
Ha 37 anni l'uomo del Casentino fermato per la morte della 60enne brasiliana Maria Aparecida Venancio Sousa, trovata morta nell'appartamento di via della Robbia ad Arezzo. Le indagini avrebbero portato al trentenne anche grazie ai tabulati telefonici sui 4 cellulari in possesso alla donna. L'uomo potrebbe essere un cliente della donna, dedita alla prostituzione. Su di lui pendono gravi indizi di colpevolezza. Una lite avrebbe portato alla morte della donna. Dopo il trasferimento in questura nella mattina di ieri, in serata l'uomo è stato trasferito nel carcere di San Benedetto ad Arezzo.
Uccisa ad Arezzo, l'uomo fermato confessa
L'uomo ha confessato di aver ucciso Maria Sousa, perché la donna, con cui aveva avuto una relazione, lo avrebbe ricattato. Lo ha raccontato Federico Ferrini, 37 anni, imprenditore agricolo di Pratovecchio Stia, alla squadra mobile che lo ha portato in questura ieri mattina. Il 37enne ha reso dichiarazioni spontanee alla polizia: davanti al pm Chiara Pistolesi, titolare dell'inchiesta, si è poi avvalso della facoltà di non rispondere. Ferrini vive a Pratovecchio con i genitori, un fratello e una sorella.
Alla polizia avrebbe detto di non resistere più ad una relazione, che con il tempo si era trasformata: la sessantenne lo avrebbe tormentato di messaggi.
Il movente
Il 37enne avrebbe ucciso la donna con cui aveva avuto anche una relazione, perché questa minacciava di rivelare la loro frequentazione alla nuova fidanzata e alla famiglia. Questo il racconto fatto da Federico Ferrini alla polizia. Convocato in questura ieri mattina dalla polizia che lo aveva individuato, grazie anche alle telecamere che hanno ripreso la sua vecchia auto parcheggiata davanti alla casa della vittima in un orario coincidente con la data della morte stabilita dall'autopsia, il 37enne avrebbe riferito che era ossessionato dalle continue richieste di denaro da parte di Maria.
In corso di quantificazione l'ammontare della somma che l'uomo avrebbe sborsato, ma qualcuno ha parlato di 200.000 euro. Per la polizia è tutto da verificare.
Secondo le prime ricostruzioni, la notte in cui è avvenuto l'omicidio, Ferrini sarebbe andato a casa della sessantenne con l'intenzione di chiarire e chiudere definitivamente. Avrebbe quindi aspettato che un cliente con il quale Maria aveva trascorso la sera del 25 agosto uscisse dall'appartamento, poi ha suonato ed è entrato. Poi la lite e la violenta colluttazione, con lancio di oggetti e sfociata poi nel delitto. L'uomo avrebbe colpito la sua vittima con la sbarra di ferro alla testa che si era portato per aprire la porta, legandola al letto per il collo con un laccio. Lunedì l'udienza di convalida alle 9.30.
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