Viaggi della memoria, il ritorno della delegazione dell'Empolese Valdelsa

Si chiamano “Viaggi della Memoria”, sono un’esperienza per conoscere da vicino quanto accaduto nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’esperienza diretta è il miglior modo per mantenere viva la memoria e per acquisire consapevolezza di quanto accaduto in passato.

È così che oltre 100 studenti delle classi terze delle scuole medie dell’Empolese Valdelsa hanno preso parte al viaggio-studio ai campi di concentramento e sterminio dell’Austria e dell’Italia, organizzato da Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa e ANED.

Si tratta di un non rituale che vede, in un percorso significativo e anche impegnativo, i partecipanti ripercorrere i luoghi della sofferenza e della morte che 73 anni fa attraversarono i nostri concittadini.

Hartheim, Mauthausen, Gusen, Ebensee, sono i nomi dei luoghi dove migliaia di persone andarono incontro a un’esperienza di patimenti e sofferenze inenarrabili e ad una spaventosa morte.

Con il trascorrere inesorabile degli anni e con la scomparsa, non solo dei protagonisti di quella stagione, ma anche dei loro familiari, diventa ancora più importante rimarcare la presenza in quei luoghi e proseguire con percorsi formativi.

L’obiettivo oggi, più che in passato, è quello non solo di tenere viva la memoria, ma di collegarla allo studio e all’approfondimento al fine di comprendere quello che fu non un evento singolo e non un'azione omicida, ma un accadimento collegato alle dinamiche storiche e alla situazione emersa dalla Prima Guerra Mondiale.

Lo sterminio di più di dieci milioni di persone, sommato ai 50 milioni di morti della seconda guerra mondiale (da cui lo sterminio non è scollegabile) devono farci riflettere su come quelle dinamiche, quel percorso storico, presentatosi il secolo scorso nella civilissima Europa, potrebbe ripresentarsi in ogni momento.

È in questa prospettiva che i viaggi di alcuni studenti del territorio acquista un valore particolare. Coloro che sono scelti per fare questa esperienza hanno la possibilità di diventare “testimoni” per i loro compagni e per le famiglie.

I ragazzi sono accompagnati da una delegazione istituzionale composta da amministratori che rappresentano i comuni dell’area: Rossana Gallerini (assessore Comune di Capraia e Limite), Giulia Lari (consigliere Comune di Castelfiorentino); Paolo Feri (assessore Comune di Cerreto Guidi); Moreno Santini (consigliere Comune di Certaldo), Fabrizio Biuzzi (assessore Comune di Empoli), Alessio Sabatini (assessore Comune di Fucecchio), Gianni Cortina (consigliere Comune di Gambassi Terme); Lorenzo Nesi (vice sindaco Comune di Montelupo Fiorentino), Alessio Mugnaini (vice sindaco Comune di Montespertoli); Daniele Cavazzini (consigliere Comune di Vinci).

Un viaggio, definito non a caso anche “pellegrinaggio”, in cui gli studenti hanno modo di confrontarsi direttamente con la storia, una storia comune a molte nazioni. Quest’anno sono stati previsti proprio alcuni momenti di condivisione fra delegazioni provenienti da altri stati. A Gusen gli studenti dell’Empolese-Valdelsa hanno trascorso una serata con i loro coetanei provenienti da Austria, Germania e Polonia. Sempre nella stessa occasione il figlio di un deportato empolese, Vittorio Nencioni ha incontrato il presidente del comitato internazionale di Mauthausen, Guy Dockendorf entrambi hanno perso i loro padri nel campo di concentramento di Ebensee. Il giorno successivo si è tenuto l’incontro con una delegazione spagnola.

Ma il momento che più colpisce è sicuramente è la cerimonia che si tiene per ricordare la liberazione del campo di Mauthausen: qui si ritrovano delegazioni da tutto il mondo, con costumi, usanze, tradizioni diverse e si riuniscono attorno ai monumenti di commemorazione per ricordare i propri morti. Domenica 6 maggio alla delegazione italiana si è unito anche il Ministro dello Sport, Luca Lotti.

Fra i tanti momenti che hanno caratterizzato il viaggio anche la partecipazione dei comuni dell'Empolese Valdelsa alla deposizione della corona dell'ambasciata italiana al memoriale di Gusen insieme a Marco Di Ruzza, Ministro Consigliere dell'Ambasciata d'Italia a Vienna, e al Generale di Brigata Aerea Giuseppe Gimondi, Addetto per la Difesa in Austria.

Il ritorno in Italia ha previsto una sosta alla Risiera di San Sabba, qui i ragazzi hanno incontrato un deportato, il cui racconto ha commosso e scosso tutti i partecipanti: si sono confrontati con eventi profondamente crudeli messi in atto da italiani contro italiani ed hanno avuto modo di comprendere quanto “il male” fosse trasversale.

I viaggi sono organizzati dall’associazione ANED e il presidente Alessio Mantellassi ha fatto parte delle delegazione e in proposito di questa esperienza afferma:

«Il viaggio di questo anno ha avuto novità interessanti su cui, insieme ai Comuni, abbiamo scommesso. Per la prima volta abbiamo consentito ai ragazzi delle scuole superiori la visita al luogo dove sorgeva il campo di Gusen tramite un percorso a piedi supportato da audioguide. Abbiamo pranzato per la prima volta nel Castello di Harteim, dove anche molti disabili persero la vita, nel punto ristoro gestito grazie ad un progetto di inserimento lavorativo per disabili.

Credo che questo gesto sia stato un atto simbolico importante di sostegno concreto ad un approccio alla disabilità contrapposto a quello che in quel palazzo ha portato alla morte molti disabili. Con questo nuovo programma, quest’anno, siamo riusciti a dedicare molto più tempo alla visita ai campi da parte dei ragazzi, mettendo al centro il valore fortemente educativo di questa esperienza. Il supporto degli insegnati, l’investimento e il sostegno dei Comuni e l’attenzione dei ragazzi hanno consentito la buona riuscita di questa esperienza. Mettiamoci subito al lavoro per il 2019»

«Esperienze come i “viaggi della memoria” sono un antidoto all’oblio; - afferma Paolo Masetti, sindaco di Montelupo come delegato alla memoria per l’Unione - sono una strada per continuare a ricordare quanto accaduto e per formare una coscienza civile nelle generazioni future. Negli anni passati, ascoltando i racconti dei testimoni (sempre meno) e guardando i volti dei ragazzi ho avuto l’impressione che qualcosa stesse accadendo.

Che grazie all’esperienza diretta fatti storici, eventi lontani diventassero tangibili e se ne capisse la portata. È un po’ come quando ci vacciniamo: il confronto con la gravità di quanto accaduto, dovrebbe in qualche modo mettere in allerta davanti ad eventi simili o a modi di pensare distruttivi “razzisti” e “fascisti”.

I comuni dell’Empolese Valdelsa continuano a investire risorse ed anche entusiasmo per portare avanti questo progetto. Certamente potremmo realizzare ben poco senza l’ANED che si adopera per portare avanti questa attività. Il nostro auspicio è che chi oggi è in viaggio divengano testimoni per tutti coloro che non hanno avuto modo di fare questa esperienza».

Fonte: Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa

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