Neonato morto sulla nave, dalla difesa: "Non è omicidio volontario ma negligenza"

Il carcere di Sollicciano

Tre donne sono nel carcere di Sollicciano di Firenze per la morte del neonato di tre giorni a bordo della nave da crociera Silver Whisper, avvenuta durante la rotta Civitavecchia-Porto Santo Stefano. Sono la mamma, Chan Jheansel Pia Salahid, 28enne, nata a Manila (Filippine), difesa dall'avvocato Giovanni Di Meglio, e due colleghe, Mutundu Dorcas Njuguini, originaria del Kenya, e Mphela Kgothadso Mabel Jasmine, del Sud Africa, difese dagli avvocati Luca e Mario Fabbrucci.

Secondo fonti della difesa, il bambino era sempre stato allattato dalla madre e nonostante fosse tenuto nascosto nella cabina, la mamma e le colleghe usavano precauzioni affinché il piccolo, quando rimaneva solo, non cadesse o si ferisse. Veniva messo nell'armadietto della cabina di alloggio, con le ante aperte per farlo respirare. Per la difesa infatti la 28enne non avrebbe voluto uccidere il piccolo ma che il gesto sia legato alla negligenza della donna. Il 24 maggio si terrà l'autopsia sul corpicino del piccolo.

 



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