Cheratocono: a Firenze la campagna di prevenzione e diagnosi

Occhio pigro

Prenderà il via il 18 settembre anche a Firenze la campagna di prevenzione e diagnosi del cheratocono, promossa dall’Università degli Studi di Verona, dal Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia (CNAT) dell’Università di Chieti – Pescara e dal Centro Ambrosiano Oftalmico (CAMO), in collaborazione con Neovision e con il patrocinio del Ministero della Salute, della Società Italiana Trapianto di Cornea e Superficie Oculare (S.I.TRA.C.), della Società Oftalmologica Italiana (SOI) e dell’Associazione Italiana CHEratoconici (A.I.CHE ). È stato inoltre richiesto il patrocinio della Regione Veneto.

Il cheratocono, una patologia di cui poco si parla, è una malattia progressiva della cornea che causa l’assottigliamento e la deformazione della stessa, provocando una riduzione anche molto grave della capacità visiva, fino a portare alla cecità. Può esordire fin dalla giovane età e se non immediatamente diagnosticato, è un disturbo difficilmente curabile se non con un trapianto corneale.

Fino all’11 ottobre la campagna di informazione e prevenzione prevede screening oculistici gratuiti presso diversi centri su tutto il territorio nazionale. Lo screening sarà dedicato a giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni e che non abbiano mai avuto una diagnosi di cheratocono.  A Firenze gli interessati potranno recarsi presso la Clinica Oculistica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, in Largo Piero Palagi 1, dove l’equipe di specialisti, guidata dalla dottoressa Rita Mencucci, sarà a disposizione per individuare la patologia e suggerire eventuali visite o esami di approfondimento per un disturbo oculare che può arrecare gravi danni alla vista. Per usufruire dello screening gratuito è necessario prenotare lo screening sul sito www.curagliocchi.it.

Nonostante i notevoli passi avanti nella diagnosi del cheratocono spesso ci troviamo di fronte a pazienti con quadri molto severi fino ad allora misconosciuti. Penso che questo screening sia un’importante occasione per cercare di sensibilizzare la popolazione toscana, soprattutto nella fascia di età più giovane, nei confronti di questa patologia tutt’altro che rara”, afferma la dottoressa Mencucci.

Fonte: Ufficio Stampa

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