
Ha nascosto la droga nel reggiseno ma è stata beccata dalla Polizia di Stato che l’ha denunciata. Così è finita nei guai un’operatrice sanitaria senese di 35 anni, in servizio all’ospedale Le Scotte di Siena.
Nei giorni scorsi i familiari di un’anziana donna, poco prima deceduta all'ospedale senese, hanno chiesto l’intervento della Polizia poiché si erano accorti della sparizione di un portafogli della parente, con all’interno una somma considerevole di denaro, circa 1.500 euro.
I poliziotti delle si sono, quindi, portati presso l’ospedale per effettuare un’immediata verifica.
Dopo aver ascoltato le versioni del personale sanitario, hanno subito riversato la loro attenzione nei confronti di una dipendente che, alla richiesta di spiegazioni, non è stata in grado di giustificarsi in modo esauriente, palesando anzi un’agitazione fuori luogo, che ha ingenerato il sospetto che potesse nascondere qualcosa.
Pur non trovando il denaro, gli agenti hanno, però, scoperto che la donna aveva nasco all’interno del suo armadietto alcuni timbri riconducibili a diversi reparti dell'ospedale, verosimilmente utilizzati per produrre false certificazioni.
Continuando nelle verifiche è, poi, venuto fuori che la donna si era appropriata indebitamente anche di svariati capi d’abbigliamento utilizzati dai dipendenti dell’ospedale.
I poliziotti hanno anche scoperto che addosso, nascosti all’interno del reggiseno, aveva circa dieci grammi di hashish, suddivisi in dosi, ed alcuni grammi di marijuana, sostanze detenute per verosimile finalità di spaccio.
I timbri, i capi d’abbigliamento e la droga rinvenuti sono stati sequestrati e la donna, al termine dei controlli è stata denunciata alla Procura della Repubblica per i reati di uso abusivo di sigilli e di strumenti veri, ricettazione, nonché per detenzione, ai fini di spaccio, di sostanze stupefacenti. Nei suoi confronti, naturalmente, ora la Polizia svolgerà le opportune indagini per risalire all’eventuale illecito utilizzo del materiale (timbri ed abbigliamento) rinvenuto e per accertare a chi, all’interno dell’Ospedale, fosse destinata la droga sequestrata.
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