Il cardinale Simoni in visita alla parrocchia di Santa Maria a Empoli

Grande accoglienza riservata ieri sera al novantacinquenne Cardinale Ernest Simoni, il quale non sottraendosi alle fatiche dell’età si è recato ad Empoli in visita alla comunità parrocchiale di Santa Maria, accolto da numerosi fedeli giunti anche dai comuni limitrofi per incontrare il Presule e dai religiosi dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, i quali dal 2000 custodiscono la Chiesa e l’antico Convento risalente al 1500, in passato abitato dai Frati Minori Francescani.

Il Cardinale ha presieduto la Santa Messa animata dal coro parrocchiale, concelebrata dal Parroco padre Giuseppe Lobo OCD e padre Tauro Deepak OCD che fino ad un anno fa prima di essere chiamato al servizio della comunità empolese di Santa Maria era Rettore a Roma della Chiesa di Santa Maria della Scala in Trastevere, il cui Titolo e la Diaconia è stata assegnata al Cardinale Simoni da Papa Francesco quando nel novembre 2016 elevò l’anziano sacerdote albanese alla Dignità Cardinalizia.

Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Cav. Vieri Lascialfari da otto anni segretario del Cardinale ha descritto ai presenti la straordinaria vita di fedeltà al Vangelo del Porporato, perseguitato in odio alla fede, detenuto per 28 anni, condannato più volte a morte, pena poi commutata al carcere nelle durissime prigioni e poi nei campi di lavoro nelle miniere, dove estraeva rame e pirite e nelle fogne dove concluse nel settembre del 1990 la detenzione, scavando con solo il piccone e la mazza centinaia di metri di canali.

Perseguitato solo perché sacerdote dal dittatore albanese Enver Hoxha, il quale nel 1967 per costituzione aveva dichiarato il “Paese delle Aquile”, unico stato al mondo ateo, bandendo ogni religione, imprigionando decine e decine di sacerdoti, religiosi, religiose ed oppositori, chiudendo chiese ed ogni luogo di culto conosciuto in tutto il per la sua fedeltà al Vangelo.

Poche settimane dopo essere stato creato cardinale dal Santo Padre Francesco che ebbe a definirlo un “Martire Vivente”, si è trasferito nell’Arcidiocesi di Firenze, dove è stato accolto dal Cardinale Giuseppe Betori e nominato Canonico della Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Lo scorso Santo Natale, nel 60° anniversario dall’arresto di don Ernest avvenuto il 24 dicembre 1963 in una lettera inviata al Cardinale il Pontefice ebbe a scrivergli: "Caro fratello, desidero esprimerti la mia vicinanza spirituale nella ricorrenza del sessantesimo anniversario del tuo arresto. Grazie per la tua testimonianza, grazie per quanto hai fatto e fai per la Chiesa. Continua ad essere icona gioiosa dell’amore di Cristo Buon Pastore, che ha offerto la vita in sacrificio per tutti. Augurandoti un Santo Natale, di cuore ti impartisco la mia Benedizione, che volentieri estendo a quanti condividono con te questo momento di grazia. Per favore, continua a pregare per me; io pregherò per te. Preghiamo insieme per la pace nel mondo. Fraternamente, Francesco".

“Ringrazio il Signore di aver potuto incontrare la comunità parrocchiale di Santa Maria in Empoli accolto con tanto affetto dai religiosi Carmelitani e da tanti fedeli, – ha affermato il Cardinale Simoni - ringrazio Gesù per il dono della salute, grazie alla quale ancora oggi alla mia età riesco a servire la Santa Chiesa ed incontrare i fedeli per predicare la salvifica “Buona Novella” per la salvezza delle anime. Venendo in questa grande e bellissima Chiesa custodita per secoli dai frati francescani mi sono tornati alla mente gli anni trascorsi nel collegio francescano di Scutari, dove vi entrai a 10 anni abbracciando la regola del Serafico Francesco entrando a far parte della famiglia dell’Ordine dei Frati Minori Francescani, assumendo il nome di fra Enrico. Era mio grande desiderio servire la Santa Chiesa come francescano ma purtroppo dovetti abbandonare il noviziato nel 1948 dopo la soppressione del Convento, l’espulsione di noi novizi e l’uccisione dei miei superiori e formatori da parte del regime. Mai avrei pensato oggi di essere cardinale, inaspettato dono del Santo Padre di cui mai smetterò di ringraziare, ed ancora in vita ripensando a quando ero ai lavori forzati nelle miniere, poiché fosse caduto un solo sasso nei cunicoli nel ventre della terra dove scavavamo, sarei volato immediatamente in cielo.”



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