Morte Elisa Amato, l'autopsia rivela anche percosse

Dopo il no della Regione Toscana alla Fondazione Federico Zini, arrivano nuovi sviluppi di cronaca riguardo l'omicidio di Elisa Amato dello scorso 26 maggio. A riportarli è la carta stampata locale, secondo cui la giovane pratese è spirata proprio nel quartiere di Galciana, dove venne picchiata da Federico Zini, che poi si suicidò poco più tardi a San Miniato.

I risultati dell'autopsia parlano chiaro, per quanto possano apparire crudi: sulla parte destra del volto di Elisa Amato erano presenti ematomi e escoriazioni, dovuti sicuramente non a una caduta dall'auto (che sarebbe avvenuta coinvolgendo la parte sinistra). La trentenne venne presa a pugni da Zini, riportando anche la rottura di due incisivi. Poi l'ex del Tuttocuoio le sparò tre colpi, di cui uno sicuramente fatale perché diretto al cuore. Il medico legale ha affermato che la morte va fatta risalire al momento dei colpi esplosi dal sanminiatese.

Elisa Amato era dunque già deceduta quando Zini la caricò in auto e andò al parcheggio di Gargozzi, lo stesso luogo che a breve potrebbe portare proprio il nome della pratese. Sempre secondo la stampa, la Procura pratese ha adesso tutti gli elementi per archiviare il caso. Nonostante anche la Procura di Pisa avesse aperto un fascicolo, la 'fine' sarà opera di quella pratese perché il decesso di Amato è avvenuto nella zona di via Brasimone, vicino all'abitazione della giovane.



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