MuTart, prime aperture nei festivi per il nuovo Museo del Tartufo

Dopo la molto partecipata inaugurazione di sabato scorso, da questo weekend il MuTart (Museo del Tartufo delle Colline Samminiatesi) apre ufficialmente i battenti, coi seguenti orari: sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17 (nei festivi l’ufficio turistico di San Miniato Promozione di piazza del Popolo 1 si sposterà nei locali del museo).

Nei giorni feriali, invece, il museo rispetterà gli stessi orari ma la visita andrà prenotata chiamando l’ufficio di Fondazione San Miniato Promozione al numero 057142745. Il MuTart ha sede in via IV Novembre 20, nel pieno centro storico di San Miniato.

È nato da un progetto di Fondazione SMP, volto a dare uno spazio fisico di approfondimento per tutto ciò che riguarda la tradizione della cerca e cavatura del tartufo nelle colline samminiatesi, un areale di 30 Comuni riconosciuto dalla Regione e reso unico dalla presenza della pepita bianca (e di tutti i fratelli meno pregiati ma comunque ottimi in cucina,dal marzuolo primaverile allo scorzone estivo).

A contribuire Regione Toscana e Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, oltre al sostegno dell’amministrazione comunale e al patrocinio dell’Associazione Tartufai e degli altri 29 Comuni afferenti alle Colline samminiatesi e che fanno riferimento alla provincia pisana e a quella fiorentina. Nel museo è possibile apprezzare sia reperti legati alla tradizione della cerca e cavatura e sia delle riproduzioni di tartufi molto famosi, come quello da 2,520 chilogrammi trovato nel 1954 dal sanminiatese Arturo Gallerini detto “Il Bego” e poi che poi fu donato al presidente degli Stati Uniti Eisenhower da un commerciante di Alba; tutt’oggi quell’esemplare è quello storicamente più grande mai ritrovato e uno dei pochissimi oltre i 2 kg, tutti nati nei boschi delle colline sanminiatesi. Sarà anche possibile vivere delle esperienze immersive, come ad affiancare i tartufai in quell’arte fatta di riti e segreti che è la cerca e cavatura del tartufo, da alcuni anni proclamata patrimonio Unesco. Inoltre – tramite dei dispositivi realizzati ad hoc – chi vorrà potrà conoscere tramite video i vari protagonisti della cerca e cavatura: il tartufaio, il cane (che sia un meticcio sanminiatese o un lagotto), le piante tartufigene, il vanghetto utilizzato per scavare il terreno e non solo.

L’orario in questione sarà ampliato con la stagione più calda e con l’aumento dell’afflusso di turisti e pellegrini nella Città della Rocca e del tartufo tutto l’anno. Il MuTart è stato inserito nel sistema integrato museale della Città di San Miniato.

 



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