Festa dei lavoratori, la Fiom: "Meno tutele e diritti, disoccupazione e Governi inermi di fronte la finanza"

Il primo maggio, giornata di festa e di lotta, ha una origine lontanissima e riassume in se' l'atto di nascita del movimento dei lavoratori per ricordare la riduzione della giornata lavorativa.

Oggi invece sembra di essere di fronte alla rivincita del capitale sul lavoro, ad una nuova rivoluzione in atto, all’incrocio letale tra finanza, tecnologia ed innovazione digitale. I vari governi assecondano questi meccanismi senza porre regole, accompagnando questo sistema, abbassando sempre più tutele e diritti dei lavoratori, svalorizzando il lavoro stesso e mortificandolo in nome della modernità, mentre la disoccupazione regna imperante.

Questa crisi che ormai ci accompagna da oltre dieci anni, non segna mai un punto fermo. Per la prima volta nella storia va avanti imperterrita in una dicotomia composta da uno sfruttamento ottocentesco dei lavoratori e da un’ innovazione industriale tecnologica. Questo contesto fa emergere sempre più scenari preoccupanti nei suoi aspetti sociali, istituzionali e politici.

I vari Governi hanno utilizzato la crisi per ridisegnare l'assetto complessivo del ns. Paese, alimentando tutti gli aspetti di possibile divisione tra i lavoratori, seguendo pedissequamente gli indirizzi delle linee Europee ed i patti di austerità a cui siamo sottoposti per gravissime responsabilità politiche. Un’ Europa completamente neo liberista che ha messo di conseguenza all’angolo i partiti che si richiamavano al socialismo perché non è stato possibile intervenire con politiche pubbliche. Questo sistema favorisce di nuovo la nascita di idee nazionaliste e il manifestarsi di pericolosi neo fascismi all’orizzonte.

Non é la prima volta che succede nel corso della storia. Le politiche portate avanti in questi anni non avevano ricevuto nessuna legittimazione democratica ed adesso ci troviamo di fronte ad incertezze politiche pesanti mentre ci vorrebbero Governi autorevoli capaci di riconciliare l’Europa economica e sociale. Siamo di fronte a seri problemi per la democrazia, nostro compito è riportarla anche laddove nasce e purtroppo declina: nei luoghi di lavoro. L’Italia non può essere condannata all’esercizio della sostenibilità finanziaria mentre altri paesi hanno mano libera di poter intervenire pubblicamente.

Bisogna continuare a lottare affinché il lavoro sia emancipazione, realizzazione della persona, rispetto della dignità dei lavoratori. La riunificazione del lavoro e la democrazia restano una delle condizioni strategiche per il movimento sindacale, accompagnate dalla lotta per ritessere le fila di una lunga storia e per garantire la rappresentanza sociale come espressione autonoma nell'interesse dei lavoratori e del paese.

Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana



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