
Decine di residenti si sono riuniti in concomitanza con il progetto "Stazione di Posta": "Il progetto è lodevole, ma andrebbe fatto altrove. Chiediamo controlli h24"
"Vogliamo che ci vengano garantiti decoro e sicurezza". È questa la richiesta di alcuni cittadini empolesi, riuniti nel Gruppo spontaneo chiamato "contro il degrado di via Masini". Il gruppo, nato da poco e che si dichiara apolitico, è composto da "centinaia di residenti e famiglie di via Masini, via Busoni, via Rossini e via Puccini", strade contigue situate alle porte del centro di Empoli. Una zona che, a detta di una fetta di abitanti, è stata trascurata e ora ne paga le conseguenze, diventando spesso teatro di episodi di degrado e insicurezza.
In particolare, il gruppo solleva la questione relativa al progetto denominato Stazione di Posta: un'iniziativa presentata il 30 aprile scorso dalla Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa, in rete con la Misericordia di Empoli, l’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa e la parrocchia di San Giovanni Evangelista, con il coinvolgimento anche del Comune. Il progetto prevede la creazione di un centro servizi per persone senza dimora, in povertà o a rischio di emarginazione, con un sistema di presa in carico multiprofessionale. Tra gli obiettivi: il diritto all’iscrizione anagrafica e la risposta ai bisogni primari come orientamento, servizi igienici, deposito bagagli, distribuzione di vestiario, mensa e altro ancora. Il centro sorgerà negli spazi messi a disposizione dall’Opera in via Puccini e dalla parrocchia.
Ma mentre si attende l’inizio dei lavori di ristrutturazione dei locali, previsto per i primi di settembre e finanziato con 770mila euro da fondi Pnrr, alcuni residenti del Gruppo insorgono. "Siamo venuti a conoscenza del progetto casualmente, pochissimi cittadini lo sapevano. Il nome ha confuso" dice un membro, riferendo della richiesta di alcuni residenti di un incontro in Comune. "Il progetto è stato portato avanti un po’ alla zitta - aggiunge un altro residente -. Sul sito del Comune è comparso soltanto di recente, nonostante fosse in corso da un paio d’anni".
Una delegazione si è quindi recata in municipio per cercare un confronto con l’Amministrazione. "Siamo stati ricevuti dal sindaco Alessio Mantellassi e dall’assessore Nedo Mennuti - spiegano ancora dal gruppo -. Ci hanno detto che il Comune non è parte direttamente coinvolta, poiché i soggetti promotori sono altri: Società della Salute, Misericordia, Opera della Divina Provvidenza e parrocchia di San Giovanni Evangelista". Tuttavia, tra le esigenze espresse dai residenti, c'è che "sia proprio il Comune a occuparsene", fungendo da "arbitro tra i soggetti coinvolti, in modo da tutelare i cittadini e garantire che la realizzazione dell’opera non aggravi ulteriormente la situazione della zona".
"Il progetto è sicuramente lodevole - continua un residente - ma riteniamo che andrebbe realizzato in un’altra zona, magari non residenziale". "Per noi il problema è il luogo scelto - aggiunge un altro cittadino dell'area interessata, segnalando una "situazione già fuori controllo: spesso ci sono risse, accoltellamenti. Temiamo che in prospettiva possa solo andare a peggiorare. Non abbiamo problemi con queste persone, ma vorremmo perlomeno garanzie. Abbiamo chiesto vigilantes o qualcuno che stia a controllare h24. Ci sono figli delle persone che abitano lì che hanno paura a uscire dopo le 22. È anche un fatto di igiene, ci sono topi, cibo e bisogni fatti in strada. Se non possono farlo in una parte un pochino più periferica della città, almeno ci diano questo". Il gruppo "è composto da liberi cittadini - aggiunge - persone né razziste né che hanno idee particolari. Ma sta andando in degrado tutta la zona".
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