Primo Natale nella comunità di Reggello per le famiglie fuggite da Gaza: "Il loro sguardo verso il futuro"

È stato un Natale speciale per le famiglie ospiti della comunità di Sant’Agata in Arfoli (Reggello), vissuto per la prima volta fuori dalla striscia di Gaza, da cui sono usciti grazie a un corridoio sanitario per cure vitali per i propri figli. Il loro primo Natale in Italia, all’interno una famiglia allargata ancora più grande rispetto alla comunità di don Roberto Brandi e della Diocesi di Fiesole che li hanno accolti come figli e fratelli. Un primo Natale, soprattutto per i più piccoli, lontano dalla guerra, dai bombardamenti, dalla paura.

Le tre famiglie, 14 persone di cui 8 minori, hanno in comune la provenienza e un passato di dolore e di perdita, ma ora hanno anche altro in comune, oltre a un tetto da condividere: hanno lo sguardo rivolto verso il futuro, grazie al progetto di accoglienza della Fondazione Giovanni Paolo II che, partendo dalle prime necessità burocratiche e materiali, di insegnamento dell’italiano per i grandi e di integrazione scolastica per i ragazzi, punta a dare loro l’opportunità di ripartire con le proprie gambe e trovare un lavoro per poter tornare a essere del tutto indipendenti nella loro nuova patria. Il Comune di Reggello si sta occupando dei trasporti e dell'inserimento scolastico dei ragazzi.

Alaa e Wasem con i loro 4 figli che hanno dai 19 ai 13 anni, Islam e il sui bambino di 5 anni, Mutaz e Nancy con i loro piccoli di età dai 5 anni ai 3 mesi, hanno festeggiato tutti insieme, ricevendo la sera della vigilia anche la visita di Babbo Natale e dei suoi elfi: hanno distribuito doni e sorrisi in questo angolo di pace sul panorama del Valdarno. Nella prima mattina di Natale, le tre famiglie hanno anche offerto la colazione al presidente della Fondazione Giovanni Paolo II Damiano Bettoni arrivato a portare loro gli auguri insieme all’operatrice di origine palestinese Christine Hazboun.

Fonte: Ufficio stampa

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