Scritte No Vax tra Empolese, Firenze e Pisa: indagato 30enne di San Miniato

Emergono dettagli davvero impressionanti dall'inchiesta della polizia su una rete di migliaia di No Vax, attivi su Telegram, che organizzava e coordinava azioni mirate contro la campagna vaccinale, il green pass e in generale le politiche anti-covid.

Ad agosto una serie di scritte 'No Vax' apparvero nel territorio Fiorentino e nel Pisano. A indicare gli hub vaccinali ad uno degli indagati, un 30enne di San Miniato che sarebbe il responsabile degli imbrattamenti, sarebbe stato addirittura un dipendente della Asl Toscana Centro.

Questi i fatti: ad inaugurare la serie 'pittorica'  è stato un cartello nei pressi dell'Hub vaccinale di Ospedaletto, lo scorso 4 agosto, dove si leggeva: "Basta bugie, i vaccini sono la morte". 'L'artista' deve essere rimasto deluso della scarsa attenzione riservata dal pubblico, tanto che un paio di settimane dopo, il 20 agosto, ha alzato l'asticella colpendo l'hub più grande della Toscana, quello del Mandela Forum, oltre all'hub di Castelfiorentino e il gazebo drive through di Empoli. La sequenza sembra avere una sua regolarità, l'ultimo 'colpo', infatti, arriva ancora due settimane dopo, a Certaldo. Episodi simili anche a Pontedera e sulla strada Fi-Pi-Li.

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Scritte no vax al gazebo dei tamponi di Empoli

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Scritte no vax all'ingresso dell'hub vaccinale del Mandela Forum di Firenze (foto da Twitter)

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Il riconoscimento effettivamente è arrivato, in primis da parte della polizia. Dalle indagini è inoltre emerso che la serie di vandalismi non sarebbe solo il frutto dell'estro di un vandalo no-vax, ma sarebbe un tassello di un'operazione di propaganda contro il vaccino e le politiche anti-covid ben più strutturata che ha portato a 29 perquisizioni in tutta Italia.

Tra i perquisiti ci sarebbe proprio il 30enne, e proprio lui sarebbe il responsabile degli imbrattamenti di agosto e settembre.

Tutte le azioni sono nate da apposite chat Telegram. L'associazione No Vax forniva ai "guerrieri" anche indicazioni operative, come quella di "muoversi sempre nei punti ciechi" e "trovare una zona sicura senza telecamere". Le foto delle "azioni", per lo più imbrattamenti di hub vaccinali, venivano poi pubblicate in chat riservate e poi rimosse dopo alcuni giorni.



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