Bilancio Regione al vaglio della Corte dei Conti: i commenti dalla Giunta alle opposizioni

Parifica della Corte di conti, Rossi: "Assunte scelte per far risparmiare i toscani e difendere l'economia"

 Disco verde della Corte dei Conti al bilancio 2018 della Regione Toscana. I giudici si sono riuniti stamani  a Firenze – la cerimonia si è svolta in una sala dell'Accademia delle Belle Arti -  ed hanno deliberato la parificazione del rendiconto regionale, confermando dunque la salute e il buono stato dei conti dell'ente che valgono oltre 10 miliardi di euro entrate ed altrettanti in uscita.

La Corte ha evidenziato alcune criticità riguardo soprattutto l'entità del disavanzo, che comunque si è ridotto di un terzo in un anno, l'indebitamento frutto degli investimenti passati in sanità, la situazione di alcune partecipate: rilievi a cui ha risposto, nel corso dell'udienza, lo stesso presidente della Regione Toscana Enrico Rossi spiegando e difendendo le scelte fatte, numeri alla mano, ma assicurando che le considerazioni della Corte saranno comunque prese in esame, come è stato del resto in passato all'interno di un rapporto positivo di collaborazione reciproca.

Quando il disavanzo diventa risparmio
Rossi prova ad andare anche al di là di alcune tecnicismi. "Quello che si chiama oggi disavanzo fino al 2015 veniva più correttamente indicato come debito autorizzato e non contratto e si capiva forse meglio di cosa effettivamente si trattasse – riassume – Cosa ha fatto la Regione Toscana? Ha scelto semplicemente di pagare tre miliardi e mezzo di investimenti non ricorrendo ai mutui già autorizzati ma pagando ‘cash', con le risorse in cassa. In questo modo abbiamo fatto risparmiare ai toscani almeno 1 miliardo e 300 mila euro di interessi e mi sento dunque di difendere la scelta, oltretutto con un indebitamento procapite di 508 euro l'anno contro i 1.074 di media tra tutte le Regioni". "Poi – prosegue  Rossi -, dopo il 2015, le norme sono cambiate e non l'abbiamo più potuto fare".

Tasse nella media, servizi al di sopra
I conti nel frattempo sono migliorati. Il disavanzo di amministrazione, che nel 2015 era di 3,5 miliardi, è passato nel 2018 a 2,26 miliardi. "In sei anni ammortizzeremo completamente gli investimenti" conclude. "Abbiamo anche migliorato - ricorda Rossi -  il risultato di esercizio. Abbiamo rispettato i vincoli del pareggio di bilancio, anzi abbiamo fatto meglio, senza peraltro utilizzare la leva fiscale oltre la media delle altre regioni. Non abbiamo mai messo le tasse al massimo per pagare la sanità, come hanno fatto in Lazio e persino in Veneto e in Piemonte, e non lo faremo mai. Recuperiamo ogni anno 150 milioni di evasione fiscale. Abbiamo potuto contare pure su una buona cassa, 1 miliardo su un bilancio ‘ristretto', cioè al netto di sanità e fondi europei, che vale 1 miliardo e 350 milioni.  E questo mi sembra un ulteriore elemento di salute dei nostri conti e di buona amministrazione: meglio di tante aziende".  "Con servizi non sanitari pari alla Lombardia, come certificato dalla Luiss – aggiunge il presidente   - e la sanità al top insieme al Trentino, come afferma l'università di Tor Vergata".

Certo rimangono  margini ancora per migliorare: ad esempio sui tempi di pagamento. L'Ente Regione è virtuoso da questo punto di vista, un po' meno il sistema sanitario. "Nell'ultimo anno abbiamo però accorciato il ritardo della sanità da 120 medi dalla data di fattura a meno di 100 giorni – replica il presidente - . Non sono ancora i 60 previsti dalla legge, ma se lo Stato ci desse i 480 milioni che ci spettano ancora per gli esercizi passati forse saremmo già un pezzo avanti".

Fidi Toscana e l'Interporto di Livorno
La riduzione delle risorse pubbliche ha pesato e complicato molte situazioni. "I rilievi della Corte – dice Rossi, riferendosi in particolar modo agli appunti sulle partecipate, su Fidi Toscana e sull'Interporto di Livorno ma anche sulle Terme di Montecatini -  sono legittimi e giusti, ma noi dobbiamo tenere conto anche dell'economia della Toscana. Non possiamo necessariamente procedere a chiudere un'attività se questa non dà un profitto immediato".

"L'intervento sulla società Interporto ha consentito di evitarne la chiusura e dunque la perdita di tanti posti di lavoro, che invece ora stanno crescendo – spiega - .  Non si possono socializzare le perdite e privatizzare quando arrivano i guadagni".

La Corte ha sollevato perplessità anche riguardo alla situazione di Fidi Toscana, la finanziaria partecipata dalla Regione.  "L'istituto  - la difende Rossi -  ha aiutato in questi anni nell'accesso al credito quindicimila  imprese, che, troppo piccole, avevano difficoltà nell'ottenere prestiti dalle banche. Ha svolto dunque un grande ruolo e le difficoltà e perdite evidenziate dalla Corte sono quelle di qualsiasi altro istituto bancario in una congiuntura come l'attuale, dopo gli anni della crisi".

Regione verificherà consulenze delle partecipate
Il presidente ricorda nel corso del proprio intervento pure i risultati conseguiti sul contenimento della spesa del personale,  a partire dalla riduzione del numero di dirigenti e direttori. Quanto alle consulenze di alcune partecipate, considerate dalla Corte fuori misura in considerazione della situazione finanziaria delle stesse, Rossi ha detto che ci saranno verifiche e, nel caso,  un intervento poi per sanzionarle. "Di certo in Regione consulenze onerose non ce ne sono – ha terminato - . Da noi ci sono solo collaborazione gratuite".

Il Commento di Jacopo Alberti, consigliere regionale della Lega.

Stamattina la pronuncia della corte dei Conti sul rendiconto di bilancio del 2018. Il consigliere regionale della Lega: “Gravi situazioni con partecipate e consulenze, numeri da fallimento”

“Se la Regione fosse una società privata, avrebbero già chiesto il fallimento – dice il consigliere regionale della Lega, Jacopo Alberti – stamattina la Corte dei Conti ha espresso il giudizio di parifica sul rendiconto generale della Regione Toscana per l’esercizio finanziario 2018: in poche parole, hanno fatto le pulci ai conti della Regione. La perdita è di 476 milioni di euro, mentre l’indebitamento generale è pari a un miliardo e 900mila euro. La situazione, seppur leggermente migliorata, è comunque lacunosa e oscura su certi aspetti, infatti la Corte ha dato l’ok al rendiconto, ma con alcune critiche e richieste di chiarimento”.

“Per esempio, le consulenze esterne, su cui chiedono spiegazioni: roba da 160mila euro per Firenze Fiera, 400mila euro per l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara Spa, altre 400mila euro per Terme di Montecatini Spa. Sulle società partecipate, inoltre, viene contestato un processo di dismissione che non si è mai concretizzato. Ci sono – continua Alberti - società partecipate che continuano a gravare sulle casse regionali nonostante dovrebbero essere ormai cessate, soprattutto nel settore fieristico e termale. La Corte ha chiesto chiarimenti, perché sono situazioni che gravano inutilmente sui bilanci regionali”.

“Il governatore Rossi si è detto contento di questo risultato, noi siamo perplessi. Nel proprio intervento, Enrico Rossi ha fatto riferimento alla cassa della Regione, che ammonterebbe a un miliardo: qualche professore di ragioneria – conclude Alberti – spieghi a Rossi che cassa e competenze sono due cose diverse”.

Vittorio Bugli, Assessore al Bilancio: "Ruolo di Fidi Toscana determinante"

"Terremo conto dei rilievi che la Corte dei Conti ci ha mosso su Fidi Toscana e condividiamo la necessità di un piano industriale basato su scelte strategiche che consentano alla finanziaria della Regione di superare le criticità dei suoi conti". Così l'assessore al bilancio Vittorio Bugli sulle criticità che la Corte ha messo in evidenza oggi nel corso del giudizio di parifica.

L'assessore ricorda, come già fatto dal presidente Rossi, come Fidi Toscana in questi anni di crisi e poi di rallentamento della crescita abbia avuto un ruolo importante per l'economia toscana. "Sono stati – dice - interventi decisivi e solo nei provvedimenti post crisi hanno consentito 1.300 milioni di prestiti per 15 mila imprese con un investimento di circa 100 milioni da parte della Regione. Cosa sarebbe successo se questo intervento non si fosse fatto? Certamente una capacità inferiore da parte del nostro sistema economico fatto di piccole e piccolissime imprese di reggere la crisi in un contesto nel quale era ed è tuttora molto difficile per loro accedere al credito necessario per la loro attività". "Certamente – aggiunge - questo ha prodotto sofferenze che sono andate a incidere anche sull'economia di Fidi, ma c he sono state ben inferiori a quelle che in questo periodo hanno avuto gli istituti bancari".

L'assessore ricorda come anche nel 2018 Fidi abbia sostenuto 1100 imprese consentendo loro di accendere 112 milioni di prestiti, e 625 imprese concedendo loro 17 milioni in microcredito. "In una situazione nella quale siamo ancora in una grande difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese rispetto alla quale abbiamo deciso di intervenire con 60 milioni per l'istituzione di un fondo di garanzia – conclude - sarà ancora fondamentale il ruolo che potrà svolgere Fidi nei prossimi anni insieme agli altri Confidi toscani. Quindi accanto alla ottimizzazione aziendale come richiesto dalla Corte dei Conti sarà determinante anche nei prossimi anni l'attività di supporto che Fidi svolge nei confronti dell'economia toscana e delle micro, piccole e medie imprese".

Movimento 5 Stelle Montecatini Terme: "Le nostre Terme esempio negativo per la Corte: costate 400mila euro nel 2018"

Nella relazione annuale della Corte dei Conti sull’operato della Regione emerge una criticità sulle consulenze esterne richieste dalle società partecipate. La Corte dei Conti cita, tra gli esempi negativi, proprio le nostre Terme, colpevoli di aver richiesto nel 2018 consulenze per un valore di 400.000 €.

Se confermato, il dato, sarebbe un fatto che necessita di approfonditi chiarimenti. Ovviamente, richiedere consulenze, è tra le prerogative dell’amministratore che, nel farlo, non ha commesso nessun illecito. Resta però quanto meno sconveniente, come fa notare la Corte, che una società in forte crisi, con difficoltà ad avere liquidità di cassa per l’ordinaria amministrazione dilapidi una cifra così consistente in “consulenze”

Appena letta la relazione ho inviato al protocollo una richiesta di accesso agli atti per ottenere un elenco dettagliato delle consulenze con i relativi importi e motivazioni della richiesta. Se una società necessita di tanti professionisti esterni, significa o che è impostata male a livello organizzativo o che non ha al proprio interno le competenze necessarie. Una volta ottenuti i documenti porteremo la discussione in Consiglio Comunale.

Dobbiamo lavorare perché la società torni ad essere strategica per la Regione e per mettere quest’ultima nelle condizioni di investire. Dare motivo alla Corte dei Conti di accendere un focus sulla partecipazione non farà altro che dare ulteriore spinta al processo di dismissione che Rossi ed il PD Toscano sta cercando di completare da anni.

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