Infrastrutture e crescita a Altopascio: le proposte sulla viabilità del sindaco D'Ambrosio

Il mandato di un sindaco dura 5 anni, ma il compito di chi amministra una città è molto dilatato nel tempo: dalla soluzione dei piccoli problemi quotidiani alla progettazione di ampio respiro, che va ben oltre il quinquennio istituzionale. Siamo inevitabilmente proiettati nel futuro.

L’obiettivo di realizzare il raddoppio e il sottopasso ferroviario, di progettare e costruire nuove scuole e nuovi spazi per lo sport e di gettare concretamente le basi per vedere completata la circonvallazione di Altopascio è sempre lo stesso: dare le linee-guida per il futuro di Altopascio almeno fino al 2030.

E in questa visione del futuro, il tema della mobilità e della viabilità assume un ruolo centrale, soprattutto per il territorio che si sviluppa nella parte nord della Toscana. Un futuro che attende scelte adeguate da parte di chi amministra questo territorio. Altrimenti rischiamo di rimanere al palo e il problema è di tutto il comprensorio che da Lucca arriva fino a Fucecchio, Santa Croce, Castelfranco: qui vivono migliaia e migliaia di persone che si spostano, lavorano e producono. Qui si sviluppano due dei distretti economici più importanti e più ricchi della Toscana e d’Italia, quello della carta e quello del cuoio, che contano miliardi di euro di fatturato.

I confini non esistono in geografia, ma solo nella mente di chi vuole immaginarli! Altopascio si trova al centro di questo snodo viario e produttivo ed è proprio questa collocazione geografica a rendere il nostro paese un crocevia di opportunità, da trasformare in vere e proprie sfide. Da affrontare adesso, perché di tempo ne è già passato troppo e, lo ripeto, la Toscana nord rischia di restare indietro,  di non garantire al territorio quelle necessarie soluzioni  che rendano più semplice la vita dei cittadini e più competitivo il processo di sviluppo delle imprese.

Come sindaci è giunto il momento di compiere quelle scelte di campo che ci permettano di stare al passo con i tempi e con gli altri territori. Usciamo dal rimpallo e scendiamo sul piano della realtà e della concretezza: il completamento della circonvallazione di Altopascio non è un vezzo locale, ma una priorità logistica che avrebbe delle ricadute positive dal punto di vista della razionalizzazione del traffico e della sostenibilità ambientale non solo per Altopascio, ma anche per l’intera Piana di Lucca fino a Bientina e Pontedera; le richieste avanzate dalla Cna di Pisa per gli autotrasportatori rispetto alla via Bientinese non sono pretestuose; le preoccupazioni e le proteste dei residenti di via Francesca Romea e di via Bientinese per la presenza di traffico a tutte le ore non sono infondate o strumentali, ma giuste e comprensibili, perché noi per primi siamo contrari a far invadere il centro dai mezzi pesanti. In questo contesto gli assi viari della Piana appaiono come necessari, anche se il percorso che dovrà portare alla loro realizzazione è ancora lungo e tortuoso; la Regione Toscana sta investendo tanto, dal raddoppio ferroviario ai lavori sulla Fi-Pi-Li, fino alle scelte compiute rispetto agli assi viari, ma serve ancora più coraggio.

Per questo motivo, come amministratori locali abbiamo il dovere di studiare e avviare soluzioni di medio e lungo periodo, da condurre insieme quando ciò è possibile e da condividere con la Regione e le rispettive Province, così da alleggerire la situazione e far uscire questa parte di Toscana dalla situazione di stallo in cui si trova.

Altopascio ne propone tre: 1) eliminazione del passaggio a livello sulla via Romea con la conseguente realizzazione del sottopasso ferroviario; 2) completamento della circonvallazione di Altopascio, per liberare la via Romea dai tir e garantire alle aziende una strada di collegamento più scorrevole e diretta; 3) gratuità dell’autostrada A11, l’arteria più trafficata della Toscana, nel tratto compreso tra Altopascio e Lucca est.

Per i primi due punti il lavoro è già in corso, mentre per il terzo contatterò formalmente Autostrade per l’Italia per ottenere questo risultato.

Il comune denominatore è sempre lo stesso: infrastrutture, sviluppo, crescita e, quindi, ambiente e lavoro. Lo sforzo è notevole, ma dobbiamo concentrare tutte le migliori energie sull’obiettivo di un comprensorio sostenibile, solidale, innovativo e intelligente, cioè capace di migliorarsi sempre anche di fronte alle difficoltà. È il concetto della resilienza, riuscire ad adattarsi al cambiamento e rispondere alle crisi aprendo scenari nuovi. Con più coraggio e meno individualismo.

 

Fonte: Comune di Altopascio - Ufficio stampa

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