Muore Marcello Martini, testimone di Mathausen e 'memoria' dell'orrore nazista

La sua testimonianza sui campi di concentramento lasciava il segno: era sempre capace di trasmettere quella terribile memoria riuscendo a alleggerirla con un tocco di ironia tipicamente toscana. Era infatti originario di Montemurlo (Prato), Marcello Martini, morto oggi all'età di 89 anni.

Martini era una delle ultime memorie viventi dell'orrore nazista: a soli 14 anni aveva trascorso quasi un anno nell'inferno di Mathausen e in alcuni campi limitrofi come deportato politico, ma era riuscito miracolosamente a sopravvivere. Avrebbe poi trascorso gran parte della sua vita nei dintorni di Torino dove aveva lavorato come dirigente d'azienda.

"La scomparsa di Martini – ha commentato la vicepresidente della giunta regionale Monica Barni -  tocca nel profondo tutta la comunità toscana, a nome della quale vorrei esprimere alla famiglia le più sentite condoglianze. Martini ha vissuto dal di dentro la pagina più tragica della nostra storia recente, ma ha saputo anche riaprire più volte quella pagina per trasmettere direttamente ai giovani i valori fondanti della nostra umanità e il senso più profondo delle istituzioni democratiche".

"In tante occasioni - ha proseguito la vicepresidente - ha partecipato alle iniziative della Regione sulla memoria e proprio nel gennaio scorso è stato insignito, insieme a altri sette sopravvissuti ai campi di sterminio, della medaglia d'oro "Pegaso" per aver spinto migliaia di giovani toscani a riflettere sulle conseguenze dell'indifferenza, del fascismo e della sua terribile guerra, "mostrando con la propria vita un esempio di resilienza, di spessore umano e morale". La sua testimonianza resterà viva nei nostri cuori".

Il cordoglio dell'assessore al Comune di Firenze Martini

Il cordoglio del Comune di Montemurlo

« Ci stringiamo alla famiglia Martini per la scomparsa del nostro cittadino onorario Marcello. - dicono il sindaco Simone Calamai e l'assessore alla memoria, Valentina Vespi- Se ne va un uomo straordinario, un testimone lucido della Shoa, che ha saputo raccontare con profonda commozione alle nuove generazioni la sua vita nel lager tra mille privazioni e umiliazioni. La sua scomparsa ci spinge a proseguire con forza sulla strada della memoria, affinché non ci debbano mai più essere ragazzini costretti a vedere le tragedie che ha conosciuto Marcello Martini».

Nell'aprile del 2015 Marcello Martini ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Montemurlo alla presenza dell'allora sindaco Mauro Lorenzini e degli studenti della scuola media "Salvemini- la Pira".  Martini, quella mattina, ai ragazzi raccontò l'impegno della sua famiglia nell'antifascismo e di suo padre, membro del Comitato toscano di Liberazione Nazionale e comandante militare per la zona di Prato “ Quando le SS entrarono nella casa di Montemurlo, dove la mia famiglia era sfollata, ero a fare i compiti di francese e all'improvviso mi trovai una pistola puntata in fronte. In pochi minuti passai così dall'essere il cocco di casa, amato da tutti, a prigioniero prima alle Murate a Firenze, poi a Fossoli per poi essere trasferito a Mauthausen in un carro bestiame”, raccontava Martini, che ha raccolto la sua storia in un bellissimo libro “Un adolescente in lager. Ciò che i tuoi occhi hanno visto”«76430: è stato questo per un anno il mio nuovo nome di battesimo. -  raccontava Nonno Marcello ai ragazzi- Nel campo di concentramento non eravamo persone, ma pezzi numerati e questo era il mio numero»

Fonte: Giunta Regionale

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