l'ennesimo episodio di un periodo particolarmente 'nero' per l'istituto Pratese. Da tempo ormai senza un direttore titolare e un comandante effettivo, in sostanza abbandonato completamente dai vertici dell’amministrazione penitenziaria e da un provveditore della Toscana completamente assente, che non ha mantenuto gli impegni assunti e che da mesi ormai latita
snobbando di fatto anche noi organizzazioni sindacali. Nonostante sia intervenuto anche il prefetto la situazione non pare migliorare. Continuamo sempre ad informare chiunque di ciò che avviene all’interno della casa circondariale. Il poco personale in servizio, che risponde sempre presente,  è oramai allo stremo, lavorano in una condizione inaccettabile. Si prendano seri ed urgenti provvedimenti. Ognuno si assume le proprie responsabilità".

“I numeri sui suicidi nelle carceri sono drammatici. Non possiamo girarci dall’altra parte. 68 persone si sono tolte la vita nei penitenziari italiani nel 2023, altre centinaia ci hanno provato e sono state soccorse in tempo. Con un suicidio ogni due giorni e mezzo il 2024 si appresta a diventare il più nero della storia. Ieri è toccato a un uomo recluso a Prato. La vita nelle nostre carceri non è degna di un paese civile. La pena dovrebbe servire a riabilitarsi, non a morire. Il carcere di Prato vive una situazione pesantissima, é un vero luogo di disperazione: siamo al secondo suicidio in due mesi, si sono registrate risse e aggressioni ai danni degli agenti, ci sono gravi carenze strutturali e di manutenzione, scarsità di personale penitenziario ed educatori. Una situazione da cui i più fragili preferiscono sfilarsi togliendosi la vita. Occuparsi di investimenti a favore dei detenuti è forse impopolare, ma moralmente doveroso: il governo si muova.” Così Diego Blasi, portavoce Pd Toscana.



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