Sulla Stessa Barca: appello contro la violenza razzista

Sono circa le 17.00 del 26 luglio quando, a Prato un giovane uomo gambiano (B.O.) cammina per raggiungere un amico; e per strada si sente chiamare: "Dove vai? Ce l'hai un lavoro?". B.O. vede un uomo anziano, in canottiera e pantaloncini, e non si immagina cosa sta per succedergli. L'uomo gli è davanti, lo afferra per il bavero della maglietta. B.O. lascia le braccia lungo il corpo, è un anziano, non gli farà del male. L'uomo porta un braccio dietro la schiena e tira fuori una Colt semiautomatica, la preme sul petto di B.O. A quel punto lui lo disarma, lo allontana e contatta le autorità per denunciare tutto. Dopo una perquisizione domiciliare, l'uomo risulta essere in possesso di un arsenale.

Questo racconto dal punto di vista della vittima, di una delle tante persone emarginate nel nostro paese, di un ragazzo che ha subito un'aggressione a mano armata solo perché straniero, una delle tante vittime che non hanno voce e vengono considerati solo come capri espiatori di altri problemi, è solo uno dei molti verificatisi negli ultimi mesi. Il 3 febbraio a Macerata il neofascista Luca Traini ha tentato una strage di immigrati. Il 5 marzo a Firenze è stato ucciso a sangue freddo Idy Diane. Il 3 giugno a Vibo Valentia si è consumato l'omicidio del giovane sindacalista Soumalya Sacko. Soltanto nell'ultimo mese e mezzo si sono susseguite diverse aggressioni contro immigrate ed immigrati con l'utilizzo di vari tipi di armi in tutta Italia: a Caserta, a Napoli, a Latina, a Forlì, a Vicenza... Con le stese modalità a Roma è stata gravemente ferita una bambina rom di 14 mesi. Numerosi anche i pestaggi contro gli immigrati come quello avvenuto vicino a Palermo ai danni di un giovane senegalese. Domenica scorsa è stata ferita ad un occhio anche l'atleta Daisy Osakue. Il 29 luglio ad Aprilia, vicino a Latina, una “caccia all'uomo” si è conclusa con la morte di Hady Zaitouni. In tutti i casi gli aggressori non conoscevano la vittima, identificata soltanto come immigrata, straniera, “diversa”.

Non si tratta di singoli episodi di cronaca nera: siamo di fronte ad una escalation di violenza che dilaga in un clima di odio razzista e xenofobo.

La propaganda discriminatoria della Lega di Salvini, con la complicità delle forze politiche di governo, delle destre nazionaliste, di una parte importante del sistema mediatico peggiorano lo stato della sicurezza delle persone in Italia e alimentano anzi tensioni sociali e derive violente.

Il governo Lega-M5S colpisce gli immigrati con i respingimenti nei campi di concentramento in Libia e con la chiusura dei porti, attacca la solidarietà e le ONG, minaccia le libertà di tutti proponendo il riarmo della società ed alimenta colpevolmente un clima di razzismo e xenofobia attraverso la stessa retorica utilizzata da Salvini e dai suoi sodali.

In una società disgregata e frustrata, malata di egoismo, razzismo, maschilismo, violenza ed odio certe aberrazioni rimbombano sui media come mezzo di distrazione di massa dalle crescenti diseguaglianze, confondendo diritti per privilegi fino ad alimentare risentimenti xenofobi. Non possiamo girare la testa dall'altra parte di fronte alla tragedia delle morti in mare, della detenzione di decine di migliaia di persone nei campi di concentramento libici o davanti al crescere della violenza razzista, insieme a nuove derive liberticide.

Non posiamo anche perché in un mare di diseguaglianze e ingiustizie, giovani, disoccupati, profughi, precari siamo in realtà ‘Sulla Stessa Barca’. È in gioco l'umanità di tutte e tutti noi, indipendentemente da dove siamo nati. È tempo di impegnarsi, di unirsi e di reagire al razzismo ed alla violenza. Con lo spirito antifascista che ha animato la partecipazione alla manifestazione dello scorso 10 marzo a Firenze in memoria di Idy Diane; facciamo appello a tutte le persone solidali di credo e provenienze differenti, alle comunità degli immigrati, alle realtà dell'antirazzismo, dell'associazionismo e del volontariato, al sindacalismo e alle forze della sinistra per cercare le strade comuni per unirsi contro il razzismo e la violenza, con una mobilitazione massiccia per chiedere le dimissioni di quei ministri come Salvini e Fontana che propagandano disprezzo per i diritti umani e per la dignità delle persone.

Fonte: Ufficio Stampa

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