
Monia Monni (Pd ) chiede le dimissioni in aula
Si astiene soltanto la Lega alla mozione presentata dal gruppo Pd che condannava le parole del consigliere Salvini e chiedeva le sue dimissioni
L’invito alle dimissioni con effetto immediato rivolto all’esponente della Lega Nord in Consiglio regionale è tutto nella mozione presentata oggi dal gruppo del Partito democratico . Un atto lungo e dettagliato di cui è prima firmataria la vice capogruppo del Pd Monia Monni in cui vengono condannate con fermezza le parole “ingiustificabili, vergognose e aberranti” pronunciate dal consigliere della Lega Toscana Roberto Salvini nell’ambito di quello che è ormai noto alle cronache nazionali come “scandalo delle donne in vetrina per il rilancio del turismo termale”. Una condanna estesa anche alle parole del consigliere pronunciate sul giornale "Il Tirreno" e durante l'intervista radiofonica "La zanzara" in cui aveva aggiunto: "i giornalisti andrebbero presi a bastonate". Monia Monni attacca: “Salvini non è degno di sedere in questo Consiglio regionale. Dovrebbe lasciare la Presidenza della Commissione Controllo e dimettersi con effetto immediato. La sua permanenza è un insulto alle donne, ai toscani e a questa Istituzione”.
Monia Monni non ha risparmiato parole dure anche nei confronti della Lega: “Davanti a quelle parole aberranti la prima reazione della capogruppo leghista è stata quella di richiedere la cancellazione del mio video. Un comportamento assurdo. La Lega ha la responsabilità politica sulla candidatura di Roberto Salvini, lavarsene le mani è troppo semplice”.
“Come ha giustamente fatto notare nel corso del dibattito il collega Stefano Baccelli, la Lega non può darci lezioni: per mesi il suo leader nazionale ha additato il Pd come il partito di Bibbiano, colpevolizzando un’intera comunità su una vicenda tragica che riguarda responsabilità, ancora tutte da accertare, di un singolo sindaco”, ha poi commentato Monni al termine del dibattito.
“Con questa mozione – ha commentato in conclusione Monni – riportiamo la dialettica regionale ad un livello che le compete, esprimendo la nostra condanna alle parole rivolte dal consigliere Salvini alle donne, alle persone extracomunitarie, alla comunità LGBT e all’Ordine dei Giornalisti. Non c’è spazio per certe parole in una regione come la Toscana e non ci sarà mai”.
"Condanniamo l'atteggiamento e le affermazioni del consigliere Salvini, di cui ribadisco tutta la gravità perché siamo andati davvero oltre la decenza, e utilizziamo quanto successo anche per riflettere, tutti noi, sull'approccio che abbiamo in quest'aula, sul linguaggio che usiamo per esporre e controbattere. Le parole contano, tieniamolo presente oggi più che mai", così conclude il capogruppo del Pd Leonardo Marras ha sottolineato ribadendo i contenuti della mozione e sottolineando l’atteggiamento troppo tiepido della Lega e tardivo nella condanna delle affermazioni del loro collega.
Gianni Anselmi (Pd), presidente della commissione sviluppo economico, condannando l’episodio e senza richiamare le parole già pronunciate in commissione, ha ricostruito i passaggi in quella seduta, quando certe affermazioni sono giunte parlando di turismo. “La vicepresidente cercava di richiamarlo alla moderazione dei toni, così alcuni colleghi apparivano sconcertati”. “Ho lasciato civilmente il collega Salvini terminare il suo intervento, perché sono fedele al principio che ciascuno è responsabile delle cose che dice”, ha chiarito Anselmi. Il punto, secondo il presidente, è che “la qualità della democrazia transita attraverso la qualità delle istituzioni”. E quello che va impedito è una “lesione delle istituzioni, della loro qualità, che è un interesse generale ed è un bene pubblico e collettivo”. Difendere la qualità delle istituzioni “è un dovere che attiene a ciascuno di noi” e la “riflessione, relativamente alla comunità politica, riguarda anche l’estetica dei comportamenti e le parole”. Anselmi ha informato di aver aggiunto la sua firma alla mozione.
“La questione non si è conclusa all’interno di quella seduta – ha spiegato Irene Galletti (M5s), che della seconda commissione è vicepresidente – ha avuto una scia pesantissima, non solo per il singolo consigliere ma per tutto il Consiglio regionale”. Una scia “lunghissima”, ha sostenuto la consigliera, “che si è trasmessa in tutta Italia: in una intervista radiofonica, in articoli di giornali. Una vergogna, un affronto. In quei pochi minuti e con quella scia di contenuti degradanti siamo riusciti a offendere tante categorie umane e quello che è incredibile è che non c’è pentimento”.
“Ciò che diciamo nelle istituzioni, le nostre affermazioni – ha proseguito Galletti – hanno ripercussioni pesanti. Abbiamo una grande responsabilità, non possiamo permetterci di esprimere concetti aberranti. I nostri doveri e oneri sono più gravosi, se non si è in grado di svolgere il nostro compito con disciplina e onore, dobbiamo lasciare la nostra carica”, ha aggiunto rivolgendosi al consigliere Salvini. “Questa triste vicenda, questa bruttissima pagina serva a tutti per ritrovare la grammatica istituzionale. Altrimenti, meglio fare un passo indietro”.
Il consigliere Roberto Salvini ha chiesto la parola in conclusione del dibattito: “Da questo momento non faccio più parte della Lega. Entrerò a far parte del gruppo misto. L’obiettivo che ho cercato di esprimere in quella commissione, poi sono stato interrotto, aveva un’altra finalità, che era quella di incrementare le opportunità di turismo nella nostra regione e far crescere la nostra economia”. Il presidente Anselmi ha subito precisato che “nessuno ha interrotto il consigliere in quella occasione”.
In quel contesto, ha proseguito Salvini, “ho fatto un esempio: ho detto che in certi paesi del Nord Europa, una realtà che era un problema è stata trasformata in una realtà produttiva. Attualmente, in Toscana abbiamo gli stessi problemi nelle nostre città e nessuno si preoccupa di affrontarli. Si tratta di una questione di sicurezza: mettere in sicurezza le nostre città, quelle lavoratrici che svolgono quell’attività, togliere l’evasione fiscale e togliere le mafie dalle nostre strade”. Il consigliere ha ricordato che “sono state diffuse notizie relative a un’aula secretata” e ha spiegato che non ha intenzione di dimettersi, “né da consigliere regionale, né da presidente della commissione di Controllo. Lo Statuto non prevede le mie dimissioni. Da concittadino e da consigliere – ha aggiunto – mi rimetterò alle decisioni che i miei colleghi voteranno”. A chi si è sentito offeso “chiedo scusa, se uomini e donne si sono sentite in difficoltà per quello che ho detto. Però – conclude – rappresento una parte di popolo estremamente tartassata, estremamente in difficoltà ed estremamente stufa di un modo di gestire le cose, bisogna andare a sistemare delle storture della nostra società. Questo è un dovere che mi spetta”. – segue –
Paolo Marcheschi (Fdi) vota a favore della mozione di sfiducia
“Alla pessima pagina scritta dal consigliere Roberto Salvini in commissione con il caso delle donne in vetrina, abbiamo aggiunto un’altra pessima pagina durante la seduta del Consiglio con la fucilazione in piazza di Salvini, già condannato moralmente dall’opinione pubblica e politicamente dalla Lega. Sentire il Pd ergersi a moralista fa quasi sorridere. Proprio quel Partito democratico, che quando c’era da tutelare le donne, i bambini, e le famiglie negli scandali del Forteto e di Bibbiano, si è limitato a difendersi, trincerandosi dietro a “no comment” senza mai prendere le distanze. Si sono scagliati come iene sulla carcassa! Fermo restando che quello che ha detto Roberto Salvini, sulle “donne in vetrina", è quanto di più lontano possa esserci dal modo di pensare di Fratelli d’Italia che, non a caso, è l’unico partito ad avere un leader donna. La nostra condanna è senza sé e senza ma” dichiara il Consigliere regionale Paolo
Pieroni (PD): “Dimissioni atto di responsabilità"
“Le dimissioni da presidente della Commissione Controllo sono un atto di responsabilità. Chiederemo al consigliere Salvini di procedere in tale direzione. In assenza, discuteremo nella prossima seduta della commissione una mozione di sfiducia condivisa anche con gli altri gruppi consiliari – così Andrea Pieroni, vice presidente della Commissione Controllo del Consiglio regionale –. Ho avuto modo di esprimere la mia posizione già nel dibattito di ieri in aula: l’atteggiamento e le affermazioni del consigliere Salvini sono inaccettabili, ingiustificabili, irrispettose delle donne e dell’Istituzione che rappresentiamo. Presiedere una commissione richiede diligenza, attenzione, rispetto e ciò che è accaduto pochi giorni fa dimostra chiaramente che chi attualmente ricopre questo ruolo nella Commissione Controllo non ne è all’altezza. In veste di vice presidente mi farò portavoce della richiesta di dimissioni, auspicando che, almeno questa volta, Salvini si mostri responsabile e faccia un passo indietro”.
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