Da Corazzano alla Terra dei sogni: gli abiti di Roberto Conforti protagonisti in un film su Netflix

Una scena del film The land of dreams

Il 49enne costumista e scenografo originario di Corazzano, frazione di San Miniato, si è occupato dell'ideazione dei vestiti di scena indossati in "The land of dreams"


Da lavapiatti a star nella Grande Mela. È la storia di Eva, povera immigrata italiana a New York, che partendo da umili origini cercherà di realizzare il suo sogno e diventare una stella del musical.

La conquista del proprio sogno, artistico e sentimentale, è al centro del film, disponibile ora anche su Netflix, del regista Nicola Abbatangelo, che ha dato alla sua opera un titolo emblematico: The land of dreams. E il coronamento di un sogno l’ha raggiunto anche chi ha ideato i costumi indossati dagli attori in scena: Roberto Conforti, 49enne costumista e scenografo originario di Corazzano, frazione di San Miniato. Lui è la mente, anzi il disegno, attraverso il quale sarti, ricamatori e modellisti rigorosamente italiani hanno confezionato a mano gli abiti che rendono ancora più vive le performance degli attori Caterina Shulha, George Blagden (Vikings e Versailles) e Paolo Calabresi (artista dal curriculum vastissimo e variegato: da Distretto di Polizia a Boris).

Roberto Conforti

“E dire che da giovane volevo fare l’architetto – racconta Conforti –. Mi ero pure laureato in Architettura a Firenze, ma mi sono reso conto che non era il lavoro che faceva per me. In Toscana, con tutti i vincoli paesaggistici ed edilizi, mi sarei trovato ad applicare meccanicamente il regolamento edilizio, senza alcuna creatività”.

Conforti, quindi sceglie la strada del design e si trasferisce a Roma nel 2003, riuscendo a entrare nel prestigioso master europeo organizzato dall’Istituto Europeo di Design. “Non conoscevo quasi nulla di cinema, eppure decisi di provare. Fui uno dei quattro italiani ammessi, su undici posti disponibili. Nella Capitale ho capito che il cinema sarebbe stata la mia strada”. A Roma il sanminiatese studia e approfondisce i segreti di scenografia e costumi, iniziando una lunga gavetta tra cinema, pubblicità e fiction Mediaset. Una volta affermatosi, lavorerà in produzioni in Italia e all’estero, vestendo attori come Neri Marcorè (Il santone) e Tom Sizemore, ma anche Bella Thorne e Benjamin Mascolo.

Parlando di The land of dreams, Conforti sottolinea come abbia disegnato i vestiti da zero, basandosi su cartamodelli originali. “Colleziono abiti antichi e possiedo cartamodelli originali dell’epoca. Trattandosi di un musical, ho avuto maggiore libertà artistiche su scelte cromatiche e tessuti, mantenendo comunque massima fedeltà all’epoca. Io sono un appassionato di colore – prosegue – e per me rimane un fortissimo strumento di comunicazione. Sono affezionato a tutti i miei lavori, ma Land of dreams occupa un posto speciale perché mi ha permesso di calcare il red carpet alla Festa del Cinema di Roma. È stata un’emozione indescrivibile.

La locandina del film The land of dreams

Oltre al lavoro dietro e davanti le scene, il costumista di Corazzano ha anche scritto un saggio di Filosofia del costume, incentrato sulla comunicazione non verbale resa possibile dagli abiti di scena, capaci di raccontare un personaggio immediatamente senza ricorrere a lunghe spiegazioni. Due anni fa ha pure tenuto lezioni in un istituto tecnico di Spoleto.

“Certo, quella del costumista è una vita appesa alla telefonata. Sono freelance, quindi lavoro a progetto. Una volta ottenuto il lavoro, non è facile nemmeno mantenere ancorata l’euforia artistica alle esigenze economiche. Insomma - ammette - non è un mestiere facile e, soprattutto se si abita in un piccolo paese di provincia, bisogna essere disposti a trasferirsi nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli. Però noi italiani, per quanto riguarda il mio settore, abbiamo una marcia in più. Abilità e competenza ci vengono riconosciute dalle grandi case di produzioni internazionali, che si affidano ai grandi artisti e alle grandi sartorie italiane, in grado di realizzare a mano quelli che sono veri e propri capolavori”.

Giovanni Gaeta



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