Formazione sul defibrillatore, dispositivo installato al Tiro a Segno di Fucecchio

Un defibrillatore installato a Fucecchio (foto di archivio)

Sabato 27 aprile alla sede del Tiro a Segno Nazionale di Fucecchio si è tenuto l’incontro formativo all’uso del DAE automatico sotto la guida esperta del dottor Claudio Bencini.
Grazie alla sensibilità della dottoressa Silvia Giubbolini ed all’interessamento della precedente dirigenza è stato finalmente installato il nuovo DAE automatico.

La legge 116/2021 interviene sia per la diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici e di lavoro ma anche sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori in società sportive dilettantistiche e professionistiche. La norma specifica che l’obbligo di dotazione e impiego sussiste nelle competizioni e durante gli allenamenti. L'utilizzo precoce del DAE, nel nostro Paese è consentito, oltre che al personale medico, anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare.

Ciò significa che il comune cittadino, non essendo formalmente autorizzato ad utilizzare il DAE, potrebbe essere portato a non usarlo anche in caso di emergenza per il timore di ripercussioni legali.

Timore però infondato perché nei casi di sospetto arresto cardiaco è comunque consentito l'uso del defibrillatore anche a chi non sia in possesso di formazione specifica.

In questo caso si applica l'articolo 54 del codice penale "Stato di necessità" a colui che, non essendo in possesso dei predetti requisiti, nel tentativo di prestare soccorso a una vittima di sospetto arresto cardiaco, utilizza un defibrillatore o procede alla rianimazione cardiopolmonare.

Chiunque, quindi, potrà intervenire e applicare il defibrillatore, seguendo le indicazioni che l’apparecchiatura darà al soccorritore in automatico.

Ogni anno oltre 60mila persone muoiono in Italia per arresto cardiaco. Fondamentale la tempestività: ogni minuto la possibilità di sopravvivenza scende del 10%. L’arresto cardiaco è un killer silenzioso che rappresenta la principale causa di morte nei paesi occidentali. La percentuale di sopravvivenza è legata alla tempestività dell’intervento di defibrillazione (fonte Fondazione Veronesi).

Si stima che la rianimazione cardiopolmonare e la disponibilità diffusa di defibrillatori esterni potrebbero prevenire circa un quarto delle morti improvvise pediatriche e giovanili”, come sottolineano i promotori del progetto JUST (acronimo di JUvenile Sudden deaTh: JUST know and treat - Morte cardiaca improvvisa giovanile: conoscerla per prevenirla..) sostenuto dalla Fondazione Pisa e promosso dai professori Michele Emdin e Claudio Passino, entrambi della Scuola Superiore Sant’Anna e della Fondazione Monasterio, e dal professore Marco di Paolo dell’Università di Pisa.

Fonte: Ufficio Stampa


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