Sos allergie, tra cambiamento climatico e smog

La primavera si avvicina, ma ormai non esistono più le mezze stagioni. Ne parliamo con Mario Filippelli, responsabile dell’ambulatorio di allergologia dell’ospedale San Giuseppe


Marzo pazzerello, vedi il sole e prendi l’ombrello. Non servono detti popolari per ricordarci quanto siano imprevedibili le giornate marzoline, tra scrosci improvvisi e schiarite inattese. La primavera si avvicina così come il momento delle belle fioriture: uno dei momenti più poetici dell’anno, ma anche l’inizio di non pochi fastidi per le tante persone alle prese con le classiche allergie di stagione.

Problematiche che, se non affrontate accuratamente, potrebbero anche degenerare in qualcosa di più di una tosse secca o un respiro affannoso. Per questo l’ospedale San Giuseppe di Empoli dallo scorso gennaio opera sotto il coordinamento della SOSD di Allergologia e Immunologia clinica di Firenze, diretta dalla dottoressa Donatella Macchia. La sinergia con l’ospedale San Giovanni di Dio ha permesso al presidio empolese di incrementare di oltre 100 posti gli accessi possibili, passando dai 24 al mese registrati nel 2023 agli oltre 200 nei primi due mesi del 2024.

Per quanto riguarda allergie e malattie legate al sistema respiratorio, la domanda è sempre la stessa: Covid, mascherine e lockdown hanno inciso sulle nostre difese immunitarie e sulle capacità del nostro organismo di reagire ad elementi allergeni?

Mario Filippelli

“È ancora presto per affermare che ci sia stato un aumento di pazienti affetti da allergie” afferma Mario Filippelli, responsabile dell’ambulatorio di allergologia dell’ospedale San Giuseppe. “Certo, restare a casa e usare le mascherine ha fatto sì che il nostro sistema immunitario trovasse meno stimolazioni; una volta terminato l’isolamento e tolte le mascherine, il nostro organismo si è trovato nuovamente esposto ad allergeni non affrontati per lungo tempo. Va anche considerato – aggiunge – che durante il lockdown è aumentata l’esposizione a fattori allergeni indoor, altrettanto importanti”.

Commentando il lavoro svolto negli ultimi due mesi dall’ambulatorio di allergologia, Filippelli spiega che gli accessi sono stati per il 95% prime visite e le problematiche più riscontrate sono rimaste quelle classiche: rinocongiuntivite, asma, patologie da contatto, reazioni alimentari e orticarioidi. “Inoltre, abbiamo ampliato il raggio di accoglienza del nostro ambulatorio a buona parte della Toscana, accogliendo pazienti non più solo dell’Empolese Valdelsa, ma anche da Prato, Pistoia e Lucca, persino da Viareggio”.

A rendere più complicato la vita degli allergici – e il lavoro dell’allergologo – è sicuramente un clima che ormai ha fissato nella realtà un altro classico modo di dire: Non esistono più le mezze stagioni.

“Le pollinazioni iniziano prima e durano di più a causa dei cambiamenti climatici, per i quali nello spazio di poco tempo abbiamo giorni freddi alternati a temperature primaverili o periodi di siccità interrotti da violenti temporali. A questo vanno aggiunti inquinamento atmosferico e smog, che possono provocare danni alla mucosa delle vie aeree, tanto da determinare un maggior impatto delle reazioni allergiche IgE mediate”.

In ogni caso, precisa Filippelli, la stragrande percentuale di pazienti presentano patologie croniche e non “limitatamente” primaverili, legate ad acari della polvere o muffe, presente sulle pareti delle abitazioni e che possono essere causa asma.

“L’importante è riconoscere i sintomi – conclude Filippelli –che forniscono indicazioni sulla tipologia di trattamento. Molte persone credono di essere affetti da una particolare allergia o intolleranza, utilizzando test non affidabili, quando in realtà la loro condizione è determinata da altri fattori. Oppure sottovalutano alcuni segnali che invece meritano la massima attenzione. Solo l’allergologo può individuare un’effettiva condizione allergica dalla rinite all’asma bronchiale fino a quelle che potrebbero portare allo shock anafilattico e prescrivere una terapia mirata (steroidi topici, antistaminici e in casi selezionati immunoterapia specifica),”.

L’ambulatorio dell’ospedale di Empoli effettua visite allergologiche con prick test (per inalanti e alimenti) e patch test, ma non prove relative a possibili reazioni derivanti da farmaci, veleno di insetti (imenotteri) o mezzo di contrasto, per le quali il paziente deve essere inviato al presidio di allergologia e immunologia clinica dell’ospedale del San Giovanni di Dio.

Giovanni Gaeta



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